La crudeltà dello Stato di Israele

Non si fermano ancora i crudeli bombardamenti su Gaza che hanno causato il triste e doloroso numero di centoventi vittime innocenti tra la popolazione civile, compresi anziani e bambini. L’aviazione israeliana continua imperterrita a colpire e colpire ancora, a martellare siti più o meno sensibili, e vengono usate armi sofisticate e tecnologiche quali i “droni” (invano denunciati da Christof Heynes dell’ONU) che ricordano le V2 di pregressa memoria, dell’altra grande II guerra mondiale, progettati dagli scienziati e tecnici reclutati tra i carnefici del terzo Reich.

Parlo di queste tragiche vicende attuali non per pietismo o moralismo ipocrita, o per tacitare quel senso di colpa che sento dentro di me agitarsi, responsabile inconsapevole, perché appartenente in qualche modo a questa fredda e silente società occidentale, schierata da tempo per “realpolitik” con quello Stato che si è imposto, potente e sorretto dai più, dal 1948 in poi sulle popolazioni palestinesi del medio oriente. Stato che non ottempera alle determinazioni e dichiarazioni dell’ONU e che nessuno vuole e osa fermare. Ma i nostri animi di uomini di buona volontà e i nostri cuori si ribellano con rabbia a questa cieca violenza e sono preda di forte tormento di fronte a tali carneficine, a questi delitti che rimandano ad altri delitti impuniti della Storia, quali le drammatiche vicende del popolo armeno, 1916, la strage di Guernica, 1937, le vittime innocenti di Dresda, 1945, o di Nagasaki, agosto 1945, o del Congo o ancora dei Tutsi… Ma ricordate, ricordate voi tutti l’operazione “Piombo fuso” del gennaio 2009 o la mattanza di Shabra e Shatila di anni addietro? Tornano alla memoria, allora, con orrore, senza tregua, tornano impietosamente agli occhi, come neri incubi queste immagini dolorose, di cui dobbiamo renderci inevitabilmente responsabili, anche noi, sì, popoli d’Europa, che nulla facciamo, anche noi ed anche il Presidente USA che, grottesco ossimoro o farsa, ha ricevuto il Nobel per la Pace.

Ma cosa possiamo fare, come ribellarci a questo continuo rosario di crudeli operazioni e stragi di sangue innocente che ci bagna tutti, che sentiamo pioverci addosso con quel colore rosso e con la inconsueta, consistente, fluidità del sangue infantile e innocente, incolpevole e senza un perché. Ma ci pensate, appena per un attimo, meditate tutti, come durante un sonno superficiale, un dormiveglia vigile e insonne, che non abbandona nessuno nella pacifica quiete dell’anima o serenità… senza la tranquillità della coscienza… Diciotto morti, a Gaza, in 24 ore, 134 feriti… e bimbi strappati alle madri, ai relativi amorevoli affetti, ai giochi infantili… Bambini destinati da una guerra-rappresaglia alla nera terra, senza un’adolescenza felice, a una gelida e nuda tavola da obitorio, tra grumi di sangue rappreso. No, non voglio ribellarmi a tutto questo, voglio piuttosto fuggire da questo mondo disumano, da questa umanità che ha perso il cuore, senza lacrime e che non trova se stessa. O non sa dove cercare. E non comprendo, non mi rendo conto né so più dove andare, dove trovare un rifugio, un riparo da queste tragedie, irrealtà che appartengono a un orrendo spazio temporale che grava in questo terzo millennio, da poco iniziato, e non certo di pace. Tutto ciò mi ripugna, disgusta, mi allontana da uomini con o senza divisa, senza affetti o emozioni… viventi ma senza vita e privi di respiro umano. In una globale e diffusa anestesia, in una palude e in una nebbia che soffoca sentimenti e pietà.

Claudio Cossu

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