La bell’impresa, conversazione tra Antonio Calabrò e Riccardo Illy 🗓

Martedì 27 giugno ore 18.30 – TEATRO MIELA

PEQUOD- ITINERARI DI LETTERATURA E GIORNALISMO

LA BELL’IMPRESA

Conversazione tra

Antonio Calabrò, manager culturale, giornalista e scrittore e autore del libro “L’avvenire della memoria – Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione” (Egea, 2022)

e

Riccardo Illy, autore del libro “L’arte dei prodotti eccellenti – Incantare i clienti con l’esperienza di un marchio di qualità aumentata” (La Nave di Teseo, 2022).

Coordina Enzo D’Antona il giornalista presidente di Bonawentura/Teatro Miela 

Quadri scenici di Marco Puntin

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Bonawentura con il contributo di Fondazione CRTrieste

Ingresso libero

Quali sono i valori, i contenuti e la storia della buona cultura d’impresa? Può esistere, o ci è addirittura ormai necessario, un “capitalismo gentile” a misura della persona e della comunità e che sappia promuovere cultura della produzione, sviluppo sociale, lavoro, innovazione, sostenibilità? Questi alcuni dei temi che faranno da guida, martedi 27 giugno alle ore 18.30 al Teatro Miela, alla conversazione tra Antonio Calabrò e Riccardo Illy intervistati da Enzo D’Antona.
Il giornalista e direttore della Fondazione Pirelli e l’imprenditore triestino sono autori di due libri di recente pubblicazione che indagano in modi diversi i valori e i contenuti della buona cultura d’impresa in tempi di crisi, di incertezza e di epocali cambiamenti.
Il libro di Riccardo Illy “L’arte dei prodotti eccellenti (pubblicato prima negli Stati Uniti da HarperCollins e poi uscito in Italia per La Nave di Teseo), si incentra sui temi dell’alta qualità e sui valori di sobrietà, di filosofia e di bellezza applicati all’industria.
Come afferma Riccardo Illy: “Proprio come il benessere non dipende necessariamente dal denaro, così la qualità non dipende necessariamente dal costo.
La qualità consiste nel dare al cliente un’idea, un messaggio, un sapore … qualcosa di più. Il nostro obiettivo è convincere i nostri clienti ad acquistare in modo consapevole. Si può guidare solo un’auto alla volta o mangiare solo una certa quantità di cibo. L’ “incanto” di un prodotto è dovuto alla percezione di una assoluta superiorità dei prodotti, della perfezione dovuti a una filiera esclusiva, a materie prime della migliore qualità disponibile con attenzione ampia e approfondita ai problemi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica”.
Il libro di Antonio Calabrò, “L’avvenire della memoria – Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione” (Egea, 2022) riflette sul necessario cambio di paradigma del mondo economico alle prese con le sfide del climate change, della pandemia, della recessione, degli squilibri geopolitici e sulla sintesi feconda tra memoria e innovazione. Per Calabrò serve una rilettura critica di scelte economiche e culturali
sul «progresso». E le imprese, per attuarlo, posseggono delle risorse essenziali: forza innovativa d’un dinamico capitale sociale e profondità d’una cultura plasmata dall’umanesimo industriale che ha contraddistinto la storia economica del paese.

Forze che sono alla base della sfida per una rappresentazione attendibile delle trasformazioni in corso, alla ricerca delle radici di quella cura per la bellezza che si fa valore identitario e portatore di una positiva forza economica di sviluppo. Dice Calabrò: “ Forze diverse possono trovare nell’impresa un attore in grado di tenere insieme innovazione e inclusione sociale, competitività e solidarietà. Questa è la sfida che riguarda l’impresa, ma anche il mondo della cultura in generale. Parte del
nostro mondo culturale, anche per l’eredità delle grandi correnti del pensiero cattolico e del pensiero marxista, ha guardato all’impresa con sospetto, riducendola alla dimensione del profitto, all’ossessione del fare soldi (…) Io credo che questa visione in termini di conflittualità radicale vada superata, perché credo che l’impresa abbia di fronte, soprattutto in questo momento, una sfida straordinaria: la possibilità di incidere positivamente sull’ambiente, valorizzando le capacità delle ragazze e dei ragazzi che in essa possono trovare il luogo ideale per affermare la propria capacità di trasformazione”.
Riccardo Illy, vicepresidente di illycaffè S.p.A., entra nell’azienda di famiglia nel 1977 e si occupa inizialmente delle vendite e del marketing. Nella seconda metà degli Anni ’80 diventa Direttore Commerciale e sceglie di riaffermare l’unicità del blend, tornando a produrre una sola miscela. Negli stessi anni ristruttura e capillarizza l’Organizzazione di vendita sia in Italia che all’estero, sviluppa le attività di marketing e comunicazione e ridisegna il logo dell’azienda. Nel 1992 diventa amministratore delegato e nel 1995 vice presidente. È anche giornalista pubblicista e autore del libro “Dal Caffè all’Espresso” edito da Mondadori, di cui il fratello Francesco ha curato la parte iconografica. Nel 2003 ha collaborato con Paolo Maurensig alla scrittura del libro “Polietica”. Nel 2006 ha scritto “La Rana cinese” e nel 2008 “Così perdiamo il Nord”. Dal 1993 al 2001 è stato Sindaco di Trieste. Nel 2001 è eletto deputato del Parlamento italiano e dal 2003 al 2008 è Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Dal 2004 è Presidente della Gruppo Illy, holding della famiglia Illy che controlla oltre a Illycaffè anche Dammann Freres (tè), Domori (cioccolato), Mastrojanni (vini) e partecipa in Agrimontana (frutta conservata).
Antonio Calabrò, manager, giornalista e scrittore, e attualmente è Senior Vice President Cultura della Pirelli & C e direttore della Fondazione Pirelli, presidente della Fondazione Assolombarda e di Museimpresa, vicepresidente dell’Unione Industriali di Torino e presidente dell’Advisory Board di UniCredit Lombardia. È stato responsabile Cultura di Confindustria. Ha ricoperto l’incarico di direttore dell’agenzia di stampa Apcom e di editorialista economico de “La 7”, direttore editoriale del gruppo Il Sole 24 Ore e vice-direttore del quotidiano. Ha lavorato a La Repubblica, Il Mondo e L’Ora, ha collaborato con Panorama, L’Europeo e Paese Sera e ha diretto il settimanale Lettera Finanziaria e il mensile Ventiquattro. Insegna all’Università Cattolica di Milano. I suoi libri: Da via Stalingrado a Piazza Affari. Storia dell’Unipol (1988), Dissensi (2002), Agnelli. Una Storia Italiana (2004), Intervista ai capitalisti (2005), Orgoglio Industriale (2009), Cuore di Cactus (2010), Bandeirantes – Il Brasile alla conquista dell’economia mondiale (con Carlo Calabrò 2011), “Il riscatto – L’Italia e l’industria internazionale” (con Nani Beccalli Falco, 2012), “La morale del tornio – Cultura d’impresa per lo sviluppo” (2015), “I mille morti di Palermo” (2016), “L’impresa riformista” (2019), “Oltre la fragilità” (2020) e, con altri autori, “Europa nonostante tutto” (2019).

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