Slovensko stalno gledališče, La Contrada Teatro stabile di Trieste
Luca Quaia
COSÌ VICINO
traduzione: Janko Petrovec
regia: Luca Quaia
con: Lara Komar
DAL 10 GENNAIO AL TSS
L’inizio del nuovo anno porterà al Teatro Stabile Sloveno un debutto che valorizza sinergie e creatività triestina. Dal 10 gennaio andrà in scena infatti la versione in lingua slovena della coproduzione TSS con il Teatro La Contrada Così vicino, testo scritto e diretto da Luca Quaia per e con l’interpretazione dell’affermata attrice Lara Komar.
Lo spettacolo è un monologo che nasce dall’esigenza di analizzare la paura del diverso in una società sempre più multietnica e nella quale la convivenza con culture lontane può creare un senso di disorientamento. L’autore ha scelto di trattare un argomento fondamentale per comprendere e affrontare il quotidiano con un tratto lieve, ironico. Il contesto della vicenda è infatti il trasloco di una giovane donna che vive in linea con le tendenze attuali, interconnessa attraverso i social, impegnata nella ricerca del benessere »interiore« e convinta di essere perfettamente al passo con i tempi e aperta ai cambiamenti, almeno fino all’incontro diretto con la realtà. Affrontare l’accoglienza del »diverso« in prima persona la costringe infatti a fare i conti con le reali paure e i pregiudizi che derivano prima di tutto da fragilità personali legate al vissuto familiare.
L’adrealina del trasloco in un appartamento nuovo si trasforma infatti in paura e stress quando la protagonista scopre che il suo vicino è un immigrato. Per questo si barrica in casa per osservarlo, ma in realtà questo sarà principalmente il modo per esplorare le proprie insicurezze. “E’ un racconto a tratti spensierato che però vuole indagare nelle nostre paure di ciò che non conosciamo e non abbiamo nessuna intenzione di conoscere e incontrare« – racconta Quaia, che a proposito degli elementi scenici, al tempo stesso verosimili e simbolici, aggiunge: »Su una scena spoglia, la protagonista usa degli scatoloni da trasloco per portarci in mille posti diversi, dai ricordi alle fantasie e dalle paure alla nostalgia, per capire un po’ meglio cosa ci spinge a chiuderci di fronte alla diversità.«
Questo monologo parla di relazioni e della loro importanza: dal contatto diretto con la diversità che trasforma la diffidenza in rapporto evidenziando l’infondatezza di paure e pregiudizi, fino alle conseguenze di relazioni distorte o di modelli basati su luoghi comuni.
Crescere con troppe barriere e divieti non permette di sviluppare la conoscenza del mondo e non prepara ad affrontare i suoi cambiamenti. A questa considerazione il regista aggiunge anche un filtro ulteriore e altrettanto diffuso, ovvero essere vittime di una tecnologia subita passivamente e che tende pericolosamente a confondere i confini della realtà, creando anche l’abitudine alla violenza e alla discriminazione. Così vicino è per il suo autore un racconto che indaga le paure del nostro tempo e parla »di noi che ci crediamo così civili, così educati e così migliori di altri.«
La coproduzione è stata presentata prima nella versione originale in lingua italiana al Teatro dei Fabbri, mentre l’anno scorso ha avuto un’anteprima a Gorizia nella versione in lingua slovena e nella traduzione di Janko Petrovec (che è stato attore della compagnia del TSS, in seguito apprezzatissimo corrispondente da Roma per la televisione nazionale slovena ed è ora caporedattore dei programmi di Radio Koper).
La realizzazione di uno spettacolo in doppia versione linguistica è stata resa possibile grazie al bilinguismo della protagonista Lara Komar, che è anche dedicataria del testo teatrale. La popolare attrice di teatro e fiction negli ultimi anni ha ottenuto grande successo sia in fiction slovene che per il ruolo nella soap »Il paradiso delle signore«, in onda su Rai 1. Nei mesi scorsi ha partecipato alle riprese del nuovo film di Martin Turk »Il teschio e il lenzuolo«.
L’autore e regista Luca Quaia, che in questo spettacolo cura anche scene e luci, è un artista poliedrico che scrive, dirige, costruisce, produce spettacoli nei quali unisce diversi linguaggi, dalla danza al circo. Ha realizzato una produzione per Mittelfest, ha collaborato con le principali realtà teatrali della regione, ha curato la regia di documentari e il suo spettacolo di Circo teatro “Bello!” è da diversi anni in tournée in Italia e all’estero. Così vicino è il suo progetto teatrale più recente, per il quale i costumi sono stati selezionati da Antonella Caprioli, mentre musiche e effetti sonori sono a cura di Francesco Sgrò.
Lo spettacolo andrà in scena fino al 26 gennaio al Ridotto del Teatro Stabile Sloveno e sarà sovratitolato in italiano. Le prime due repliche della domenica pomeriggio potranno contare sul consueto servizio di autobus navetta.