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Dei quadrati incrociati sullo sfondo, prendono forma e colore, mentre una musica dal vivo accoglie il pubblico all’apertura del sipario.
Le musiche ricordano vari ritmi di vari luoghi del mondo: si spazia da quelle ancestrali per arrivare a ritmi dai sapori greci e irlandesi.
L’ingresso di Miguel Angel Berna affascina tutti. Il pubblico rimane incantato di fronte al suo esprimersi, ed a quello della sua compagnia di ballo. La cantante non è da meno ed insieme all’orchestra si esibisce con grande maestria.
Scarpe rosse indossate da un uomo, esaltano i suoi passi, e la musica si arricchisce al suono delle nacchere. Lo Jota, questa danza più antica del flamenco, viene proposta al pubblico che in maniera entusiasta ne attribuisce il giusto merito.
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©Laura Poretti Rizman
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“Danza spagnola, nacchere, virtuosismi, ritmi incandescenti: è la “jota” di Miguel Angel Berna, che con la sua Compañia Española de Danza sabato 2 novembre alle 20.30 con replica domenica 3 alle 16, inaugura la stagione Danza del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.”
La stagione Danza del Teatro Stabile regionale s’inaugura nel segno della danza spagnola, nacchere, virtuosismi, ritmi roventi, passi pieni di eleganza e passione: è la “jota” di Miguel Angel Berna, nuovo astro del genere, affermato ormai a livello internazionale e in scena alla Sala Assicurazioni Generali assieme alla sua Compañia Española de Danza sabato 2 e domenica 3 novembre.
Ci sono voluti più di 30 anni per perfezionare la sua jota. Miguel Àngel Berna, nato a Saragozza, ha cominciato a ballare e studiare questa antica danza all’età di otto anni, e per molti anni ha danzato nei villaggi più sperduti e sconosciuti della Spagna, apprendendo dagli anziani le tecniche che loro stessi avevano imparato da giovani. Infatti la jota, che non è flamenco, ma una danza più antica, popolare e preziosa, era stata quasi dimenticata: «Della jota – spiega il coreografo e direttore della Compagnia Stabile di Saragozza– non esistono filmati, tutt’al più qualche foto, la memoria degli anziani che l’hanno ballata in gioventù. Ho dovuto studiare a lungo per riportarla alla luce e diversamente dal flamenco non ha avuto una elaborazione teatrale».
Il “Paganini delle nacchere” (così lo hanno soprannominato i critici alla fine della sua esibizione al Sadler’s Wells di Londra) è riuscito così a riportare in auge questa danza, espressa al meglio e al completo nella sua drammatica intensità proprio in Bailando mi tierra…Mudéjar, divenuto il capolavoro di Miguel Àngel Berna.
Se i passi e le coreografie, rimaste impresse nelle menti di chi aveva avuto la fortuna di vederle, sono riuscite a restare vive, la musica originale, invece, non ha resistito al logorio del tempo ed è andata persa. Così Miguel Àngel Berna ha dovuto ricrearla, reinventarla basandosi su quella danza che aveva appena riportato alla luce. Musica che sarà eseguita, durante lo spettacolo da un gruppo di sette musicisti, rigorosamente dal vivo – perché così pretende la tradizione – e che talvolta addirittura sfocerà in una sfida, un dialogo fra ballerini (Berna e altri sette) e i musici.
Virtuosisticamente ritmica, questa danza si ispira alla vigorosa e nobile andatura del cavallo: i piedi del danzatore, che vestono scarpe morbide e non rigide come nel
flamenco, sfiorano il terreno, le nacchere restituiscono cadenze veloci e variate con incredibile perfezione tecnica.
Proprio le nacchere di Miguel Àngel Berna e della sua compagnia hanno caratteristiche particolari: l’utilizzo del dito medio al posto del pollice, a differenza di quanto accade nel più noto flamenco, e l’utilizzo del metacrilico trasparente invece del classico legno, «perché purtroppo non ci sono più i vecchi artigiani, così mio padre li realizza in questo materiale».
La drammaticità intrinseca nella jota, danza nata dai ritmi e dalle esigenze della vita quotidiana, anche dal dramma di procurarsi un tozzo di pane, in Mudéjar acquista ancora più energia e intensità. Infatti «il termine mudejar – spiega Berna – deriva dall’arabo e designa quei mussulmani che restarono nella Spagna riconquistata nel 1400 dai cristiani e ai quali fu permesso di conservare la loro cultura. In seguito a questo, mudéjar venne definita quella corrente artistica che mescolava arte cristiana e arte araba e che è una meravigliosa peculiarità della Spagna».
Quindi Miguel Àngel Berna si è ispirato a questo significativo periodo di pace e creatività per la sua jota, un’arte anch’essa e quindi influenzata come la musica e l’architettura da questa convivenza di cristianesimo, ebraismo e islamismo. E proprio come queste tre religioni convivevano meravigliosamente tra loro, ecco che anche nella jota di Berna convivono la tradizione, il folklore e la modernità.
Bailando mi tierra… mudejar , con Miguel Àngel Berna e con Manuela Adamo, Maria Alayeto Soto, Ana Duro, Yasmina Sánchez, Francisco Morgado, Pablo Perez.
L’orchestra è composta da Alberto Artigas (bandurria, laud), Antonio Bernal (basso), Ernesto Cossio Garcia / Guillermo Gimeno (chitarra), Miguel Ángel Fraile (flauti, cornemusa), Josué Barres (cajon, percussioni), Jose Luis Seguer (percussioni). Maria José Hernandez è la cantadora
Miguel Àngel Berna è anche coreografo e regista dello spettacolo, che conta sui costumi di Maria Jose Mora, il disegno luci di Bucho Cariñena, il suono di Kike Cruz. Direttore tecnico è Sergio Claveras (Pluto)
Bailando mi tierra… mudejar è una produzione del Centro Aragonés de Danza Zaragoza
Lo spettacolo è in scena al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Sala Assicurazioni Generali – sabato 2 novembre alle ore 20.30 e domenica 3 novembre alle ore 16 ed è inserita nell’abbonamento Danza.
L’ufficio stampa
PROGRAMMA
INTRO MUSICALE
Improvvisazioni con percussioni
SEGUIRILLA
Musica di : Luis Alberto Artigas
TEMPLANZA
Musica di : Jaime Lapeña e
Jose Luis Seguer Garcia
RAICES
Musica di : Luis Alberto Artigas
PIEL DE CULEBRA
Musica di : Miguel Angel Fraile
A TIENTAS
Improvvisazioni con percussioni
MASCUN
Musica di : Joaquin Pardinilla
CRISOL
Musica di : Mª Jose Hernandez
ALMA DE SARAQUSTA
Musica di : Luis Alberto Artigas e
Mª Jose Hernandez
SOY MUDEJAR
Musica di : Luis Alberto Artigas