Ballata di uomini e cani 🗓

Se non fosse chiaro, in queste storie, stasera, io sono sempre stato il cane.

Marco Paolini

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La scena è aperta e inizia con spezzoni di video e di animazioni di cortometraggi che vengono proiettati su dei rettangoli appesi in maniera assimetrica quasi a formare una specie di lampadario anni sessanta alle spalle degli attori.

Lorenzo Monguzzi, Angelo Baselli, Gianluca Casadei e Marco Paolini, entrano suonando una marcetta militare mentre un video di manovre scorre alle loro spalle. Paolini si presenta come Jack London, e rompe subito le barriere con il pubblico iniziando in maniera ironica un sondaggio sulle letture di quell’autore, di cui quasi tutti conoscono le due opere principali Zanna Bianca e Il richiamo della foresta, ma quasi nessuno i racconti secondari.

Stasera facciamo musica! esclama Paolini, mentre la scena cambia colore ed assume toni bluastri. Anche il lampadario muta e diviene colore e luce, naturalmente blu. Il ritmo assume inflessioni balcaniche: la scena è composta da semplici barili e tavole di legno, forse per far capire che l’oro giallo di cui si parla,  oggi potrebbe esser color nero petrolio, perchè ogni epoca ha la sua corsa all’oro anche se l’oro assume nomi diversi di volta in volta.

Siamo nel periodo della corsa all’oro nel Klondike, e la prima storia ad esser raccontata è quella di Macchia, un  alaskan malamute molto furbo e fannullone che con i suoi comportamenti fece impazzire i suoi padroni. Un racconto divertentissimo, perchè chiunque abbia avuto un cane può ben riconoscere alcuni atteggiamenti adottati da questi ultimi per evitare di fare qualcosa che non gli aggrada. Attraverso la storia del cane Paolini racconta le debolezze degli uomini confrontando a tratti la fine del  XIX secolo con i giorni attuali e l’immagine che ne esce non è certo di una gran evoluzione della specie umana.

La seconda storia trattata è quella di un cane chiamato Bastard, voluto perchè odiato da un uomo malvagio. Il racconto inizia con una domanda che spiazza: voi credete all’amore a prima vista e se si, credete dunque anche all’odio a prima vista? La storia tratta proprio il racconto del sentimento dell’odio, e stavolta le luci si tingono di rosso, come il sangue e la morte che sfiora più volte il cane, pericoloso in fondo molto meno dell’amore che con la sua prepotenza d’affetto spesso travolge e porta alla morte.

L’ultimo racconto si tinge di giallo fuoco ed è correlato da splendide immagini animate. Il fuoco visto come un compagno di viaggio, allo stesso modo dell’Husky che accompagna l’uomo nella sua sciocca, incoscente e presuntuosa idea di immortalità. Il cane lo accompagna sempre senza abbandonarlo, perchè questo è il compito del cane, ma il suo sguardo è di biasimo per la stupidità dimostrata.

L’accompagnamento musicale per  questi tre racconti splendidi è stato degno di nota, come solo  Marco Paolini poteva proporre al pubblico triestino che lo apprezza così tanto, e lo spettacolo sarebbe finito, ma il bancone di Emergency che era nel foyer di questo, come di tutti gli altri spettacoli, doveva in qualche modo esser presentato e questo fu fatto nel modo migliore, ovvero leggendo il diario di un ragazzo afgano fuggito dal suo paese per cercare la libertà, trovando la morte sotto un camion dove si rifugiava.

Paolini e la sua band, hanno messo in musica questa canzone e quello che ne è uscito è un testo di una bellezza che dovrebbe portare una forte consapevolezza di quanto siamo tutti fratelli e finchè non ci sarà la libertà in ogni parte del mondo, nessuno di noi potrà mai considerarsi davvero libero.

Nei saluti finali viene inoltre volutamente tolto spazio agli applausi per donarlo al pubblico sotto forma d’ascolto di un pezzo composto da Lorenzo Monguzzi, uno dei giovani musicisti che in questa occasione presenta anche il suo nuovo lavoro.

Grazie Marco, alla prossima..

©Laura Poretti Rizman

 

foto fornita da Il Rossetti
foto fornita da Il Rossetti

“Ritorna al Teatro Stabile regionale Marco Paolini, attesissimo nel suo nuovo spettacolo Ballata di uomini e cani, che ha tratto dalla vasta produzione letteraria di Jack London. Le musiche originali sono composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi con Angelo Baselli e Gianluca Casadei. Appuntamento da mercoledì 2 a domenica 6 aprile”.

Marco Paolini ritorna al Politeama Rossetti dopo il successo di ITIS Galileo che aveva inaugurato la stagione 2011-2012 Teatro Stabile regionale e propone al pubblico un titolo particolare, Ballata di uomini e cani – dedicata a Jack London.

L’appuntamento con uno degli artisti più amati dal pubblico di Trieste, è dal 2 al 6 aprile, per il cartellone Prosa dello Stabile.

Un tributo a Jack London, dunque: autore dalla biografia incredibile e turbolenta e dalla sterminata produzione, a torto relegato – con i suoi Zanna Bianca e Il richiamo della foresta – alla letteratura per ragazzi. Nato in California nel 1876 London fu strillone di giornali, pescatore clandestino di ostriche, cacciatore di foche, corrispondente di guerra, giornalista, lavandaio, pugile, coltivatore, agente di assicurazioni, naturalmente scrittore, e addirittura cercatore d’oro nella leggendaria epopea del Klondike.

«La sua produzione letteraria è enorme – osserva infatti Marco Paolini nelle note di regia – e ancor più lo è pensando a quanto poco sia durata la sua vita». E continua, ricordando le prime tappe del “work in progress” da cui è nato Ballata di uomini e cani: «Sono partito da alcuni racconti del grande Nord, ho cominciato questo spettacolo raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai. Ho via via aggiunto delle ballate musicate e cantate da Lorenzo Monguzzi. Ma l’antologia di racconti è stata solo il punto di partenza per costruire storie andando a scuola dallo scrittore. So che le sue frasi non si possono “parlare” semplicemente, che bisogna reinventarne un ritmo orale, farne repertorio per una drammaturgia».

È stato sicuramente affascinante e profondo, come sempre, il lavoro di approfondimento e di creazione di Marco Paolini, che ha generato questo ispirato spettacolo: una successione di tre racconti, più due ballate ideate sulla base di un episodio della vita di London.

«Tra le traduzioni che ho letto preferisco quella di Davide Sapienza» scrive ancora Paolini. «I racconti che ho trascritto oralmente sono Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco e in tutti e tre uomini e cani sono coprotagonisti. Lo spettacolo ha la forma di un canzoniere teatrale con brani tratti da opere e racconti di Jack London e con musiche e canzoni ad essi ispirate che non svolgono funzione di accompagnamento ma di narrazione alternandosi e dialogando con la forma orale».

Il primo racconto è ironico, lieve, parla di Macchia, un cane con un occhio nero, bello, simpatico e furbo. L’unico cane da slitta che non sa, o non vuole tirare. Un cane con sentimenti quasi umani, che sente come suoi i diritti degli uomini. Un cane che ha sempre fame, che ruba e uccide, per gioco e per furbizia, polli, conigli e quant’altro di commestibile. L’unico cane che annusa la carestia in tempo per andarsene prima di diventare cibo per gli umani. Un cane con un senso dell’orientamento disarmante, capace di ritrovare i suoi proprietari che cercano di liberarsene con rocamboleschi quanto inutili stratagemmi.

Il secondo racconto cambia il tono della narrazione. Bastardo è il cane protagonista, scelto nella cucciolata perché brutto e ringhioso, Black Leclère il suo padrone. Li lega l’odio. Cresceranno in simbiosi, nel freddo, nella fatica, nella paura reciproca. In un crescendo che sembra culminare in una lotta disperata tra i due in cui il cane semi distrutto dalle bastonate ancora ringhia il suo odio. Leclère non lo finisce, ma lo cura, cura prima le sue ferite di quelle infertegli dal cane. Entrambi si riprendono, ciascuno coltivando la dipendenza dall’altro, fino a quando Leclère, per errore finirà con il cappio al collo. Non ha colpe, non per quel cappio almeno, ma quella corda sarà l’occasione per Bastardo di vendicare il suo orecchio sordo, le tante angherie: sarà lui a farlo scivolare, impiccandolo. Ma morirà a sua volta, per mano degli accusatori, come ultimo desiderio del condannato.

Il terzo racconto è la scintilla da cui è scaturito lo spettacolo. To build a fire – Preparare un fuoco. La storia, più volte riscritta dallo stesso Jack London è quella di un uomo e del suo cane, entrambi senza nome, che durante la corsa all’oro, nello Jukon tentano una strada più breve ma più rischiosa. Partire da solo, contando solo su sè stesso, ignorando i consigli dei vecchi sarà fatale all’uomo. Gli errori, apparentemente piccoli, determineranno la morte del protagonista che non riuscirà a sopravvivere al gelo, ad accendere il fuoco che potrebbe salvargli la vita. Il cane incredulo non riuscirà a cambiare le certezze ed assisterà alla resa dell’uomo all’inevitabile, salvandosi… forse.
Il racconto originale non chiarisce questo punto. Lo fa Paolini, il quale rivela che se può raccontare questa morte è perché lui, in tutte queste storie, ha assunto un diverso punto di vista: «Se posso raccontare la morte dell’uomo è perché io, in tutte queste storie, sono sempre stato il cane».

Oltre ai racconti, ascolteremo due ballate, una dedicata al Jack London vagabondo per scelta, che negli anni della crisi del 1896 saliva abusivo sui treni, in cerca di una possibilità di futuro, rischiando la morte sotto le rotaie; l’altra racconta di Zaher Rezai, un ragazzino afgano – uno dei tanti vagabondi di oggi – che per cercare un futuro ha cercato un passaggio abusivo, come tanti che rischiano la vita in acque nere, in terre desolate o come Zaher, sotto le ruote di un tir, il 10 dicembre 2008, a due passi da Venezia.

Ballata di uomini e cani – dedicata a Jack London di e con Marco Paolini si avvale delle musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi con Angelo Baselli e Gianluca Casadei. Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce), Angelo Baselli (clarinetto), Gianluca Casadei (fisarmonica). Stefano Nanni ha curato la consulenza e concertazione musicale; Simone Massi ha creato l’animazione video. Il disegno luci è di Daniele Savi e Michele Mescalchin. Produzione Michela Signori, Jolefilm.
Lo spettacolo è stato realizzato grazie al sostegno di Trentino spa – I suoni delle Dolomiti

Ballata di uomini e cani va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile regionale da mercoledì 2 a domenica 6 aprile: da mercoledì a sabato gli spettacoli sono serali con inizio alle ore 20.30 mentre domenica si va in scena in pomeridiana alle ore 16.

Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale e sul sito del teatro www.ilrossetti.it.

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