ll Comitato No Debito Isontino vuole ricordare in occasione della giornata internazionale della donna il valore e la necessità delle battaglie delle donne per l’uguaglianza, la dignità e la liberazione da una condizione di sottomissione che, al di là dei luoghi comuni non ha ancora in realtà trovato piena soddisfazione. Noi donne e uomini del Comitato, che ci battiamo oggi contro le politiche di macelleria sociale con le quali si vuole far pagare la crisi ai settori popolari incolpevoli mentre i “grandi” pensano a salvare sé stessi e quanto hanno accumulato con lo sfruttamento e la speculazione, crediamo anche che la pari dignità tra gli uomini e le donne di questo Paese e del mondo intero sia un principio ineluttabile; molto si è fatto in questo senso, ma la situazione non è affatto soddisfacente e le tendenze sono anzi preoccupanti… che questo 8 Marzo di crisi sia allora un momento per dirci le cose come stanno senza berci le favolette consolatorie dei media e dei politici ipocriti e rinnovare l’impegno di tutti quelli che credono in un mondo più giusto fatto di donne e uomini liberi nella pienezza di quei diritti umani, civili e sociali di cui sempre più spesso vogliono privarci!
Il 7 e l’8 MARZO VOLANTINAGGI A MONFALCONE (GO). Vedi più sotto il testo del volantino “…QUESTO NON È UN PAESE PER DONNE !!!”
Mercoledì 7 MARZO ORE 20:30 c/o Laboratorio Resistente via Roma 20, Monfalcone (GO), serata di incontro con visione del film: “WE WANT SEX” (GB, 2010) – Dagenham, 1968. La fabbrica della Ford è il cuore industriale dell’Essex (Inghilterra) e dà lavoro a 55mila operai. Mentre gli uomini lavorano alle automobili nel nuovo dipartimento, 187 donne cuciono i sedili in pelle nell’ala della fabbrica costruita nel 1920, che cade a pezzi corrosa dalla pioggia. Lavorando in condizioni insostenibili, le operaie finiscono per perdere la pazienza quando vengono classificate come “operaie non qualificate”. Con ironia, buon senso e coraggio riescono a farsi ascoltare dai sindacati, dalla comunità locale e dal governo. Rita O’Grady, loquace e battagliera leader del gruppo, diventerà un vero e proprio ostacolo, duro e insuperabile, per il management maschile e troverà sostegno nella deputata Barbara Castle che le consentirà di sfidare anche il Parlamento. Insieme alle colleghe Sandra, Eileen, Brenda, Monica e Connie, Rita guiderà lo sciopero delle 187 operaie addette alle macchine per cucire, ponendo le basi per la legge sulla parità di diritti e di salario tra uomo e donna.
COMITATO_NO DEBITO_ISONTINO
…QUESTO NON E’ UN PAESE PER DONNE !!!
Il Comitato No Debito Isontino vuole ricordare in occasione della giornata internazionale della donna il valore e la necessità delle battaglie delle donne per l’uguaglianza, la dignità e la liberazione da una condizione di sottomissione che, al di là dei luoghi comuni non ha ancora in realtà trovato piena soddisfazione.
Negli ultimi anni, anzi, si è avuta l’impressione che la nostra società abbia fatto dei veri e propri passi indietro, a cominciare dalla presentazione sui media di un’immagine di donna ridicolizzata e ridotta a elemento “decorativo” se non proprio a oggetto non-pensante e dispensatore di prestazioni sessuali in cambio di qualche “spintarella”, che ha avuto il suo culmine nell’era Berlusconi ma che purtroppo gli sopravvive… un’idea contro la quale si sono ribellate milioni di donne italiane che niente hanno a che fare con quell’assurda rappresentazione, non “bambole di plastica” ma spesso vere e proprie “acrobate” della vita che fanno i salti mortali per arrivare a fine mese, per completare i propri studi, per conciliare lavoro e famiglia, o più lavori precari in contemporanea, per arrivare a una pensione che vedono allontanarsi a ogni “innovativa” riforma (immediatamente varata dalla privilegiata ministra Fornero!).
Se oggi purtroppo tragicamente al tempo della crisi la condizione di precarietà e incertezza sembra accomunare donne e uomini, va ricordato che le donne hanno in questo senso “anticipato” i tempi, essendo state nel recente passato maggiormente coinvolte nelle forme di lavoro ultraflessibile e malpagato oggi così largamente diffuse. Molte volte il lavoro delle donne è stato considerato un “completamento” di quello maschile all’interno della famiglia e in quanto tale “variabile”, “flessibile”, meno pagato, riproponendo in fin dei conti un’idea di “minorità” della donna. Moltissime donne sono state discriminate a causa di una maternità, moltissime non sono state messe nelle condizioni di rientrare al lavoro dopo una maternità per mancanza di tutele o servizi adeguati, moltissime ancora hanno semplicemente rinunciato all’idea della maternità, perché precarie e senza prospettive, o per paura di perdere il lavoro. Moltissime hanno lasciato il lavoro per accudire i figli o un anziano non potendo permettersi assistenza privata viste le carenze del welfare pubblico ormai massacrato dai tagli.
Questo evidenziano le più recenti statistiche del CNEL, oltre a dirci che il tasso di occupazione femminile in Italia è tra i più bassi d’Europa e la percentuale di donne “scoraggiate” che non provano nemmeno a cercare un lavoro (anche se sarebbero disponibili a lavorare) è 4 volte più alta che in Europa.
Molte volte pensiamo che, parafrasando il titolo di un celebre film, questo “non è un paese per donne” !
Le difficoltà delle donne sono tantissime non solo sul piano lavorativo, ma la precarietà della condizione lavorativa ed economica spesso mette una pietra tombale sulla possibilità di libertà e autonomia e schiaccia le donne nella dimensione della famiglia non per scelta, costringendole a sopportare situazioni anche di disagio per mancanza di prospettive: le statistiche sulla violenza domestica in Italia sono impressionanti.
Noi donne e uomini dei Comitati No Debito, che ci battiamo oggi contro le politiche di macelleria sociale con le quali si vuole far pagare la crisi ai settori popolari incolpevoli mentre i “grandi” pensano a salvare sé stessi e quanto hanno accumulato con lo sfruttamento e la speculazione, crediamo anche che la pari dignità tra gli uomini e le donne di questo Paese e del mondo intero sia un principio ineluttabile; molto si è fatto in questo senso, ma la situazione non è affatto soddisfacente e le tendenze sono anzi preoccupanti… che questo 8 Marzo di crisi sia allora un momento per dirci le cose come stanno senza berci le favolette consolatorie dei media e dei politici ipocriti e rinnovare l’impegno di tutti quelli che credono in un mondo più giusto fatto di donne e uomini liberi nella pienezza di quei diritti umani, civili e sociali di cui sempre più spesso vogliono privarci!
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