“LA NONA”
di Roberto Cossa
traduzione di Pino Tierno
adattamento in dialetto triestino di Ariella Reggio
regia di Marcela Serli
con Ariella Reggio
e con Paola Bonesi, Adriano Giraldi, Zoe Pernici, Marzia Postogna, Maurizio Repetto e Maurizio Zacchigna
scene e costumi Andrea Stanisci
disegno luci Bruno Guastini
aiuto regia Enza De Rose
produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste
La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, apre come di consueto la nuova stagione teatrale con uno spettacolo dialettale contestualizzato nella zona o nei dintorni cittadini portando moltissimo pubblico predisposto a delle sane risate.
Le prospettive sono delle più rosee con l’interprete principale Ariella Reggio, nota ed affermata attrice che si è affermata non soltanto nell’espressione dialettale ma anche e soprattutto con successi teatrali e cinematografici molto importanti. La regia è di Marcela Serli, una artista che più volte ha dimostrato il suo talento mettendo sempre l’accento su problematiche importanti quali la disparità di genere o altri soprusi umani.
La produzione è della Contrada, e lo spettacolo preso in adattamento triestino è La nona, del drammaturgo italo argentino Roberto Cossa.
Perchè Marcela abbia scelto questo spettacolo è presto intuibile. La vicinanza con le origini dello scrittore ed il testo così potentemente crudo le ha posto una sfida che è stata vinta su tutti i piani.
La scelta del cast formato da Paola Bonesi, Adriano Giraldi, Zoe Pernici, Marzia Postogna, Maurizio Repetto e Maurizio Zacchigna, e le scene e costumi Andrea Stanisci hanno fatto il resto.
La storia si svolge in una famiglia che viene distrutta dalla “Nonna” vorace, amata ma indisponente e immortale, che alla fine porta alla distruzione i suoi figli ma l’unica cosa che le interessa è continuare a divorare tutto. La nonna è interpretata da Ariella Reggio che diverte con le sue gag ma è altresì l’analogia con lo Stato, quello malato e indistruttibile che a sua volta distrugge i suoi cittadini invece che proteggerli.
Una nota, e davvero il termine non poteva esser più adeguato, di merito è stata data dalla parte musicale, curata dalla regista con la collaborazione di Enza de Rose.
Il tango che accompagnava il ritmo degli eventi dettati dalla passione per la sopravvivenza, è stato mescolato ad un brusio musicale di vettovaglie che a sua volta creavano distorsione e musica.
Uno spettacolo da non perdere e che rimane in scena al Teatro Orazio Bobbio fino al 29 ottobre 2023.
Laura Poretti Rizman
Debutta, il 19 ottobre 2023, alle 20.30, “La Nona” di Roberto Cossa, drammaturgo italo-argentino, per la regia di Marcela Serli, con la traduzione di Pino Tierno e l’adattamento dei dialoghi in triestino della beniamina di casa Ariella Reggio, interprete dello spettacolo insieme a Paola Bonesi, Adriano Giraldi, Zoe Pernici, Marzia Postogna, Maurizio Repetto e Maurizio Zacchigna.
Una commedia esilarante e profonda che vira dalla farsa alla tragedia, resa ancora più divertente dai dialoghi in triestino in cui “la nonna” protagonista è despota e parassita, consumando denaro ed energie della famiglia tutta; nell’originale una metafora del regime di Videla, qui simbolo crudele dell’avidità di una società vecchia e dispotica che si accanisce contro i più deboli. Scritta negli anni Settanta dall’autore italoargentino Roberto Cossa, La nona è una commedia, diventata notissima, che rappresentava in origine una chiara denuncia al regime dittatoriale di Videla, un sistema corrotto e malato che ha tristemente dominato l’Argentina al tempo. Seppur paradossale l’idea di associare il concetto di “potere” con la figura di un’esile vecchietta, si rivela efficacissima nel momento in cui si chiarisce il meccanismo che distrugge questa famiglia di popolani dall’interno.
«Non avrei mai pensato – spiega la regista, Marcela Serli – di trovarmi a dirigere questo testo cult argentino, La Nona di Roberto Cossa, nella città di mio padre e, dico di più, nella lingua di mio padre. L’autore lo scrisse nel 1977 per denunciare, in forma metaforica, il potere repressivo, ovvero quello che la dittatura di allora stava facendo a noi cittadine e cittadini argentini. E lo fece rimanendo confinato nell’immaginario all’interno di una famiglia, una microsocietà che sopravvive a malapena, ma con un nemico interno: la Nonna. E proprio questo personaggio ci porterà in un mondo atroce e immorale e lo farà in maniera esilarante.
Pieno di colpi bassi, lo spettacolo farà il percorso del testo stesso: un deterioramento continuo dei valori dei personaggi, che come regista cercherò di rendere partendo dalla realtà dei rapporti familiari per far emergere sempre di più la farsa e il grottesco degli avvenimenti. Lavorando sull’interpretazione di ciascun personaggio e sull’insieme della coralità improbabile che rappresentano, mi piace l’idea di creare per questo cast una lingua comune, uno stile comune, sbizzarrendomi sul ritmo e sulle dinamiche via via sempre più assurde e comiche. In scena costruisco e decostruisco una casa che diventa di volta in volta la casa di qualcuno che conosciamo, forse anche la nostra. Felice di dirigere questo gruppo di attrici e attori e soprattutto Ariella Reggio in un ruolo inusuale e sorprendente, spericolati e senza freni, rideremo.»
Ultracentenaria, vorace e feroce, la nonna consuma giorno dopo giorno la sua famiglia – la figlia nubile e i nipoti – gravando sulle loro finanze e sulla loro dispensa con una fame inarrestabile. Ma non è l’unica parassita della famiglia: c’è anche Ciccio, sedicente “artista”, che le studierà tutte pur di evitare di rimboccarsi le maniche sfruttando la cara nonnina nei modi più impensabili. Ma non ci riuscirà e sarà trascinato come gli altri verso la catastrofe. La nona si impone quale vigorosa e pregnante immagine del potere folle e distruttore, incarnato nelle sue forme più aberranti e luttuose. Una grande metafora, che la regista mette in scena con un allestimento di soli oggetti volutamente scarno, a cura di Andrea Stanisci con l’apporto prezioso delle luci di Bruno Guastini, intorno al quale gli attori si muovono continuamente in un eccesso di inutili tentativi di sottrarsi all’inevitabile.
Le repliche si terranno al Teatro Orazio Bobbio nei seguenti giorni ed orari.
19 ottobre 2023, 20.30 debutto
20 ottobre 2023, 20.30
21 ottobre 2023, 20.30
22 ottobre 2023, 16.30
26 ottobre 2023, 20.30
27 ottobre 2023, 20.30
28 ottobre 2023, 20.30
29 ottobre 2023, 16.30
La Contrada si avvale del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, della Fondazione CRTrieste; e nella realizzazione delle sue attività può contare sulla collaborazione, tra le altre, di istituzioni importanti come l’Ente Regionale Teatrale, la Coop Alleanza 3.0, l’Università degli Studi di Trieste.