Sbanca la banca

Venerdì 27 Aprile

in Piazza della Repubblica a Trieste

dalle ore 14:00 alle 16:30

il COMITATO NO DEBITO di TRIESTE
organizza un presidio di denuncia ed informazione contro una della banche maggiormente responsabili del debito pubblico italiano: la INTESA SAN PAOLO dei Ministri PASSERA e FORNERO.
Denunceremo le speculazioni e gli interessi di questa banca (TAV, AUTOSTRADE LOMBARDE, SPESE MILITARI, ….) e inviteremo i risparmiatori a togliere via da essa i propri soldi in segno di protesta contro questa e le altre banche “fabbrica debito”.
Inviteremo inoltre i cittadini a partecipare alla manifestazione del 1° Maggio, per rimarcare che da questa crisi se ne esce stando a fianco dei lavoratori, difendendo i diritti sociali e del lavoro, e propugnando richieste e rivendicazioni totalmente alternative al sistema economico del capitalismo e della finanza. 
Ribadiremo inoltre i nostri 5 punti:
  1. Non pagare il debito e colpire a fondo la speculazione finanziaria
  2. Drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra
  3. Giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro
  4. I beni comuni per un nuovo modello di sviluppo
  5. Una rivoluzione per la democrazia
Partecipate anche voi alla prima puntata di
“Sbanca la banca!”
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Venerdì 27.04.2012 il Comitato NO DEBITO di Trieste organizza questo presidio sotto la sede di Intesa San Paolo, una delle banche maggiormente responsabili dell’accumulo di debito pubblico degli ultimi anni nel nostro Paese.

Quel debito che il Governo Monti vuol far pagare ai lavoratori, ai giovani, alle donne, ai pensionati con il taglio delle spese sociali, dell’assistenza e dei diritti del lavoro
Intesa non è l’unica banca “fabbrica debito” del nostro Paese, ma rappresenta fra esse un esempio da manuale.
Intesa-Sanpaolo è stata tra gli istituti bancari maggiormente beneficiati nel dicembre 2011 dal prestito della BCE al 1% : 40,4 miliardi di euro, 12 dei quali ad Intesa, 10 a Monte dei Paschi e 7 a Unicredit ed il resto ad altri 11 Istituti minori. Tali miliardi non sono serviti, così come nei propositi della BCE, ad agevolare il credito a famiglie ed imprese, ma son stati immediatamente reinvestiti in aste di titoli di Stato con interessi del 6-7%. Una speculazione finanziaria fruttata quindi il 5-6% alle spalle dei contribuenti e dei lavoratori, i quali in definitiva sono i veri proprietari dei soldi erogati dalla Banca Europea.
Ma cosa fa Intesa con i soldi delle speculazioni?
Sospettiamo che il danno alle spalle di noi tutti non finisca qui!
Intesa è infatti una delle banche più esposte nella concessione di finanziamenti al progetto di TAV Torino-Lyon. Non pensiamo sia un caso che il suo ex-amministratore delegato – oggi ministro alle infrastrutture e trasporti – Corrado Passera continui a ripetere che la TAV deve andare avanti, ben sostenuto da Mario Monti, che da ex-consulente della Goldmann Sachs sa che quel che conta è far girare i soldi… (sempre nelle solite tasche!!)
Come già detto, Intesa è tra le principali banche finanziatrici del TAV, avendo appena prestato quasi un miliardo a Ntv, la società dei nuovi treni veloci di Montezemolo e Della Valle che dovranno fare concorrenza ai Frecciarossa delle ferrovie dello Stato – proprio sulle linee ad alta velocità…
E i soldi che le banche garantiscono per l’opera sono nostri, così come su lavoratori, pensionati, studenti viene scaricato il debito pubblico: guarda caso nella finanziaria 2007 i debiti accumulati da Infrastrutture SpA e Tav SpA fino al 31 dicembre 2005 per realizzare l’alta velocità Torino-Napoli sono diventati debito pubblico – era il cosiddetto finanziamento privato, che in realtà consisteva in prestiti attivati da società di diritto privato (Tav SpA, per l’appunto, e Infrastrutture SpA) ma di proprietà interamente pubblica. Quindi, prestiti garantiti totalmente dal socio pubblico.
Intesa quindi preme per un ‘opera dall’impatto sociale ed ambientale devastante e che secondo alcune stime aggraverà il debito pubblico italiano di circa 12-13 miliardi, solo per la tratta Torino – Lyon.
A tutto questo si aggiunge la presenza di Intesa San Paolo, così come di molte altre banche finanziatrici della TAV (Banco Popolare, BNL, Unicredit, Intesa San Paolo, Gruppo Montepaschi, UBI Banca)
nella liste delle Banche Armate, ovvero nella lista fornita dal Governo Italiano delle Banche coinvolte nel commercio delle armi.
Basta con le opere inutili che distruggono il territorio per gli interessi di banche e imprese private.
Basta con il finanziamento della guerra.
Basta con un debito pubblico causato da questi stessi interessi privati.
Cittadino, lavoratore, risparmiatore ti chiediamo di agire con l’unica azione che lorsignori possono temere: togliere i tuoi risparmi ed i tuoi investimenti da Intesa San Paolo e dalle altre banche responsabili del dissesto economico del Paese.

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