Caleidoscopio, intervista ad Andrea Alessio

 

 

LPR: Ciao Andrea, poliedrico artista ed atleta. Hai sperimentato di tutto nella tua vita, dalla passione per i treni, alla fotografia, dalla vela alla canoa, e la musica tiene un posto particolare nel tuo cuore.

Andrea Alessio: Fin da piccolo ero attratto dagli automatismi meccanici di qualsiasi tipo, mi piaceva osservare e capire quello che mi circondava. Ero bravo nel disegno e nelle attivita’ artistiche in generale. Ero sicuramente l’unico alunno delle elementari di Trieste che durante le vacanze estive con mazzuola e scalpello creavo varie forme da pezzi di marmo, con l’aiuto del nonno materno. Crescendo ho alternato periodi in cui perseguivo varie passioni quali il modellismo ferroviario, lo sport, la fotografia. Un giorno passeggiando sulle Rive e guardando le barche a vela ormeggiate ho capito che il mondo del mare mi era ancora sconosciuto. Così conseguì la patente nautica vela e motore e subito dopo iniziai a far regate con persone divertenti, spensierate e serie quando serviva. Vedere dal mare il sole su Trieste che si riflette sulle onde alzate dalla bora, sentire la salsedine nell’aria e stare attenti a non strambare, vi assicuro, è meraviglioso. Un po meno quando si pagaia contro vento: capita, ma cosi stanno le cose. Ho frequentato anche il Museo Ferroviario di Campomarzio ed il Circolo Fotografico Triestino. Queste sono esperienze che appagano a arricchiscono l’animo umano. In ogni caso sempre e dappertutto mi si materializzavano fraseggi musicali a partire dai suoni che mi circondavano.

LPR: Dicevamo della musica: dalla chitarra al violino. Quanti percorsi hai sperimentato?

Andrea Alessio: Da bimbo ho cantato nel coro delle voci bianche della Glasbena Matica di Trieste. La musica polifonica mi ha sempre affascinato. Poi nel periodo degli Scout suonavo la chitarra durante i campeggi estivi attorno ai fuochi la sera, durante le messe e… nelle osmizze, un poco piu’ tardi. Che magnifici momenti e che cantate spensierate. Cantavamo sempre e ovunque, tutti, ma il violino è stato un lungo tarlo per me, che ho iniziato ad approfondire appena dopo i quarant’anni. Da molti anni oramai quando possibile i venerdì sera ricevo gli insegnamenti dall’amico violinista Alessandro Zupancic, dopo ovviamente il rituale del caffè e della fetta di torta.

LPR: Tu, Andrea, sai essere generoso. Non ti accontenti di fare, ma coinvolgi e doni. Vorrei tu raccontassi dei tuoi percorsi di gruppo, di contaminazione, di creazione e di divulgazione.

Andrea Alessio: Mi viene spontaneo condividere con gli altri quello che so e la musica, essendo anche un’attività di gruppo, aggrega spontanemaente coloro che la pensano come me. Ad esempio i karaoke, che ho assiduamente frequentato per un periodo, rimangono ancora secondo me dei formidabili salotti di intrattenimento reciproco. Poi man mano che imparavo a suonare il violino grazie alla pazienza del mio amico/insegnante Alessandro iniziai a fare volontariato musicale nelle case di riposo: poveri vecchietti…
Successivamente anche i pomeriggi musicali, che organizzavo fin poco tempo fa a Piemonte d’Istria con il liutaio Walter Macovaz che cura il museo di strumenti musicali istro-veneti Mu Bajs, sono stati momenti di pura magia. Grazie al supporto del Comune di Grisignana che ci aveva fornito gli spazi nella vecchia scuola elementar, si materializzò musica ed il canto di tutti i tipi e generi. Uno scambio continuo di emozioni. In quel luogo ho scoperto la musica popolare che con grande forza fa emergere il buono dell’animo umano. In ogni caso in quel interessantissimo contesto ho conosciuto grandi musicisti e grandi persone ed alcuni di questi   mi hanno coinvolto nei loro progetti musicali. Ancora oggi la mia quotidianità musicale, è caratterizzata dagli effetti positivi di Piemonte: oggi suono e canto (tralasciando la pausa Covid ovvimanete) con l’amico Marino Kranjac nel duo Adriavox e nel trio Zingelci, assieme a Mark Varljen. Suono occasionalmente nel gruppo Pizzica di Trieste la tipica musica popolare salentina e in modo continuativo nel gruppo Folcloristico Triestino StuLedi. Gli ospiti di allora sono adesso i miei amici.

LPR: Tutto questo però non avresti potuto farlo senza l’amore di una famiglia e di una spalla forte sulla quale appoggiarti.

Andrea Alessio: Ogni famigliare può essere un grande supporter ad un artista (per lavoro o per hobby, come nel mio caso), come i miei genitori e come la mia compagna. Mio padre mi ha introdotto anni fa nel mondo della fotografia. Quante magnifiche gite fotografiche che ho fatto assieme a lui. Hai ragione, la mia compagna non mi ha mai limitato. Un mio amico l’ha soprannominata “la paziente” per la pazienza che dimostra di avere stando al mio fianco in tutte queste mie odissee. Ma la coinvolgo sempre nei miei progetti ricevendo da lei preziosi consigli.

LPR: Il titolo del tuo primo album ci riporta alle mille sfaccettature del caleidoscopio. Così in effetti è la tua opera. Undici pezzi molto diversi uno dall’altro, accompagnati da un gioco di colori che si trova sul tuo sito appunto.

Andrea Alessio: Il mio primo album nasce da alcune poesie che ho scritto tempo fa e dalla necessità, lo ammetto, di voler dire un po di cose su cui ultimamente rifletto. Utilizzando il software Ableton Live per fare musica ed un evolutissimo controller midi il Push 2, che si puo’ notare sulla foto di copertina (foto scattata da mio padre), ho potuto creare le mie canzoni. I pezzi sono diversi tra loro perché volevo sperimentare stili differenti come il blues, la bossanova, la ballata e cosò via, mescolando i suoni degli strumenti che suono realmente con quelli virtuali. Ho voluto fondere la struttura della canzone popolare con quella cantautorale italiana anni 70/80 abbellendola con effetti e strumenti elettronici cercando di evitare forzature e prevaricazioni. Una miscela tutta mia che trova riscontro del quale sono contentissimo.

LPR: Scelgo uno tra tutti, essendo oggi, giorno dell’intervista, la ricorrenza del Giorno del ricordo che è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Parliamo ovviamente de Il mio Paese, la prima tra le canzoni del cd.

Andrea Alessio: Immagino una coppia che si separa per sempre, a causa di una forza maggiore che preleva lui nel cuore di una notte. Lui sa che a casa non tornera’ mai piu’ e capisce che il suo paese rimarra’ presto vuoto. Questo è accaduto a Piemonte d’Istria ed ad altri innumerevoli paesi Italiani in Istria, ma diciamocela, anche a quelli Sloveni e Croati nei decenni prima. E sta accadendo ancora oggi in molte parti del Mondo. Conoscere per evitare.

LPR: Di tutt’altro genere Carioca Papagal e Lumaca…

Andrea Alessio: Ma certamente! Carioca papagal e’ di proprietà di una anziana. A causa del Covid un bimbo rimane a casa durante le vacanze e fa amicizia con il pappagallo e la vecchietta. Cosi a scuola quando deve disegnare le sue vacanze, decide di disegnare il volatile. Colora anche tu Carioca il disegno dell’artista e amica Valentina Agostini Pregelj lo trovi su www.alessioandrea.com

La lumaca invece rappresenta me stesso quando vedo la mia compagna correre assieme ad un’altro uomo. Per fortuna è solo un sogno e spero rimanga tale.

LPR: Come mai hai voluto alternare testi in lingua italiana a testi in dialetto triestino? A mio avviso una proposta onorevole ed usata molto per altri dialetti italiani e quasi nulla per il nostro amato triestino.

Andrea Alessio: Hai colto nel segno. Perché mai in tv si sente cantare in napoletano ed in romano, ma quasi nulla negli altri dialetti? Come se parlare in triestino fosse uno svantaggio. Io organizzerei San Remo con una quota obbligata di canzoni in dialetto. L’Italia è un insieme di dialetti. Tutti buoni da cantare! Ma prima o poi un bel corso di dizione lo farò: la lingua italiana è bellissima.

LPR: Hai mai pensato di partecipare al Festival della Canzone triestina?

Andrea Alessio:  Sì, ci ho pensato. Prima o dopo mi iscriverò. Quale contesto migliori di quello per cantare in triestino?

LPR: Anche i testi si alternano molto, tra ricordi e giochi, viaggi nell’anima e partenze, ambienti postapocalittici e nemici. Un viaggio nei tuoi pensieri in fondo, vero?

Andrea Alessio: Assolutamente. Ho quasi cinquant’anni e ho capito che: non ho cambiato il mondo né lo cambierò mai, che il destino dei nostri atomi è quello di costituire domani nuovi alberi, altra terra, nuove persone, erba, animali e che dovremmo perciò avere più cura per l’ambiente. Ci stiamo preparando per colonizzare la Luna e Marte e lasciamo isole di spazzatura a galleggiare sugli oceani. Prima si pulisce tutto, solo poi si va. Ho capito che la natura umana si nutre del conflitto e che i nemici si nutrono uni degli altri. Che in futuro vedremo altri esodi dagli effetti ben peggiori di quelli del passato. Che faremo le guerre per l’acqua per garantirci quella da bere e per scappare da quella che ci sommergerà. Senza intenti condivisi a livello internazionale sarà molto complicato e violento il nostro futuro. La soluzione secondo me è aiutare senza lasciarsi sottomettere.

LPR: Ringraziandoti e ricordando a tutti dove possiamo trovare il tuo lavoro ti chiediamo quali strade artistiche vorresti affrontare nel futuro.

Andrea Alessio: Caleidoscopio lo trovate in tutte le piattaforme di streaming. Basta cerchiate “caleidoscopio andrea alessio” e mi troverete. Senz’altro faro’ in futuro un nuovo album sulle orme di Caleidoscopio. Intendo approfondire la mia competenza della musica elettronica per metterla sempre più al servizio del racconto popolare o cantautorale e degli strumenti musicali suonati dal vivo.
I testi delle canzoni di Caleidoscopio ed il pappagallo carioca da colorare li trovate su www.alessioandrea.com. Mi trovate su facebook come “andrea alessio”.  trovate anche il mio gruppo “(in)canto a trieste”. Una curiosità: Andrea è il mio nome, Alessio è il mio cognome.
Ovviamente ti ringrazio per l’intervista, cara Laura.

Laura Poretti Rizman

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