Due Partite

D’inverno il sole stanco a letto presto se ne va. Non ce la fa più.

La notte adesso scende con le sue mani fredde su di me. Ma che freddo fa.

Con questa canzone, del 1969, scritta da Claudio Mattone per Nada, si apre il sipario dello spettacolo tanto atteso al Teatro Politeama Rossetti. La canzone colloca immediatamente la scena nel periodo degli anni ’60 e la scenografia di Nicolas Bovey ed i costumi di Gianluca Falaschi, sono perfettamente coerenti.

Si intuisce fin da subito che l’argomento trattato sara prettamente di genere femminile, in questo incontro di quattro donne intorno ad un tavolo per la consueta  partita a carte settimanale.

Ma questa giornata  in realtà è soltanto una pretesa per rubare un momento di condivisione nel quale poter sfogarsi di tutti i momenti bui delle giornate, di quegli attimi o infiniti periodi nei quali l’insoddisfazione deve essere mascherata da volti sorridenti e compiacenti.

Si parla di femminismo, nel testo di Cristina Comencini, con grazia e moltissima ironia. C’è una rabbia sepolta che sta per riaffiorare in queste quattro donne così diverse tra loro, ma soprattutto c’è una grandissima componente ironica che permette a tutte di sopravvivere.

Grande prova di recitazione  per una regia di ottimo timbro, curata da Paola Rota. Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Tatiana Lepore si alternano nei ruoli di madri dapprima e di figlie dopo, dimostrando la loro grande capacità artistica, malcelata soltanto nel momento commovente degli applausi a fine spettacolo, particolare che le ha rese ancor maggiormente amate dal pubblico triestino.

Uno spettacolo imperdibile per ogni donna, adulta e bambina, ma soprattutto per gli uomini di oggi, che nonostante dicano che i tempi siano cambiati, troppo spesso non si accorgono di quanto cammino dobbiamo ancora percorrere per raggiungere la parità di genere, ancora troppo lontana in un’Italia così dichiaratamente democratica.

La nascita, la vita, lo scorrere delle stagioni e la morte, passano tutte attraverso la natura femminile e non onorare questa evidenza porta all’infelicità.

Capita mai di essere felice? Una domanda banale, ma che forse soffermandoci a riflettere non è poi così semplice da affrontare nella risposta.

Mogli e amanti a confronto nella loro scelta di vivere nel nome della maternità o dell’assenza della stessa, al fianco di uomini che troppo spesso non sanno amare rendendo l’amore una malattia.

Un’autostima abbattuta sotto lo zero per le donne di molte generazioni che devono divenire elastiche per poter sopravvivere, e nell’assurdo, proprio chi sembra più amata, alla fine non riesce a continuare a vivere.

Le figlie diventano il prodotto delle loro madri: a volte assomigliano a loro ma spesso se ne distaccano completamente, quasi a voler sembrare migliori, ma in realtà l’esempio visivo lavora incessantemente, rendendole schiave di dubbi nell’aver fatto bene a scegliere diversamente.

Ottima la scelta musicale nell’abbinare Nada a Dalida, due grandi artiste e due grandi donne, che nella vita hanno sempre cercato di distaccarsi da ruoli imposti dal perbenismo e dalla società.

Uno spettacolo davvero bello, che nonostante la malinconia fortissima, ha permesso di ridere tutto il tempo, perchè  ridere è saggezza e salvezza.

Bang, bang rivedo te
bang, bang che spari a me
bang, bang quel suono sai
bang, bang non lo scorderò mai

Laura Poretti Rizman

foto fornita dal Teatro Stabile del FVG

“Quattro madri e le loro quattro figlie ritratte a quarant’anni di distanza. In “Due partite” ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 3 al 7 maggio Cristina Comencini indaga sulla figura e sulla condizione della donna, attraverso una commedia interessante e ben costruita. Ne sono interpreti le bravissime Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Tatiana Lepore. Lo spettacolo è programmato nel cartellone di Prosa”.

L’ironica, sottile scrittura di Cristina Comencini, la delicata mano registica di Paola Rota, e la duplice interpretazione delle protagoniste, Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Tatiana Lepore, tutte volti noti e amati del mondo dello spettacolo italiano…

“Due partite” – che arriva al Politeama Rossetti dal 3 al 7 maggio per la stagione di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – è interamente declinato al femminile e di identità femminile tratta, cercando di analizzarne e coglierne i mutamenti dagli anni Sessanta ai giorni nostri.

Commedia d’esordio di Cristina Comencini, che nel 2006 si metteva alla prova come drammaturga, forte di una premiata e solida esperienza di regista e sceneggiatrice, “Due partite” si è rivelata un’immediato successo: «Ho sempre pensato di scrivere per il teatro» ammetteva allora l’autrice. «La mia esperienza di regista-scrittrice mi ha fatto riflettere sulle distanze e le vicinanze tra le parole del cinema, della letteratura, del teatro, sulla possibile contaminazione tra queste diverse forme di drammaturgia. I registi di cinema, gli scrittori italiani si incontrano sempre più spesso, usano i loro diversi strumenti per arricchire le forme e i contenuti del racconto. Penso che questo sia possibile anche per il teatro. Non ho mai creduto che la collaborazione tra le diverse drammaturgie potesse ridurle o omologarle. In tutti paesi in cui il cinema è vivo, si hanno anche un teatro e una letteratura vitali, testi nuovi, attori di cinema e di teatro che frequentano alternativamente il palcoscenico e il set».

La realtà e la sua stessa carriera, danno ragione alla raffinata autrice, che ha già visto applaudire altri suoi lavori teatrali (come “La scena” coprodotto dallo Stabile regionale e Artisti Riuniti e interpretato da Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti).

In “Due partite” il pubblico assiste a due momenti di una stessa storia, che si rispecchiano l’uno nell’altro. Un’architettura drammaturgica interessante che pone le attrici davanti a una prova complessa: devono infatti interpretare il ruolo di quattro donne degli anni Sessanta nel primo atto e nel secondo le loro quattro figlie ormai divenute donne.

Il tempo di una vita e il legame più identificante e inscindibile del mondo – quello fra madre e figlia – per analizzare l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni, in tutte le sue prove di forza, lacrime, gioie…
Il sipario si alza su un salotto dove le quattro protagoniste del 1960 si incontrano ogni settimana per giocare a carte: è un pretesto per confidarsi, e sognare il futuro. Il racconto si chiude nel segno felice di una nascita. Il secondo atto invece, 45 anni dopo, vede le quattro figlie riunirsi per il funerale di una delle madri: gli spettatori le riconosceranno una ad una dalle parole, dai ricordi, dalle battute delle loro figlie. Chissà se queste incarnano i sogni delle loro madri, chissà se hanno scelto di distanziarsi dal loro modello o se continuano a trovare nel loro esempio la forza per affrontare la vita: perché – sembra evidenziare l’autrice – quelle donne nuove sono sicuramente più consapevoli, più emancipate delle loro mamme, ma chissà se ciò significa anche più serene, gratificate e sicure…

“Due partite” scritto da Cristina Comencini e diretto da Paola Rota, è interpretato da Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Tatiana Lepore. Le scene ed il disegno luci sono firmate da Nicolas Bovey, i costumi sono di Gianluca Falaschi, la produzione di Artisti Riuniti.

“Due partite” va in scena da mercoledì 3 a domenica 7 maggio alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti per il cartellone di Prosa dello Stabile regionale. Tutte le repliche sono serali con inizio alle ore 20.30, tranne quella di domenica 7 maggio che è pomeridiana con inizio alle ore 16.

Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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