GAIA CHE PASSIONE
dialoghi fra discipline
marzo-giugno /ottobre-dicembre 2013
sesto ciclo di incontri della domenica alle ore 11 a Stazione Rogers
Il tema per il 2013 è dedicato a GAIA e si articolerà durante l’intero anno con 15 incontri domenicali che si articoleranno tra marzo e novembre con: Benno Albrecht, Silvia Amati, Pippo Ciorra, Maria Grazia Cogliati Dezza, Barbara Della Polla, Khaled Fouad Allam, Antonella Gallo, Mauro Giacca, Filippo Giorgi, Mateo Kriesm Cosimo Monteleone, Franco Rotelli, Paolo Rumiz, Lucilla Spini, Lella Varesano, Federica Zanco Fehlbaum.
Domenica 24 marzo alle ore 11:
Lucilla Spini, “L’anno internazionale dell’acqua. Etica e cooperazione alla biodiversità”
Primo appuntamento con Lucilla Spini, antropologa esperta di biologia umana, comportamento dei primati nonché di conservazione della biodiversità e di politiche ambientali internazionali. Alla TWAS di Trieste, è Coordinatore delle attività IAP/IAMP (The Global Network of Science Academies / The InterAcademy Medical Panel). In occasione dell’anno intermazionale dell’acqua Lucilla Spini parlerà di Etica e cooperazione alla biodiversità.
GAIA il pianeta vivente cerca l’equilibrio necessario per vivere in pace.
L’omeostasi che accomuna tutti gli organismi viventi, che è la capacità dei sistemi biologici ed ambientali di resistere al cambiamento, di rimanere in condizione di equilibrio è volta a volta messa alla prova dal filtro della selezione naturale.
D’altra parte in “una società che fornisce supporto sociale, assistenza medica, che produce cibo attraverso l’agricoltura e l’addomesticamento degli animali, dove non c’è svantaggio riproduttivo, per chi sbaglia nelle professioni intellettuali, non ci sarebbe ostacolo alla progressiva diffusione delle mutazioni e quindi al peggioramento delle nostre prestazioni intellettive” (M. Giacca).
Anche il principio di costanza regolatore dell’attività psichica incorpora nei propri schemi mentali le richieste dell’ambiente per assimilazione ed accomodamento.
GAIA “dove la visione dell’evoluzione come competizione cruenta cronica tra individui singoli e specie, distorsione della teoria darwiniana della sopravvivenza del più idoneo, si dissolve dinanzi alla visione nuova di una cooperazione continua, di una interazione forte e di una dipendenza reciproca tra forme di vita” (L. Margulis).
Gagarin dalla finestrella della navicella spaziale la vede senza frontiere: “il pianeta è bellissimo, tutto azzurro e turchino, senza frontiere”.
GAIA è l’essenza della natura, la dea della fertilità, la Madre.
Madre di tutti gli dei, madre dei Titani, e fra questi di Atlante, Cronos, Elio, Oceano: chi reggeva il peso del mondo, chi domava la furia delle acque, chi guidava il corso del sole, chi lo scorrere del tempo.
Un ciclo di conversazioni, che fa seguito ai temi della Scienza, della Mano, del Gioco, del Dono, della Cultura fin qui toccati a Stazione Rogers, e che confronta le diverse tessere di un mosaico di intenzioni positive che la nostra coscienza ha già maturato.
Argomenti di architettura, etica, politica, psicologia, scienza, teologia.
Il pogetto, a cura di Gigetta Tamaro e Laura Forcessini, è suddiviso in cinque sezioni: Il sistema vivente, Riflessioni sui comportamenti, Narratività e architettura, La ricerca delle buone pratiche, Riconciliazione.
domenica 7 aprile alle ore 11:
Lella Varesano e Barbara Della Polla, “Visioni:Hildegard Von Bingen”
Secondo appuntamento con GAIA che passione. Lella Varesano e Barbara della Polla in un incontro magico/poetico porteranno lo spettatore dalle visioni di Hildegard von Bingen, figura complessa della mistica medioevale, alle teorie sul processo creativo che accomunano lo stadio delle visioni estatiche sia alla sfera artistica sia a quella scientifica. Hildegarda la mistica fu scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa, poetessa, consigliera politica, profetessa e compositrice di musica. Una figura leonardesca anticipatrice che, tra l’XI e il XII sec., racchiuse in se un rapporto totale tra natura ed esistenza vivendo una vita di esperienze mistiche, intuizioni artistiche e scientifiche, capacità politiche e forze straordinarie in grado di connessioni verticali e cosmogonie illuminanti. Monaca benedettina fondatrice del monastero di Bingen fu non di rado in attrito con il clero per il suo coragg! ioso anticonformismo e malgrado le resistenze dei potenti riuscì a ribaltare il concetto monastico che fino ad allora era inamovibile, preferendo una vita di predicazione aperta. Le visioni di Hildegarda evocate dalla voce di Barbara Della Polla prenderanno corpo, luogo e spazio alla Stazione Rogers per riverberare, a 900 anni di distanza, in una eco di teorie olistiche, lodi, forme visive inspiegabili e simboli di una lingua ignota. Durante l’incontro Lella Varesano proporrà un’ardita interpretazione del processo creativo e di come le VISIONI aprano le porte della fede ma anche quelle della scienza e dell’arte in un dialogo di discipline incessante, mutevole e contestuale.
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Filippo Giorgi, “Clima tra chimica e biosfera” 14 aprile
Domenica terzo appuntamento con il ciclo di incontri GAIA CHE PASSIONE.
Filippo Giorgi è l’! unico scienziato italiano presente nell’organo esecutivo del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC) vincitore del premio Nobel per la pace nel 2007 insieme ad Al Gore con la seguente motivazione “in conseguenza degli sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”.
Dopo la laurea in Fisica nel 1982, ottiene i PhD alla School of Geophysical Sciences del Georgia Institute of Technology di Atlanta (Usa). Già ricercatore al National Center for Atmospheric Research di Boulder (Colorado) è direttore, da oltre un decennio, della sezione Clima e Fisica Meteororologica, ora fisica della Terra, dell’ICTP di Trieste. Si occupa di modellistica climatica, in particolare delle interazioni tra clima e chimica atmosferica e tra clima e biosfera.
Riflessioni sui comportamenti
Khaled Fouad Allam, ”Avere vent’anni a Tunisi e al Cairo” – 5 maggio
domenica 5 maggio, ore 11
ESSERE GIOVANI A TUNISI E AL CAIRO
Khaled Fouad Allam
Nel mondo globale, nell’informazione elettronica simultanea ci accorgiamo che il mondo è sempre più vicino, quasi a portata di mano, ma basta viaggiare, parlare con la gente che vive nei quattro angoli della terra per accorgersi che allo stesso riavvicinamento inedito corrisponde una distanza dovuta a ciò che la storia, le storie di ogni popolo e culture hanno costruito lungo i secoli. Il mondo arabo è interessante per que! sto.
Cosa accumuna un ragazzo o una ragazza a Tunisi, al Cairo, a Parigi, a Roma o a New York? Mentre loro dialogano via internet possiamo intuire i muri che a volte ci separano anche se ovunque oggi, nell’epoca della globalizzazione, vogliamo distruggere questi ultimi, in nome delle passioni democratiche, dell’eguaglianza e dell’amore fra popoli e culture.
Khaled Fouad Allam è sociologo e politico algerino e oggi è cittadino italiano. Insegna Sociologia del Mondo Musulmano e Storia delle Istituzioni dei paesi islamici alla facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste e Islamistica all’università di Urbino. Giornalista ed editorialista ha pubblicato numerosi libri per l’approfondimento delle tematiche relative ai rapporti tra mondo islamico con particolare riguardo alle questioni relative all’immigrazione e ai diritti di cittadinanza, al fine di favorire l’incontro interculturale per superare i luoghi comuni e per imparare a comprendere le diversità.
CONFORMISMO SOCIALE: PERCHÉ ACCETTIAMO
L’INACCETTABILE
Silvia Amati Sas
domenica 19 maggio
Silvia Amati Sas, nata in Argentina, vive in Europa da più di 50 anni. E’ medico pedopsichiatra e psicoanalista delle società svizzera e italiana. Lavora a Trieste come psicoterapeuta e ha insegnato in istituzioni universitarie, psichi! atriche, pedagogiche e psicoterapeutiche svizzere e italiane. Ha pubblicato molti lavori in libri e riviste sulla violenza sociale, la vergogna, l’etica. Le sue riflessioni sulla transculturalità si accompagnano a quelle sui meccanismi di difesa. La Amati sostiene che, quando gli aspetti indifferenziati, incerti, imprecisi del soggetto che costituiscono il “nucleo ambiguo”, perdono i loro depositari nel mondo esterno sia per motivi naturali o provocati: campo di concentramento, tortura, ecc, il nucleo ambiguo fa un brusco ritorno nel soggetto (reintrospezione) e si manifesta clinicamente con sentimenti di insicurezza e angoscia catastrofica (panico, obnudilamento, perplessità). Il nucleo ambiguo però troverà nuovi depositari nella nuova situazione con il conseguente adattamanto e conformismo inconscio alle nuove circostanze. In questi casi la qualità mimetica, plastica, oscillatoria e malleabile dell’ambiguità protegge con l’adattamento e l’indifferenza il resto della personalità che sembra rimanere sospesa nel tempo, dando così tempo all’Io di mettere in moto altri meccanismi di difesa.
(Narratività e architettura
Cosimo Monteleone, “La geometria universale
F.L. Wright” – 2 giugno
Mateo Kries, “L’architettura vivente – R. Steiner”
9 giugno)
dialoghi fra discipline
Narratività e Architettura
domenica 9 giugno alle ore 11
LA FELICITÀ DI ESSERE
Nicola Pagliara
“Per Trieste.
Ritorno a Trieste dove ho lasciato nel ’47 più di metà della mia vita. Otto anni sono pochi, ma molti se sono quelli dell’adolescenza, quando ho imparato a conoscere la Mitteleuropa, i suoi personaggi, la sua cultura. Me li sono portati dentro quegli anni tutta la vita, mescolata con il mondo di Napoli e il Sud che lentamente, ho imparato ad amare.
Così ne è nata una mescola di riferimenti, memorie e persone che, se hanno radici nell’universo della Secessione, di Freud, di Saba e di Svevo, hanno fatto i conti con Fanzago, Sanfelice, Viviani ed Eduardo: rigore lucido e romantico con il mondo tragico di Pulcinella.
In tutto questo la mia vita non ha cercato contrapposizioni, ma una difficile integrazione, trovando nell’uno e nell’altro una sintesi espressiva dove in forme diverse, si possono leggere le due anime.
La tettonica di Otto Wagner, la sintesi organica ed espressiva di Loos, sono stati la base del mio lavoro, trovando un loro significato nei mille colori dei marmi policromi di Fanzago.”
Nicola Pagliara torna a Trieste con un’autobiografia di ricordi in “La Felicità di essere”; una sfida strutturale con i “Ponti” e con le riflessioni sul mestiere di architetto in “Lettera a un Architetto”.
La conversazione sarà condotta da Luciano Semerani.
Nicola Pagliara nato a Roma nel ’33, a sei anni si trasferisce con la famiglia a Trieste dove rimane fino al ’47. Da allora vive a Napoli.
Dopo gli studi di Architettura conclusi nel ’59, attraversa tutta la carriera universitaria da volontario a libero docente nel ’72, a professore Ordinario in progettazione architettonica fino a ottenere la cattedra nel ’75.
Un particolare interesse per l’architettura mitteleuropea, per il futurismo italiano e il costruttivismo russo, lo hanno portato a compiere molti viaggi di studio all’estero ed a scelte linguistiche vicine al mondo delle prime avanguardie.
I suoi riferimenti restano i grandi Maestri americani ed europei attratto in particolare dalla Scuola di Wagner e dalla Scuola di Chicago. Con quel mondo, tra espressionismo ed etica della tettonica, lavora negli ambiti più vari con risultati sempre contenuti in un estremo rigore metodologico.
Le sue opere sono state ospitate dalle più importanti riviste nazionali e intern! azionali.
La rassegna è a cura di Gigetta Tamaro e Laura Forcessini
Antonella Gallo, “Il SESC – Fàbrica da Pompeja di Lina Bo Bardi” – 16 giugno
Antonella Gallo è professore al Dipartimento “Cultura del progetto” dello IUAV di Venezia dove dal 2002 insegna Composizione Architettonica e Urbana.
È membro dal 2003 del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica di Venezia.
Alla IX Biennale di Architettura di Venezia nel 2004 e al Museo d’Arte di San Paolo del Brasile nel 2006 ha curato con Luciano Semerani e Giovanni Marras la mostra “Lina Bo Bardi architetto”.
Lina Bo Bardi va in Brasile nel 1946 dove ha la possibilità di costruire opere di architettura e di organizzare eventi memorabili. La sua opera realizza una condizione non servile del mestiere dell’architetto mettendo radici nella “me! saillance” di culture e di popoli che è il Brasile.
Il suo approccio rivoluzionario è fortemente radicato nella narratività afro brasiliana di cui coglie gli aspetti ludici, quelli dell’anima e quelli della mano, propri di una cultura popolare che assegna pari dignità e diritti alla quotidianità degli atti e alla povertà dei mezzi.
Federica Zanco Fehlbaum, ”Tra pedregal e natura feconda – L.Barragan” – 23 giugno
Federica Zanco ha conseguito la laurea presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove ha completato il dottorato di ricerca in architettura. Ha collaborato con la rivista Phalaris ed ha fatto parte delle redazioni di Ottagono e Domus. E’ attiva, con saggi, articoli, pubblicazioni e partecipazioni a convegni e seminari dedicati ai temi di architettura e design. L’architetto Federica Zanco, giornalista ed esperta in design, moglie e compagna di lavoro di Rolf Fehlbaum proprietario del celebre marchio svizzero VITRA, è direttore dal 1996 della Fondazi! one Barragan, dedicata alla conservazione e allo studio dell’archivio dell’artista messicano Luis Barragàn (1902/1988), premio Pritzker e figura di spicco nel campo dell’architettura del ventesimo secolo.
La ricerca delle buone pratiche
Benno Albrecht, “Conservare il futuro” – 29 settembre
Mauro Giacca, “Scenari genetici per la società del futuro” – 6 ottobre
Franco Rotelli, “Prove di cooperazione” – 20 ottobre
Maria Grazia Cogliati Dezza,“Prove di comunità”
27 ottobre
Riconciliazione
Pippo Ciorra, “Re-cycle” – 10 novembre
Paolo Rumiz, “In cammino” – 17 novembre
STAZIONE ROGERS
Riva Grumula, 14
TRIESTE
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staff@stazionerogers.eu
gigetta tamaro, vicepresidente, 349 6603875 gigetta@semeranietmaro.it
laura forcessini, responsabile coordinamento attività, 334 3324584 laura.forcessini@stazionerogers.eu
(…) e ancora:
Rogersbook-Bookcrossing
Stazione Rogers, entrata da alcuni anni nel circuito dei Bookcrossing propone appuntamenti del giovedì condotti dal giornalista Pierluigi Sabatti. Gli incontri con editori e autori verteranno principalmnte sul tema Gaia che passione.
venerdi 15 marzo 2013, ore 17.30
Stella Rasman parla di “Roma senza Papa” di Guido Morselli
Incontro condotto da Pierluigi Sabatti
Le dimissioni del Papa le aveva anticipate cinquant’anni fa Guido Morselli nel romanzo “Roma senza Papa”. Ne parlerà venerdì prossimo, alle 17.30, alla Stazione Rogers, la giornalista Stella Rasman nel primo incontro del 2013 dedicato ai libri.
Riapre venerdì 15 marzo la “biblioteca” della Rogers dove si può riprendere a fare rifornimento di cultura. Gli appassionati, gli affezionati e i curiosi sono invitati a partecipare portando qualche volume per il book crossing.
“Roma senza Papa” venne scritto da Guido Morselli nel 1966 e pubblicato da Adelphi nel 1974. In quest’opera, che l’autore descrisse come “cronache romane di fine secolo ventesimo”, viene immaginata la vita quotidiana nella capitale italiana ormai abbandonata dal Pontefice.
Roma non è più “caput mundi” ma una città depressa e immiserita, in un mondo tecnologicamente avanzato e globalizzato, in cui l’Italia e la chiesa cattolica sono diventate delle realtà provinciali, di importanza molto relativa. Ad osservare questa triste realtà è un sensibile sacerdote svizzero, che torna a Roma alla fine del ‘900 a trent’anni dalla sua formazione ecclesiastica.
La chiesa si è trasformata radicalmente: le confessioni cristi! ane si sono unite, cattolici, ortodossi e protestanti hanno superato le loro contrapposizioni e si preparano ad accogliere anche i buddisti. Il Papa, un monaco irlandese, ha abbandonato i fasti del Vaticano per una piccola fattoria a Zagarolo. I preti si possono sposare e far figli.
Lo scrittore visionario ha precorso gli eventi che stanno accadendo oggi a Roma, ipotizzando pure le dimissioni di un Papa.
L’incontro sarà condotto da Pierluigi Sabatti.
mercoledì 15 maggio, ore 18.30
Borders. Il molo Audace e altri confini sentimentali
Protagonista una scrittrice che vive la frontiera: Lisa Corva, giornalista e autrice di romanzi. L’incontro sarà condotto dal giornalista Pierluigi Sabatti e parteciperà l’architetto Barbara Fornasir.
Lisa Corva scrive: d’amore, poesia, architettura, borse e scarpe, non necessariamente in quest’ordine. Scrive ovunque, anche sul suo iPhone. E ogni giorno, sul suo blog: lisacorva.com
Nata a Trieste nel 1964, usa solo profumi alla rosa, non porta l’orologio, e dopo “Confessioni di un’aspirante madre” e “Glam Cheap” (Sonzogno), è appena uscito il suo terzo romanzo: “Ultimamente mi sveglio felice” (Dalai). Dove, finalmente, è riuscita a infilare la città dove è nata, e dove non ha mai vissuto.
Lisa spiegherà come mai le riesce di svegliarsi felice e racconterà la sua vita tra Milano, Trieste e Lubiana dove vive con il marito architetto. Una vita al confine e ai confini che Lisa ama attraversare e soprattutto cancellare.
Insieme all’incontro con Lisa Corva alla Stazione Rogers riprende il rifornimento di libri. Gli affezionati al book sharing sono invitati a portare i libri che desiderano regalare per partecipare ad altri delle loro scoperte o riscoperte letterarie e ovviamente potranno scegliersi i volumi che troveranno alla Stazione. C’è bisogno di rifare il pieno di libri anche in vista dell’estate che, talvolta, riserva un po’ più di tempo alla lettura.
Rogervideo/rogersphoto
Proiezioni video e/o immagini fotografiche, stage, laboratori.
Indagini visive sul tema Gaia che passione per comunicare concretezza e attualità etico-politica.
Rogersnow
Giovani artisti a Stazione Rogers. In contemporanea con l’attività estiva di intrattenimento e musicale Stazione Rogers ospiterà giovani artisti esordienti con le loro opere. Quattro appuntamenti a cura di Lorenzo Michelli.
Rogersfood
Incontri con il gusto. Il debito ecologico che si è contratto con la Natura obbliga a ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare come si faceva responsabilmente sempre nel passato in nome di una gestione sostenibile del territorio.
Rogers architettura/design
L’architettura e soprattutto l’architettura del paesaggio dal XX secolo è sensibile al tema dell’ambiente, della sua salvaguardia e del suo immaginario. Eventi con installazioni e/o interventi urbani.
Mercoledì 12 giugno alle ore 19.00
LA TERRA DEL SACERDOTE
Neri Pozza Editore
Alessandro Mezzena Lona incontra Paolo Piccirillo
Presentazione del romanzo di uno dei nuovi talenti della narrativa italiana: Paolo Piccirillo.
Una storia di colpa ed espiazione, di crudeltà e innocenza.
IL LIBRO
È notte e la ragazza corre nella campagna buia piú veloce che può, senza voltarsi indietro. È finalmente riuscita a scappare dalla gabbia in cui la vecchia la teneva prigioniera. Il vento gelido le taglia la faccia e la terra brulla i piedi, ma quasi non se ne accorge, perché il dolore delle doglie la rende insensibile a tutto il resto. La ragazza si accascia, urla e partorisce, ma a quell’urlo di dolore ancestra! le non segue alcun pianto che annunci la vita. Lascia il bambino morto sotto un albero e prosegue fino a un fienile dove spera di potersi nascondere e riposare.
La ragazza non lo sa ma la terra su cui sta cercando rifugio è conosciuta da tutti come “la terra del Sacerdote”. Agapito è un uomo burbero e solitario, arido e secco come la sua terra, violento e duro come l’inverno degli Appennini. Tanti anni prima aveva provato a fuggire la povertà della sua terra, il Molise, emigrando in Germania; lí era divenuto sacerdote ma ormai di quel saio e della promessa fatta prendendo i voti è rimasto solo un soprannome.
Dalla Germania è tornato con un segreto troppo grande e ha barattato il suo silenzio con la terra su cui vive. Una terra maledetta che non dà frutti, morta come la sua anima.
Quando Agapito scopre la ragazza nascosta nel fienile si trova di colpo al centro di un affare molto pi&u! acute; grande di lui; la ragazza è un’immigrata clandestina, portata con l’inganno dall’Est dell’Europa e costretta a ripagare il passaggio in Italia in modo disumano: rinchiusa come un animale in gabbia e utilizzata per partorire figli da destinare all’adozione o al traffico d’organi. Agapito è incuriosito da quella ragazza, tanto strana da riuscire addirittura a far crescere qualcosa sulla sua terra e decide di non mandarla via ma di subentrare ai precedenti “carcerieri” mettendo a disposizione della malavita la sua casa e la sua proprietà come “allevamento” per questa e altre ragazze.
Da quel momento Agapito si troverà di nuovo chiamato a fare i conti con le proprie scelte e con la propria anima, o almeno con quell’unico briciolo non ancora barattato con il pane e la sopravvivenza quotidiana. Alla fine proverà a salvare una vita e non a toglierla, come acca! dde in Germania, provando a dare tutto se stesso per amore di qualcun altro. Le regole del potere però sono antiche e le persone vivono da troppo tempo piegandosi alla legge del piú forte. È cosí che una storia di sopraffazione e violenza non può trovare uno sbocco pacifico solo attraverso una redenzione personale: anche la fede in nuove possibilità deve sanguinare e lottare.
Paolo Piccirillo è nato nel 1987 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Nel 2010 ha pubblicato Zoo col semaforo, un romanzo che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica. Autore di racconti pubblicati su varie riviste e antologie, nel 2011 è stato scelto dal Festival delle letterature di Mantova come rappresentante italiano per le Scritture giovani.
«La terra del Sacerdote è un romanzo bellissimo e potente. È come se Cormac McCarthy si aggirasse
per la campagna molisana».
Brunella Schisa
«Paolo Piccirillo è tra gli scrittori maggiormente dotati dell’ultima generazione. In Zoo col semaforo si divertiva a smontare e riassemblare storie con invidiabile abilità. Per La terra del Sacerdote tenta qualcosa di piú difficile e maturo: spostare in avanti l’arte del narrare tenendo gli occhi conficcati nella materia piú nera e affascinante della nostra tradizione».
Nicola Lagioia
Giovedi, 20 giugno ore 19.00
VIOLA, VOCE DEL VERBO VIOLARE
incontro con Peppe Dell’Acqua, Fabio Dorigo e Claudio Ernè
Lo psichiatra Peppe Dell’Acqua ;Acqua, il giornalista Fabio Dorigo e Claudio Ernè, giornalista e curatore del libro “Viola – l’esperienza di Basaglia a Trieste”, racconteranno la storia della nascita del libro e di come la grafica abbia potuto rendere onore ad un momento fondamentale della storia della nostra città e della sanità. La grafica di Marco Stulle, con l’ideazione di una copertina del tutto particolare, nata da soluzioni cartotecniche complesse, voleva raccontare anche visivamente il concetto della riconquistata libertà da parte dei malati di mente. Per questo il titolo “Viola”, dal verbo violare, del libro. Così, anche noi abbiamo scelto di intitolare il nostro incontro “Viola,voce del verbo violare”.
Le strane soluzioni trovate? Frutto di incredibile ingegno. Lasciamo ai protagonisti della serata il piacere di raccontarle.
23/06/2013
TRA PEDREGAL E NATURA FECONDA – L. BARRAGAN
Federica Zanco
Federica Zanco ha conseguito la laurea presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove ha completato il dottorato di ricerca in architettura. Ha collaborato con la rivista Phalaris ed ha fatto parte delle redazioni di Ottagono e Domus. E’ attiva, con saggi, articoli, pubblicazioni e partecipazioni a convegni e seminari dedicati ai temi di architettura e design. L’architetto Federica Zanco, giornalista ed esperta in design, moglie e compagna di lavoro di Rolf Fehlbaum proprietario del! celebre marchio svizzero VITRA, è direttore dal 1996 della Fondazione Barragan, dedicata alla conservazione e allo studio dell’archivio dell’artista messicano Luis Barragàn (1902/1988), premio Pritzker e figura di spicco nel campo dell’architettura del ventesimo secolo.
FESTA DELL’ARCHITETTO
24 giugno 1923 / 24 giugno 2013
lunedì 24 giugno, ore 18
DALLA CUCINA ALLA CITTA’
conversazioni sull’architettura
Prima ancora della scoperta dei Gender studies, le “Architettrici” esploravano il mondo dell’architettura, del design, della città. Il loro contributo, fondamentale allo sviluppo della professione, sta proprio nell’approccio innovativo, qualitativo, trasversale. In particolare, il fil rouge che unisce e rende speciali le “Architettrici”, è il profondo interesse e impegno nel progetto sociale, architettonico e urbanistico, con l’ambizione di mettere a punto un prodotto di gra! nde serie destinato all’uomo nuovo.
In questa prima esplorazione, che riguarda le donne architetto che hanno attraversato il ‘900 Madri delle professioniste di oggi, incontriamo: Margarete SCHŰTTE-LIHOTKY, Charlotte PERRIAND, Elvira Luisa MORASSI.
Una giornata di approfondimento e conversazione, con le studiose che ne hanno valorizzato l’apporto culturale e tecnologico. Un omaggio alle pioniere e uno sguardo all’architettura peculiarmente al femminile, come valore aggiunto all’idea e al progetto architettonico, attraverso un processo creativo di sensibilità e dedizione.
ore 18.00
Dalla cucina alla città
Gigetta Tamaro, Lucia Krasovec Lucas, Graziella B! loccari
ore 18.20
Margarete SCHŰTTE-LIHOTKY, La cucina di Francoforte
Esther Giani, ricercatrice IUAV, Venezia
ore 18.40
Charlotte PERRIAND, L’arte di vivere e di abitare
Miriam Panzeri, architetto ricercatrice Università Studi di Torino e Université Paris
Lezione di Le Corbousier, anni ’30, (frammento video)
Delia Vassallo Gambarin, architetto e pittrice e collaboratrice dello studio Le Corbusier
ore 19.20
Elvira Luisa Morassi, L’arte di progettare il quotidiano
Fabia Cabrini, architetto, socia ANAB
La casa ideale di Gio Ponti, (frammento vide! o)
Margarete SCHŰTTE-LIHOTKY (1897-2000), la prima donna austriaca a diplomarsi nel 1918 in architettura alla Scuola di Arti applicate di Vienna, che ha indagato l’ambiente domestico per formulare nuove soluzioni architettoniche, dove modularità, componibilità, funzionalità, coerenza e logica – applicate al mondo dell’arredo – trasformano il concetto di mobile e dell’architettura degli interni che non è più solo complemento occasionale prodotto dell’ideazione.
Charlotte PERRIAND (1903-1999), celebrata come uno dei talenti più eccezionali della sua generazione, e il cui motto è stato “semplificare il più semplice”, ha studiato all’Union Central Des Art Decoratifs di Parigi per poi collaborare a lungo con Le Corbusier. La sua impostazione progettuale, per cui il mig! lioramento dell’oggetto esistente deve essere associato ad una riflessione sull’oggetto stesso, avrà come esito una reale rivoluzione plastica del design. La nuova concezione francese dell’interior andrà a elaborare i principi dell’architettura e si evolverà in osmosi con l’architettura stessa.
Elvira Luisa MORASSI (1903-2002) nasce a Gorizia e si laurea al Politecnico di Milano nel 1926. Lavora nello studio di Giò Ponti occupandosi dell’arredamento di interni e partecipa alla V Triennale di Milano del 1933 con un mobile caratterizzato da una geometria essenziale che già si distacca in modo evidente dalle ricercate eleganze degli oggetti intrisi d’arte di Giò Ponti.
comitato scientifico/organizzazione: Gigetta Tamaro + Lucia Krasovec Lucas
collaborazione! di: Graziella Bloccari e Laura Forcessini
partners: Associazione Culturale Stazione Rogers, A.I.D.I.A. – Sezione di Trieste, ESPANSIONI, èVOLUTA
Martedì 25 giugno, ore 19.00
Grafica e scienza. Il caso Asimmetrie
Incontro con Roberto Duse (designer) e Andrea Vacchi (primo direttore editoriale della rivista Asimmetrie)
Il designer Roberto Duse assieme ad Andrea Vacchi, primo direttore editoriale della rivista “Asimmetrie”, racconteranno come un progetto grafico articolato, realizzato sulla base dello studio del target, possa rendere più efficace la comunicazione, sempre difficile, degli argomenti scientifici ai giovani.
Si farà un viaggio all’interno dei progetti del giovane designer Marco Stulle, si comprenderà come la grafica sia frutto di uno studio accurato, di una progettazione a tavolino, e di una preparazione che non lascia nulla al caso ma che anzi è una continua ricerca di armonia. Si parlerà dunque di quella grande dote di Marco, di creare euritm! ie nelle sue realizzazioni grafiche. Duse e Vacchi metteranno a disposizione di tutti gli appassionati del settore, ma anche e soprattutto dei giovani designer, gli originali studi e le ricerche di Marco, affinché diventino materiale prezioso dal quale attingere.
E sarà curioso, per chi parteciperà, vedere la rivista com’era prima e com’è oggi. Il prima e il dopo del trattamento…
La mostra Typos chiuderà al termine della conferenza.
ROGERSBOOK
Giovedì 27 giugno, ore 18.30
CIBI DEI RICCHI E CIBI DEI POVERI: DIALOGO TRA MARCEL PROUST E UN CUOCO DI BORDO MATTO….
Pierluigi Sabatti incontra Diana De Rosa
Ultimo appuntamento prima delle vacanze di Rogersbook, la serie di incontri dedicati ai libri che si svolge alla Stazione Rogers.
Pierluigi Sabatti incontra Diana De Rosa per parlare di “Cibi dei ricchi e cibi dei poveri: dialogo tra Marcel Proust e un cuoco di bordo matto…! .” in occasione della presentazione del libro “Pane, brodo e minestre”. Cibo di poveri, ammalati, bambini, soldati, marinai e carcerati nella Trieste asburgica 1762-1918 di Diana De Rosa, edito da Comunicarte.
Diana De Rosa, studiosa di storia sociale e delle istituzioni educative, è un’esploratrice di archivi dai quali ha tratto gli argomenti di una ventina di libri pubblicati. Citiamo soltanto una parte: “Il baule di Giovanna”. Storie di abbandoni e infanticidi (1995), “La carrozza di Treves” Storie di donne e della loro follia (2002), “Spose, madri e maestre” (2004), “Una famiglia borghese”. Lettere 1870-1877 (2005), “Diletta moglie, amati figli”. Disposizioni e sentimenti nei testamenti della Trieste asburgica (2010). Per Comunicarte edizioni ha curato “Ricreatori. Un gioco lungo ! cent’anni” (2009), “Memorie di pietra. Il Ghetto ebraico. Città vecchia e il piccone risanatore” (2011) e “Chere Maman”. Scritti di bambini dell’aristocrazia asburgica 1854-1884 (2011).
Nell’occasione si potrà fare il pieno di libri con il tradizionale book crossing. Chi porterà un libro potrà prenderne un altro dalla biblioteca della Rogers.
Domenica 29 settembre, ore 11
CONSERVARE IL FUTURO
Benno Albrecht
Benno Albrecht è architetto e professore di Composizione Architettonica e Urbana all’Università IUAV di Venezia.
Si occupa di progetti e ricerche sul disegno urbano sostenibile. Negli ultimi anni il tema della “sostenibilità” ha occupato un ruolo sempre più essenziale nel dibattito sull’architettura. Albrecht nel suo ultimo libro “Conservare il futuro” analizza un grande tema dell’architettura: il risparmio. L’uso saggio e consapevole delle risorse, la loro equa distribuzione, l’agire nei limiti imposti dall’ambiente – con un approccio innovativo, che si snoda per episodi in sequenza temporale con personaggi ed esiti spesso poco noti – attraversa alcune tappe rilevanti di un pensiero carsico, sotterraneo, che affiora specialmente nei momenti di crisi, quando l’architettura &egrav! e; costretta a misurarsi con la scarsità delle risorse. Un itinerario che ha abbracciato una larga molteplicità di esperienze di naturalisti e intellettuali, incrociando prassi e teorie senza mai cristallizzarsi in un’unica scuola di pensiero riconosciuta. Sospeso tra cambiamento e tradizione, globale e locale, il tema della sostenibilità interroga radicalmente il nostro futuro e la relazione uomo ambiente in tutta la sua complessità.
CONSERVARE IL FUTURO
Benno Albrecht
Domenica 6 ottobre, ore 11
SCENARI GENETICI PER LA SOCIETA’ DEL FUTURO
Mauro Giacca
Domenica 20 ottobre, ore 11
PROVE DI COOPERAZIONE
Franco Rotelli
Domenica 27 ottobre, ore 11
PROVE DI COMUNITÀ
Maria Grazia Cogliati Dez! za
Domenica 10 novembre, ore 11
RE – CYCLE
Pippo Ciorra
RICONCILIAZIONE
Domenica 17 novembre, ore 11
IN CAMMINO
Paolo Rumiz
GUERRA NEMICA DI GAIA
Domenica 24 novembre, ore 11
GRANDE GUERRA E IDENTITA’ DI FRONTIERA
Lucio Fabi
Domenica 1 dicembre, ore 18
1914: SUICIDIO D’EUROPA
Fabio Amodeo
appuntamenti collaterali:
film di Y. Gianikian e A. Ricci Lucchi
introduzione COSETTA SABA
venerdì 22 novembre, ore 18
PROGIONIERI DELLA GUERRA 1914-1918
venerdì 29 novembre, ore 18
OH! UOMO
venerdì 4 ottobre, ore 18
STORIA DEGLI ACQUEDOTTI DI TRIESTE
Fabio Gemiti
giovedì 31 ottobre, ore 18
DA FERROVIERE A FEDERALE
Luigi Bianchi
STAZIONE ROGERS
riva Grumula 14 Trieste
ingresso libero
info: www.stazionerogers.eu – staff@stazionerogers.eu – cell 3343324584
ROGERSBOOKS
2013/2014
Giovedì 3 ottobre, ore 18
Pierluigi Sabatti incontra Bozidar Stanišić, Pierluigi Perosini e Igor Buric.
Inizia nel segno di Ivo Andric la stagione Rogersbooks 2013-2014, curata da Pierluigi Sabatti.
Ospiti dell’incontro che si terrà giovedì 3 ottobre saranno Bozidar Sta! nišić, Pierluigi Perosini e Igor Buric. Appuntamento alle 18 alla Stazione Rogers di riva Grumula 14.
Bozidar Stanišić, scrittore, docente di lingua e letteratura serbo-croata e traduttore, dal ’92, insieme alla famiglia, abita a Zuliano, dopo aver rifiutato di partecipare alla guerra che ha distrutto la Jugoslavia. In Italia svolge un importante ruolo di mediazione culturale, testimoniato anche da quest’ultima opera che raccoglie tre racconti pressoché inediti per i lettori italiani del Premio Nobel per la letteratura. Il volume si intitola “Buffet Titanik” dal titolo del primo delle tre opere e contiene una illuminante e ampia post-fazione di Stanišić. Il secondo ospite è Pierluigi Perosini, editore veronese che ha curato questo elegante volumetto. Il terzo è Igor Buric giovane triestino di origini bosniache, avviato sulla strada del giornalismo.
Ma non dovrà mancare lo s! pazio al book crossing, allo scambio di libri con il quale peraltro si è avviata la prima stagione del Rogersbooks. Ricordiamo che se amate un libro dovete lasciarlo andare, cioè dovete proporlo ad altri perché possano condividere la gioia della lettura. Chi porta un libro potrà, se lo vorrà, esporre le motivazioni del suo dono.