Saba 🗓

Trieste

Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
 
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
 
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.

Umberto Saba

 

E’ arrivato in sala Bartoli del Politeama Rossetti, l’ultimo racconto della trilogia di produzioni che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha dedicato a tre grandi autori della letteratura italiana legati alla città di Trieste.

Ieri sera la prima delle rappresentazioni che fino a metà mese di ottobre saranno in replica nel teatro cittadino.

“Saba” risulta così essere il primo spettacolo del cartellone dedicato alla “Scena Contemporanea” e come ogni prima di cartellone, è stata accolta dal Canto degli Italiani, conosciuto anche come Inno di Mameli.

L’autore contemporaneo Mauro Covacich, è l’ideatore, l’autore, il regista ed l’unico interprete della trilogia che insieme a Saba vede Joyce e Svevo, rivivere sul palcoscenico teatrale.

Prosegue dunque l’intento del direttore del Teatro Stabile Paolo Valerio, nel voler dare molto spazio al territorio, e Mauro Covacich è stato la persone giusta nella preparazione di questi tre spettacoli molto originali che hanno saputo dimostrare come la didattica può salire sul palcoscenico e divenire non soltanto interessante ma anche e soprattutto utile. Uno strumento che dovrebbe esser maggiormente proposto alle scuole per diversi motivi, a partire dalla bellezza della “lezione”  attraverso l’uscita che solidifica la conoscenza tra compagni di classe, per arrivare non da ultimo, alla partecipazione teatrale che porterebbe pubblico futuro ed assicurerebbe il mantenimento teatrale.

 

Lo spettacolo di Mauro Covacich risulta essere, per tutti e tre gli autori rappresentati, una sorta di lezione didattica che attraverso l’analisi di un testo, la narrazione di  alcuni aneddoti e la spiegazione del contesto storico narrato da un concittadino ad altri concittadini attraverso anche ricordi personali che ne scatenano degli altri a catena tra il pubblico, produce una sorta di cammino lungo un viaggio nell’anima dell’autore.

Scopriamo così un Saba che alterna l’amore al distacco per questa città che così tanto ha segnato la sua carriera. Un Saba che attraverso l’analisi di Covacich continua a mostrare dei tratti confusi nel suo carattere anche nella lettura del suo romanzo, Ernesto.

Lo spettacolo risulta essere una sorta di ripasso poetico per molti in sala che, chi più chi meno, ripetono a voce più o meno alta, i versi del grande poeta. Impossibile non ricordarne a tratti almeno qualche verso per chi abita in questa città. Saba  delinea perfettamente l’essere triestino ed il privilegio di esser nati in questa città con la sua scontrosa grazia.

La trilogia è stata trasmessa alla Rai Radio Tre, nell’ambito di Radio Tre Suite.

Mauro Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti “La sposa” (2014, finalista premio Strega) e di numerosi romanzi. Presso La nave di Teseo ha pubblicato in una nuova edizione il “ciclo delle stelle”, “A perdifiato” (2003), “Fiona” (2005), “Prima di sparire” (2008) e “A nome tuo” (2011), oltre a “La città interiore” (2017, finalista premio Campiello) e “Di chi è questo cuore” (2019). Per lo stesso editore, è uscito il saggio narrativo “Sulla corsa”, dedicato alla sua lunga consuetudine con la maratona, recentissimo è il romanzo “L’avventura terrestre”. Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito il Woursell Award.

 

Laura Poretti Rizman

 

 

“SABA”
di e con Mauro Covacich
a cura di Alberto Giusta
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

 

foto simonediluca “Saba” di e con Mauro Covacich

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Va in scena alla Sala Bartoli dal 4 ottobre “Saba” di e con Mauro Covacich, a cura di Alberto Giusta. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, conclude la trilogia che lo scrittore ha dedicato a tre grandi nomi della letteratura che hanno avuto i natali o sono stati ispirati da Trieste e hanno lasciato un segno indelebile nella cultura europea del Novecento: Svevo, Joyce e Saba. L’ultimo capitolo della trilogia pone al proprio centro la poesia di Umberto Saba. Repliche fino al 15 ottobre”.

Debutta il 4 ottobre alle ore 21 alla Sala Bartoli, e vi replica fino al 15 ottobre, “Saba” di e con Mauro Covacich, spettacolo a cura di Alberto Giusta.
“Saba” è il momento conclusivo della trilogia di produzioni che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, ha dedicato ai grandi autori della letteratura del Novecento che sono nati o sono stati ispirati da Trieste: “Svevo”, “Joyce” e “Saba”.
Mauro Covacich, autore contemporaneo dalla brillante carriera, nato a Trieste ma proiettato nel panorama nazionale e oltre, è stato il trait d’union fra i tre, ed il suo sguardo, la chiave che ha permesso al pubblico di conoscerli da un punto di vista diverso e più profondo.
Il teatro ha rappresentato un modo per abbattere le barriere ed entrare in una comunicazione emotiva, diversa con la produzione di tre scrittori monumentali, complessi, importanti.

Gli spettacoli hanno dunque delineato un affascinante percorso nei giacimenti culturali del territorio, ambito a cui il direttore del Teatro Stabile Paolo Valerio ha voluto dedicare molte energie e studio. Mauro Covacich vi ha infuso tutta la sua cultura, preparazione, creatività disegnando tre originalissimi spettacoli, tutti applauditi a Trieste e sul territorio nazionale e divenuti anche oggetto di tre dirette di Rai Radio Tre, trasmesse proprio dalla Sala Bartoli di Trieste nell’ambito di Radio Tre Suite, a cura del critico Antonio Audino.

Dopo Svevo e Joyce, dunque, ecco comparire all’orizzonte Saba, il grande cantore della città, colui che per l’immaginario collettivo rappresenta lo spirito del luogo, avendo posto i suoi versi a suggello del volto di Trieste, senza essersi mai stancato di attraversarla, scrutarla, ritrarla.
Eppure il rapporto tra Umberto Saba e la sua città è tutt’altro che idilliaco, segnato da un moto continuo di allontanamento e avvicinamento pieno di ombre e ripensamenti, una doppiezza emotiva che Covacich allestisce davanti agli occhi dello spettatore pescando con disinvoltura dalle lettere private, dalle poesie più note, ma anche dai siparietti familiari, intrecciando la vicenda personale del poeta con la propria.

Il risultato – di fatto il terzo atto di “un’autobiografia per procura” – è un ulteriore, spiazzante confronto con i numi tutelari del Novecento triestino, l’ultimo dei tre giganti, quello che forse più degli altri ha creduto nella perfetta sovrapposizione di arte e vita, il poeta che, anche a rischio di risultare prosaico, ha cercato di restituire la complessità dell’esistenza con la semplicità delle parole che sanno arrivare al cuore.

Le repliche si susseguono fino al 15 ottobre alla Sala Bartoli, primo spettacolo del cartellone dedicato alla “Scena Contemporanea”.
I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Politeama Rossetti, in tutti gli altri punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e anche online tramite sito del Teatro Stabile www.ilrossetti.it. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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