TRIESTE – È l’ultima opera da camera di Benjamin Britten The Turn of the Screw (Il giro di vite), composta nel 1954 sulla base del racconto omonimo di Henry James: un lavoro suggellato da un debutto tutto italiano, con prima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia nell’ambito del XVII Festival internazionale di musica contemporanea, che aveva commissionato il lavoro. L’opera, una ghost story che vede protagonisti due bambini orfani – Miles e la sorella Flora – affidati a un’istitutrice in una grande dimora di campagna, è memorabile per la creatività e l’impegno del grande compositore, che ha recepito le tensioni serpeggianti nel testo di James come un fiume carsico, restituendole attraverso una orchestrazione di straordinario fascino. Con un minimo impiego di mezzi, 14 strumenti solisti, Britten alimenta uno dei più affascinanti e originali drammi che il teatro lirico abbia mai proposto. Ha raccolto la straordinaria suggestione di quest’opera il Conservatorio Tartini di Trieste, decidendo di allestire una articolata e poderosa produzione, in collaborazione con l’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Trieste: un allestimento che ha impegnato le classi di Canto del Conservatorio, guidate dalle docenti Cinzia De Mola, Manuela Kriscak e Paoletta Marrocu, insieme alla classe di Direzione d’orchestra guidata dal noto Maestro Marco Angius, con l’apporto dell’Ensemble strumentale del Conservatorio Tartini di Trieste e di quattro Professori dell’Orchestra Filarmonica del Verdi. Il risultato è lo spettacolo al debutto in prima assoluta giovedì 8 maggio, nella Sala Ridotto Victor De Sabata del Teatro Verdi di Trieste, alle 20.45: «una solida e ambiziosa proposta produttiva, concepita come occasione di importante cimento per alcuni dei migliori studenti e studentesse del Conservatorio – spiega il Direttore del Tartini Sandro Torlontano – ma anche come “test” del significativo livello dei percorsi accademici della nostra istituzione, che consentono agli studenti di affrontare un ‘ingaggio’ impegnativo e per questo poco frequente nel novero delle produzioni avviate abitualmente dai Conservatori. Siamo grati all’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Trieste per la collaborazione offerta sia in scena, che sotto il profilo della sinergia produttiva». Nel cuore di The Turn of the Screw (Il giro di vite) la musica di Britten gira e scava, penetra a cerchi concentrici: «l’opera – anticipa il curatore del progetto, Andrea Amendola responsabile della produzione internazionale del Tartini – è di alta raffinatezza e insieme complessità, scandita da due atti con otto brevi scene collegate da quindici interludi orchestrali, ciascuno in una tonalità diversa. Tutti concepiti come variazione di un tema esposto dopo il prologo e che raggiunge i 12 gradi della scala cromatica. L’ultima scena è concepita come una grande passacaglia che ha per basso ostinato le note del tema: queste progressivamente scompaiono, con un chiaro significato simbolico. Le note alterate – le note nere della tastiera intese come le forze del male – lasciando sul campo solo i suoni naturali, ovvero i tasti bianchi, le forze della purezza».
In scena, sul libretto di Myfanwy Piper dal racconto di Henry James, il pubblico troverà la giovane “bacchetta” Matteo Boischio, direttore d’orchestra allievo del Maestro Angius. La regia dell’allestimento è a cura di Cinzia De Mola, l’introduzione sarà affidata alla musicologa e docente del Tartini Cristina Fedrigo. Interpreti dello spettacolo sono Mirko Grgorinić (Il prologo e Mr. Quint), Iana Rata (l’istitutrice ), Greta Ludovica Di Sopra (Miles), Caterina Trevisan (Flora), Marina Santrać (Mrs. Grose) e Tamara Mirzoyan (Miss. Jessel). L’Orchestra è composta dai quattro Professori della Filarmonica del Teatro Verdi: Eliseo Baldizzi violino I, Anna Apollonio violino II, Chiara Urli violoncello e Danilo Sisto contrabbasso – e dai musicisti dell’Ensemble strumentale del Conservatorio Tartini: Manuel Chiappin flauto, Federico Graziano oboe, Pietro Milella corno inglese, Silvia Dell’Agnolo clarinetto, Gabriel Maizan clarinetto basso, Sergio Lazzeri fagotto, Antonio Fracchiolla corno, Mattia Fusi pianoforte, Enrico Bortolotti celesta, Emma Castellano e Alice Marchesi arpa, Paolo Beltrami e Ilija Tatalovic percussioni, Marina Vranjes viola.
Il plot di The Turn of the Screw (Il giro di vite) vede protagonisti i due fratellini orfani, Miles e Flora: nella dimora di campagna a poco a poco l’istitutrice Flora, giovane e inesperta, scopre che i bimbi subiscono l’influenza di due spiriti: quello di Peter Quint, ex domestico della casa, e quello di Miss Jessel, l’istitutrice precedente. Quint era stato intimo di Miss Jessel e con lei aveva corrotto i bambini, iniziandoli al male. L’istitutrice intenta una generosa battaglia per cercare di strappare i piccoli al potere occulto dei fantasmi, con cui i bambini si appartano di tanto in tanto in colloqui misteriosi. Dopo vari scacchi e delusioni, l’impegno della maestrina sembra essere premiato quando in un ultimo colloquio decisivo con lei il piccolo Miles trova la forza di pronunciare il nome del suo tentatore e di allontanarlo. Ma è tale la tensione psicologica cui il bambino è sottoposto che egli non regge e si spegne tra le braccia dell’istitutrice. Info e dettagli: conts.it