Das Kaffeehaus

Una grande interpretazione collettiva per una regia mirabile ha entusiasmato il pubblico presente alla prima nazionale della stagione della Sala Bartoli del Teatro Politeama Rossetti di Trieste, questa sera, martedì 1 novembre 2016.

In scena tutta la Compagnia del Teatro Stabile formata da Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos e con Graziano Piazza per l’interpretazione di Das Kaffeehaus di Fassbinder, tratto da La bottega del caffè di Goldoni. La sorprendente regia è curata da Veronica Cruciani.

Il sipario aperto porta il pubblico a Venezia, dove si svolge la storia. Una città che può essere benissimo la nostra Trieste, dove intrecci di egoismi si alternano a sensazioni dolorose di solitudine.

L’inizio è avvolto da uno sciabordare d’acqua, ma la musica ci porta immediatamente in un periodo ottocentesco. Tutti i personaggi indossano delle maschere, che a tratti tolgono, senza mai riuscire a vivere continuatamente senza di esse, come fossero una appendice del loro corpo.

La rincorsa del denaro in fondo è solo un pretesto per una ricerca d’amore, del quale non sono mai paghi.

Piccole bassezze quotidiane trasportano i personaggi nel nostro oggi attraverso la musica che muta e ci trasporta nel tempo come per magia.

I vestiti, le luci, la scena, risultano perfette. Tagliano in due il palcoscenico, lasciando da una parte il fisico, la bisca con i suoi scambi di soldi, e dall’altra la parte filosofica, il caffè con le sue confidenze, i suoi incontri e le sue meditazioni. Gli abiti mutano e diventano attuali, ci sono e coprono, oppure scivolano e scoprono, in un continuo gioco di essere e non essere, di appare o di fingere, di bianco e nero, di yin e yang.

Ieri come oggi, ancora, non riusciamo a cogliere l’importanza e la preziosità di questa vita che è unica, come un canto inaspettato e piacevolmente perfetto.

Lo spettacolo è imperdibile e rimarrà in scena a Trieste fino al 20 novembre.

Laura Poretti Rizman

 

foto Simone Di Luca fornita da Teatro Stabile del FVG
foto Simone Di Luca fornita da Teatro Stabile del FVG

“Prima nazionale, martedì 1 novembre, di Das Kaffeehaus di Fassbinder – da La bottega del caffè goldoniana – nella regia di Veronica Cruciani. In scena, nel secondo titolo del cartellone, Graziano Piazza e tutti gli attori della Compagnia Stabile in uno spettacolo sorprendente, che intreccia il sortilegio di Venezia alle ombre dell’attualità”

Il primo debutto alla alla Sala Bartoli, per la stagione 2016-2017 è una prima nazionale: si tratta di Das Kaffeehaus, che il genio drammaturgico di Rainer Werner Fassbinder crea sulla base della commedia settecentesca La bottega del caffé di Carlo Goldoni.
Un nuovo progetto di produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, una nuova riscrittura concepita da un autore di cultura tedesca che vede Graziano Piazza – attore ospite – al fianco dell’intera Compagnia del Teatro Stabile diretti, con grande capacità d’analisi e d’invenzione da una delle più accreditate registe del panorama contemporaneo, Veronica Cruciani.

Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos assieme a Graziano Piazza per Das Kaffeehaus.

Das Kaffeehaus vive alla Sala Bartoli il suo esordio, l’1 novembre per replicarvi fino al 20: sarà in tournée nazionale, invece, nel 2017.

Das Kaffeehaus – che Rainer Werner Fassbinder, regista e autore teatrale e cinematografico tedesco mise in scena per la prima volta nel 1969 a Brema – ricrea La bottega del caffé di Goldoni. Dell’originale del 1750 non vengono traditi i sottotesti: com’è nelle corde di Fassbinder, artista inquieto, maledetto, e geniale, prevalgono le tinte fosche e lugubri, una crudeltà cinica che trova perfette assonanze nel nostro presente.

A interpretarle, Veronica Cruciani, fra le punte di diamante di una generazione di registi italiani che sa indagare con sensibilità e molteplicità di linguaggi le luci e le ombre del nostro tempo.

«Lo sfruttamento dei sentimenti all’interno del sistema in cui viviamo è perno intorno al quale ruota non solo questo testo ma tutto il lavoro di Fassbinder» spiega infatti la regista. «Gli uomini dipendono gli uni dagli altri e strumentalizzano questa condizione di dipendenza. Tutti i rapporti personali sono corrotti dal potere e dal denaro. Una dimensione che in fondo ci parla di noi e dei meccanismi politici, economici e sociali che viviamo ogni giorno nel nostro Paese in modo diverso a seconda dei contesti in cui ci spostiamo. Nonostante il testo sia stato messo in scena per la prima volta nel 1969 la società che ne viene descritta essenzialmente non è molto diversa da quella che viviamo oggi: i personaggi somigliano a molte persone che potremmo incontrare in alcuni salotti o feste mondane dove si ostentano denaro, bei vestiti e una finta cortesia che nascondono un profondo livello di disperazione, solitudine, violenza, desiderio di potere e infine sopraffazione verso il prossimo. Ovviamente il modo di darsi al mondo di queste persone è diversa da quella dei personaggi di Fassbinder perché corrisponde a quella dei nostri giorni, ma l’essenza è la stessa».

In effetti, asciugando e rimodellando il plot goldoniano, Fassbinder accende i riflettori sul mondo di frequentatori della Kaffeehaus di Ridolfo, in cui un microcosmo d’individui si incontra e parla: discorsi che s’incentrano soprattutto sul denaro. Soldi che si contano e si scambiano addirittura ossessivamente. Certo si tratta anche di ideali, passioni, amicizie, relazioni, fedeltà, rispettabilità… ma ecco, anche per questo – sembra volerci dire l’autore – alla fine si deve pagare.

Spiega infatti Veronica Cruciani: «Il lavoro della regia come per tutti gli altri elementi dello spettacolo, sottolinea l’andamento drammaturgico del testo di Fassbinder: un graduale, lento, inesorabile smascheramento di un’ apparente situazione iniziale di festa e svago che si rivela sempre di più per quello che è veramente, ovverosia l’immagine nuda e crudele dell’incontro/scontro di un gruppo di persone guidate dalla brama di denaro e potere. Un’immagine nuda come la scena, che si staglia su una superficie aperta, astratta, che evoca soltanto accennandola la concretezza del luogo, le geometrie di una bottega del caffè a Venezia, ai giorni nostri: una Venezia contemporanea dove il presente e il passato dialogano in continuazione, nelle architetture, nei costumi, nelle ambientazioni. Lo stesso accadrà alla musica: si partirà da un lavoro di restituzione di esempi selezionati di musica tradizionale barocca che gradualmente lasceranno il posto a una composizione di musica elettronica che affiorerà distruggendo, sempre di più la tessitura sonora di partenza. Come se anche sul piano musicale andasse svelandosi la dura verità che si cela dietro l’apparenza».

Incarnano i molti personaggi della commedia Graziano Piazza (Pandolfo) e gli attori del nucleo stabile Filippo Borghi (Eugenio), Adriano Braidotti (Conte Leandro), Ester Galazzi (Lisaura), Andrea Germani (Trappola), Lara Komar (Vittoria), Riccardo Maranzana (Ridolfo), Francesco Migliaccio (Don Marzio), Maria Grazia Plos (Placida).

L’adattamento è stato curato dalla stessa Veronica Cruciani dalla traduzione di Renato Giordano, le scenografie sono di Barbara Bessi come pure gli affascinanti costumi. Riccardo Fazi ha creato la drammaturgia sonora mentre il disegno luci è firmato da Gianni Staropoli. È una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Per Das Kaffeehaus il debutto nazionale è in calendario martedì 1 novembre e le repliche fino a domenica 20 novembre alla Sala Bartoli.

Questi gli orari d’inizio dello spettacolo: 1 novembre ore 19.30, 2 novembre ore 21, 3 novembre ore 17, 4 novembre ore 19.30, 5 novembre ore 21, 6 novembre ore 17, 8 novembre ore 19.30, 9 novembre ore 21, 10 novembre ore 21, 11 novembre ore 19.30, 12 novembre ore 17, 13 novembre ore 17, 15 novembre ore 19.30, 16 novembre ore 21, 17 novembre ore 21, 18 novembre ore 19.30, 19 novembre ore 21, 20 novembre ore 15.30.

Per abbonamenti e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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