Sinfonia d’Autunno

Credo che nella vita ci sia un solo fenomeno del quale non si sa nulla, la vita stessa.

Se qualcuno mi amasse veramente per quello che io sono.. Sono sola come Cristo sulla croce!
Questa è la fase d’apertura detta dall’unico uomo sulla scena che preannuncia un dolore nella mancanza di comunicazione globale, che inevitabilmente procura dolore e solitudine. Rapporti dolorosi e incompresi, che coinvolgono tutti: genitori, figli, sorelle, fratelli, consorti e amici.
Una comunicazione inesistente nel testo di Ingmar Bergman, un’assenza di ascolto e di comprensione, un riflesso di dolore provocato da ferite profonde.
Si tratta la solitudine più profonda: quella della mancanza d’amore di una madre assente  e quella d’amore perpetrato nella vita eterna nonostante la morte del figlio amato, quasi a voler prolungare l’amore vivo nel ricordo di quello donato che immancabilmente sarebbe mutato nel tempo con la crescita, l’incomprensione e l’allontanamento.
Si parla di silenzio dunque, e soprattutto della solitudine assoluta nell’assenza di Dio. Un Dio che non sente il nostro dolore e non risponde ai nostri bisogni.
La scenografia è lussuosa: si vive l’interno di una casa in stile moderno e minimale. Nell’ampio salone dai toni grigio scuro, trova spazio un’ enorme  divano, che rende gli ospiti accolti ancora più distanti. A lato una stanzetta intatta dove i giochi di un bimbo morto precocemente, rimangono allo stesso posto da anni. La sua morte accidentale rimarrà un mistero ma le parole del padre a tratti fanno sorgere dei dubbi in merito all’accaduto.  Io sono la morte di mio figlio, dirà l’uomo in quella che potrà sembrare una confessione, mentre ossessionatamente accenderà un’enorme schermo  proiettante ripetutamente il video degli attimi migliori di quella breve vita.
Un uomo che come tanti, non riesce a trovare le parole, giuste, per esprimere l’amore per la propria donna. Uomo incapace di esprimere quanto sia di più importante per la propria compagna, la quale ricerca quella rassicurazione d’esser amata non sentita in tutta la sua vita.
Un’immagine di crocifissione che esalta la solitudine, quella del gesto mimato dell’apertura delle mani ad abbracciare il pianoforte nell apertura iniziale e nello svolgersi della sonata si ripete nei gesti della madre e della figlia nei momenti di maggior dolore. Un passo ritmato quasi marziale che viene inesorabilmente schiacciato a terra quanto un urlo esalta gli spasmi di un dolore lancinante. Un dolore di madri ma anche un dolore di figlie che, ognuna  a suo modo, esprime nel fisico o nei comportamenti verso l’altro vicino a sè.
Un accogliere il dolore quasi fosse un’espiazione per le colpe e un fuggirlo quasi a liberarsi di un peso che si è incapaci a portare. La passione, quella per il pianoforte, assente sul palcoscenico, in fondo esprime l’assenza stessa della passione perché la tanto declamata  passione é in fondo una fuga dalla realtà insostenibile in quanto priva  d’amore e densa di silenzio.
Splendida la regia e la formazione artistica dei protagonisti: in tutto si evince la magistrale impronta del grande maestro Gabriele Lavia. Uno spettacolo denso di simbolismi in una regia che esalta i movimenti del corpo. Le spalle al pubblico nel cruciale momento di rifiuto di una madre nei confronti di una figlia e il conseguente lancinante dolore che si riflette nella figlia stessa e nella sua malattia. Nel loro unico momento d’incontro, la scena si riempie di ombre che impediscono di scorgere i tratti del viso, e la retrocessione di fronte all’incapacita di accettare il dolore e la diversità dell’altro, porta all’unico conforto nella ricerca con la terra in una simbiosi di apparente morte e rinascita .
Una citazione pura, senza l’ausilio di microfoni, riporta la prosa allo stato di verginità assoluta. Una splendida direzione che porta il grande marchio di un maestro della storia della teatro. 

©Laura Poretti Rizman

foto fornita da Il Rossetti
foto fornita da Il Rossetti
“Anna Maria Guarnieri è protagonista di Sinfonia d’Autunno testo bergmaniano  che va in scena al Politeama Rossetti da mercoledì 18 febbraio per la regia di Gabriele Lavia. Lo spettacolo vanta un cast di prima grandezza: ne fanno parte Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori. In scena al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia  per il cartellone Prosa, fino a domenica 22 febbraio”.

Nasce per il palcoscenico, nel 1976, Sinfonia d’Autunno, dramma psicologico e familiare di Ingmar Bergman: due anni dopo diventa – sul grande schermo – un suo capolavoro, girato in Norvegia e con un cast in cui figurano Ingrid Bergman (al suo ultimo film) nei panni di Charlotte e Liv Ullman, nel ruolo della figlia, Eva.

La pièce ritrova ora la via del teatro grazie a un maestro della regia, come Gabriele Lavia, che con l’opera del geniale artista svedese ha intessuto un feeling raro, regalando già in passato emozionanti spettacoli: al Politeama Rossetti, ricordiamo Scene da un matrimonio, nel 1998 e nel 2001 Dopo la prova, splendido testamento spirituale bergmaniano.
Da mercoledì 18 a domenica 22 febbraio, Sinfonia d’Autunno – diretto da Lavia e con una protagonista della statura di Anna Maria Guarnieri, a cui si affiancano gli ottimi Valeria Milillo, Danilo Nigrelli e Silvia Salvatori – arriva al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, in programma per il cartellone Prosa.
Sinfonia d’Autunno è costruito da tanti “assolo”: sono quelli dei personaggi condannati a non riuscire a comunicare fino infondo, a non risolvere mai i loro nodi, i sensi di colpa reciproci, a non poter non sentirsi “esclusi”.
Bergman chiama questo doloroso stato “Solitudine Assoluta” e secondo Gabriele Lavia era ben conscio di cosa si prova a vivere questa“esclusione”: «Un sentimento comune ai “teatranti” – riflette  Lavia – anche ai “concertisti”… comune a quegli strani esseri umani che “si espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d’essere: “esporsi”. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o Mogli. Non sono normali. Sono “strani” e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa “Solitudine Assoluta” è la maledizione comune della nostra epoca».
Non a caso, dunque la protagonista di Sinfonia d’Autunno è una grande concertista, Charlotte, cui dà vita una emozionante Annamaria Guarnieri. Al pianoforte ha votato la propria vita, tanto da sacrificargli tutto il resto: è stata una pessima madre, una pessima moglie… Ed ora un dolore alla schiena le impedisce di stare allo strumento, con cui ha creato un proprio mondo, chiuso.
“Esclusivo” è anche l’universo dolente e depresso di Eva, sua figlia. Ha da poco perduto il proprio bambino, e il suo amore di madre è frustrato: a Charlotte, con cui da sempre è in conflitto, rinfaccia di averla trascurata, come pure l’altra figlia, Helene, la cui vita è devastata da una malattia degenerativa e di cui ora si prende cura Eva. Più volto all’accettazione, appare il marito di Eva, Viktor, che però ritrova la pace solo rifugiandosi quotidianamente nella stanza vuota del figlioletto, in un gesto di solipsistica nostalgia.
Come pianeti solitari, si attrarranno senza riuscire mai a unirsi davvero, senza risolvere i loro desideri e i loro reciproci rancori, in un vortice di scavo psicologico e tensioni che solo un eccellente cast può restituire in scena.
Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman, nella traduzione di Chiara De Marchi va in scena nella regia di Gabrilele Lavia; le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Claudia Calvaresi, e le musiche di Giordano Corapi, Simone De Angelis ha ideato le luci.
Anna Maria Guarnieri interpreta Charlotte, Valeria Milillo è impegnata nel ruolo di Eva, al cui marito Viktor dà vita Danilo Nigrelli. Nel ruolo di Helena ammireremo Silvia Salvatori.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria Fondazione Brunello Cucinelli.
Sinfonia d’Autunno va in scena al Politeama Rossetti da mercoledì 18 a sabato 21 febbraio alle ore 20.30 e domenica 22 febbraio in pomeridiana alle ore 16.
I biglietti si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

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