Far finta di essere G.

Arriva anche a Trieste, dopo sette anni di tour, questo spettacolo che omaggia Giorgio Gaber e come ai bei tempi, il teatro si riempie di gente. Giocano in casa Davide Calabrese e Lorenzo Scuda degli Oblivion, con il loro intercalare frasi dialettali ai testi da loro interpretato. Sul palcoscenico, alle loro spalle,  nella penombra, la sagoma del grande poliedrico artista.
Una carellata di canzoni raccontano la vita di Gaber durante l’ora e venti di spettacolo, ma spesso si riallacciano alla condizione attuale della nostra società e nella differenza sempre più evidente dei ceti sociali d’appartenenza. Si passa da canzoni come il suo primo successo, La ballata del Cerutti, si sosta Al bar Casablanca, per arrivare a parlare di proletariato e della rivoluzione degli operai, stiracchiando le parole fino a chiuderle in scena con uno sbadiglio. L’importante è che l’operaio prenda coscienza, dice Gaber, ma è una storia sentita e risentita talmente tante volte che i due artisti sul palcoscenico, hanno pensato di  interpretarla in questo modo cogliendo benissimo l’intento originale, quasi a dire che oramai, a furia di parlare, la rivoluzione non si farà più, perchè Non si è mai abbastanza coraggiosi da essere vigliacchi definitivamente.
Gaber sapeva vedere le cose da una posizione esterna, forse per questo le capiva meglio degli altri.
Sua anche la frase, tra le tante, Se vuoi sciupare l’amicizia con una persona… facci all’amore.
Uno spettacolo piacevole, che basa la sua scaletta sul gioco Dire, fare, baciare, lettera e testamento. Per ogni passo un racconto, trattato con sapiente ironia e dolcezza al fine quasi di render suppliche che partendo dalla strada arrivano al cuore degli uomini, per la salvezza del Paese e  della libertà dell’uomo.
Perchè noi crediamo ancora agli uomini onesti, la realtà è più avanti, noi siamo sempre indietro.
Un  artista amato da molti eppure sembra incredibile, guarda è impossibile, lui non c’è più.
Nonostante tutto, noi tutti che l’abbiamo amato,  sappiamo che ora le sue parole potrebbero essere solo le seguenti: Io sto bene…questa illogica allegria proprio ora, proprio qui…

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©Laura Poretti Rizman

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link al trailer dello spettacolo


foto Il Rossetti

“Davide Calabrese e Lorenzo Scuda “dettano” – momentaneamente distaccati dal resto degli Oblivion – in Far finta di essere G, spettacolo che fa omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Ironia e teatro canzone con due ottimi protagonisti, in scena al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia soltanto martedì 27 novembre alle 20.30.”.

Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, sono famosi quali applauditissimi elementi degli Oblivion.
In Far finta di essere G, atteso da un’affollata platea al Teatro Stabile regionale per martedì 27 novembre, si presentano però in “duetto” come autori e protagonisti. In realtà, la scelta non è nuova: questo loro spettacolo da ben sette anni riscuote successo in tutti i teatri d’Italia, e finalmente approda anche al Teatro Stabile del Friuli Venezia giulia, che – per la programmazione altripercorsi – lo ospita per una sera, facendo omaggio al legame forte che storicamente lo lega a Giorgio Gaber, al cui spirito allude la “G” del titolo.

«Veniamo dal Musical. Facciamo intrattenimento, comicità, parodia, varietà musicale. Cosa c’entra tutto ciò con il teatro canzone di Gaber e Luporini?» si chiedono nelle note a Far finta di essere G i due creatori e interpreti dello spettacolo.
«Qualcuno può dire che il Gaber pensiero non appartenga alla nostra generazione» continuano infatti. «Per noi è stato come un regalo, che ci siamo trovati in mano senza saperne bene la storia e la provenienza. Parlando dei (fin troppi) omaggi che in questi anni gli sono stati fatti, forse si finisce per mettere in secondo piano i veri “omaggi”, ovvero i regali che Gaber e Luporini hanno fatto a noi. Gaber, per noi, è un maestro. Il massimo esempio di come una macchina scenica perfetta, un raro istinto animale e un intellettuale di grande spessore possano convivere tranquillamente in un’unica figura. Un intellettuale capace di mettere in ridicolo le miserie del nostro vivere quotidiano, pronto a sgretolare le ipocrisie della nostra epoca ma, un attimo dopo, capace di interpretare con grande generosità anche una semplice canzone d’amore».

Scuda e Calabrese definirebbero Far finta di essere G… una passeggiata affettuosa nel repertorio gaberiano. E sottolineano che fanno riferimento proprio a tutto il repertorio: anche quelle prime vecchie canzonette che poco sembrano in tono con l’impegno e il teatro canzone, ma senza le quali la comprensione del percorso artistico di Gaber sarebbe parziale.

I due artisti interpretano come una perfetta macchina scenica questi primi brani e alcuni dei maggiori successi di Gaber e Luporini, e sfruttano appieno il loro reciproco affiatamento nonché la loro natura poliedrica, a più dimensioni. Nella performance, infatti, musica e teatro si fondono in un solo linguaggio dove – spiegano – «il musicista è il partner scenico dell’attore e l’attore fondamento della struttura musicale. Uno spettacolo che riproduce il giusto mix fra una rilettura personale dei testi gaberiani ed un tributo alla perfezione scenico-musicale delle sue opere più belle. Un’ora e mezzo di divertimento e riflessione allo stesso tempo, con quell’equilibrio fra dolce e amaro tipico della condizione dell’uomo moderno che nessuno ha mai saputo esprimere con tanta efficacia come l’inimitabile Giorgio Gaber».
E se omaggio dev’essere, per Scuda e Calabrese va allora fatto con sincerità e senza tradire le proprie personali “corde” artistiche: ecco allora lo spazio a quel lato giocoso e giullaresco presente un po’ ovunque nei testi e nelle musiche, anche in quelli più duri e sferzanti.
Lo spettacolo diviene così anche «Un gioco teatrale dove “Oblivionare” pezzi interi di canzoni e monologhi, smontandoli, scomponendoli e ricomponendoli alla nostra maniera. Per scoprire – concludono – come i confini fra intrattenimento leggero e teatro d’autore siano più labili di quanto si possa immaginare… Quello che conta è il rigore, la passione e una sana dose di follia».

Far finta di essere G omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporini, di Gaber, Luporini, Calabrese, Scuda va in scena solo martedì 27 novembre alle ore 20.30.
Le musiche sono di Giorgio Gaber, il suono di Giuseppe Pellicciari, le luci di Claudio Tappi, i protagonisti sono Davide Calabrese e Lorenzo Scuda.
Lo spettacolo è prodotto da Malguion srl

Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.

La Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste.

L’ufficio stampa

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