Carmina Burana 🗓

Piazzale del Castello di San Giusto 27 luglio 2023, ore 21

Nell’ambito di Trieste Estate 2023

Carl Orff

CARMINA BURANA

Direttore GIULIO PRANDI

Soprano ELEONORA BELLOCCI

Controtenore FILIPPO MINECCIA

Baritono VINCENZO NIZZARDO

Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Maestro del Coro PAOLO LONGO

Con la partecipazione del Coro del Friuli-Venezia Giulia

Maestro del Coro ANNA MOLARO

Movimenti coreografici MORENA BARCONE

 

«O Fortuna, velut Luna statu variabilis! Semper crescis aut decrescis»

«O Sorte, come Luna sei sempre variabile! Sempre cresci o decresci»

I Carmina Burana costituiscono un gruppo di testi poetici medievali dell’XI e del XII secolo, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo.

Questo manoscritto si chiama Codex Latinus Monacensis 4660 o Codex Buranus, proveniente dal convento di Benediktbeuern che altro non è che l’antica Bura Sancti Benedicti, fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera.

Ad oggi il codice è custodito nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.

Sono dunque canti religiosi o profani: scherzosi, amatori, satirici, blasfemi alcuni e mistici altri, in strofe e versi vari rimati. A essi si ispirò il musicista C. Orff per la sua omonima composizione nel 1937.
Di grande professionalità l’esecuzione dell’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste diretta dal Maestro Giulio Prandi, del Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste diretti dal Paolo Longo e del Coro del Friuli-Venezia Giulia diretto dal Maestro Anna Molaro ed inaceppibili le esecuzioni dei solisti in particolare  del controtenore Filippo Mineccia, per la prima volta a Trieste, che ha incantato il pubblico con le sue estensioni vocali.
All’esecuzione si è aggiunta una coreografia di Morena Barcone che ha portato delle giovani danzatrici sul palcoscenico nel nome della passione e del colore rosso acceso permessa dalla particolare disposizione laterale del coro,  divulgato nel canto attraverso l’utilizzo dei microfoni ed altoparlanti permettendo così la diffusione sonora in un ambiente così grande ed affollato a chiusura della stagione estiva del Verdi che trionfa con i Carmina Burana  una stagione di applausi meritati.
Laura Poretti Rizman
Giulio Prandi Foto Agostini fornita dall’ufficio stampa

Con un cast di grande eccellenza, guidato da Giulio Prandi, uno dei direttori più stimati in Europa sul repertorio antico e barocco tanto da essere ospite fisso al Concertgebouw di Amsterdam, arriva finalmente nel quattrocentesco Castello di San Giusto la sua colonna sonora ideale da sempre: quei Carmina Burana di Carl Orff che sono nell’immaginario popolare, dal teatro d’opera all’Epic Metal, la musica di un Medio Evo mitico, ridisegnato negli anni ’30 del ‘900 come simbolo di libertà, tanto da essere osteggiato dal regime nazista, e oggi sappiamo anticipatore dell’aura fantasy di cui letteratura e cinema hanno poi ammantato i secoli bui. Il controtenore Filippo Mineccia, vera star del nuovo Ba-Rock per la prima volta a Trieste, completa una serata imperdibile.

Composto in 24 brani da Orff seguendo, totalmente al buio delle indicazioni musicali allora non ancora decifrate, i componimenti poetici medievali ritrovati ad inizio ‘800 nella Bura di San Benedetto in Alta Baviera in latino, alto tedesco e provenzale antico, soprattutto grazie alla fascinazione di libertà che da questi testi spirava negli anni bui del nascente nazismo e che gli costò l’ostracismo del regime, i Carmina Burana furono subito un successo di massa e con i lavori di Tolkien degli anni ’50 in letteratura, sono di certo la punta di massima popolarità main-stream della riscoperta in chiave fantasy del Medio Evo.

Collocazione dunque perfetta ed assai suggestiva tra le austere mura del Castello di San Giusto, luogo ideale per un’opera che racconta nel testo il vero Medio Evo e nella musica la sua proiezione mimetica nel Novecento e soprattutto ottima la scelta di Giulio Prandi sul podio: vero punto di riferimento europeo per la musica antica e barocca, vincitore di innumerevoli premi internazionali con il Coro e Orchestra Ghislieri da lui costruiti in anni di meticoloso lavoro, Prandi saprà sicuramente inverare con sapienza la finzione medievale dominando l’oceanico organico, tra i più grandi del Novecento musicale, peraltro reso più articolato dalla presenza di molti strumenti raramente usati come la raganella, i cymbali, i sonagli, campane tubolari, le nacchere, il tamburo basco, tutti stratagemmi per dare alla composizione quel tono spontaneo e popolare che Orff ricercava.

La giovane soprano belcantista, rossiniana doc, con alle spalle importanti collaborazioni con il Maggio Musicale Fiorentino e produzioni di pregio con registi come Carsen, Kovsky e Pizzi, avrà al suo fianco una delle star più acclamate del Barocco, l’altrettanto giovane controtenore Filippo Mineccia, considerato uno degli artisti di punta della Barocco’s Renaissance nel mondo e per la prima volta in città. Completa il cast il trentaseienne baritono calabrese Vincenzo Nizzardo, già Malatesta nel Don Pasquale giuliano del ’22, qui al debutto nel ruolo.

Il coro del Teatro Verdi sarà affiancato dal Coro del Friuli-Venezia Giulia guidato da Anna Molaro per giungere il ragguardevole numero di 85 voci.

Scheduled Arte e spettacolo Trieste

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