Ferite a morte

Un fragoroso applauso a scena aperta accoglie l’ingresso di Lella Costa durante l’unica rappresentazione dello spettacolo Ferite a morte, di Serena Dandini.
Lo spettacolo, che già ha ottenuto uno strepitoso successo nella sua tournée, è stato promosso nei giorni precedenti da tutte le associazioni femminili della città di Trieste, promuovendo anche una cena di beneficenza a favore del sostegno del Goap, il gruppo operatrici antiviolenza di Trieste.
“Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorte”; con questa frase lo spettacolo ha inizio, raccontando la storia di donne ammazzate dai propri uomini. Vengono raccontate le giustificazioni che le donne spesso danno di fronte alla violenza domestica, perché ” tante volte si fa prima a non dir niente”.
Il silenzio delle donne evidenzia una realtà che deve cambiare ma purtroppo è ancora molto radicata proprio nel pensiero femminile.
Il racconto prende man mano forma nella storia di molte donne realmente forte, che attraverso la voce delle attrici,  riprendono vita, e spesso riescono anche ad essere spiritose, nel loro dramma, evidenziando proprio la necessità di mutare un atteggiamento assurdo e criminale.
Criminalmente non riconosciuto però. Si racconta di molte giustificazioni date ad efferati omicidi, pene scontate con un minimo di anni, o addirittura con gli arresti domiciliari. Si racconta di donne lontano da noi, ma la maggior parte dei racconti sono di casa nostra, donne della porta accanto, perche in Italia viene ammazzata una donna ogni due giorni.
Se, dall’altra parte del mondo, ci si chiede come morire sotto una pioggia di pietre, tra gli applausi degli uomini del paese compresi il padre ed il fratello della morta ammazzata, da questa parte del mondo le donne rinunciano ai figli per il lavoro creando gelosie e rabbia per la realizzazione avvenuta, perché quando il guadagno femminile, a fatica ed eccezionalmente, diventa maggiore di quello dell’uomo di casa, si rischia di renderlo un affronto alla virilità maschile, insopportabile a volte.
Lentamente possono iniziare i guai. Ogni motivo può risultare buono per dare un colpo feroce all’autostima della compagna o sposa. Prima privatamente, poi in pubblico. Un colpo dietro l’altro fino ad arrivare a quello definitivo.
Quando la donne cresce troppo e l’uomo non riesce stare al suo passo, difficilmente si raggiunge un’equilibrio.
Donne raccontano la propria sofferenza vicino a uomini che dall’amore più profondo passano facilmente all’odio più feroce. Una mancanza di equilibrio che spaventa per la sua realtà.
Alla fine dello spettacolo, come in ogni altra città che ha ospitato questo spettacolo, le attrici invitano a salire sul palco tre donne che rappresentano la realtà cittadina. Nel caso di Trieste salgono sul palco Rossana Bettini Illy (giornalista), Michela Cattaruzza (vicepresidente di Confindustria Trieste) e Alessandra Zigaina (giornalista TgR Friuli Venezia Giulia).
In scena: Lella Costa, Orsetta de’ Rossi, Giorgia Cardaci, Rita Pelusio.
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©Laura Poretti Rizman
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foto fornita da Il Rossetti
foto fornita da Il Rossetti

Il 31 ottobre al Teatro Stabile regionale una delle prime tappe del tour nazionale di Ferite a morteSpoon River sulla violenza di genere, scritta e diretta da Serena Dandini per testimoniare  la lotta contro il femminicidio. Lo portano in scena Lella Costa, Giorgia Cardaci, Orsetta de’ Rossi, Rita Pelusio, che interpretano storie ispirate a vicende reali

Dopo quindici eventi ‘sold out’ nelle più grandi arene italiane e alla vigilia di un tour internazionale che approderà anche all’Onu a New York, Ferite a morte, il progetto teatrale sul femminicidio scritto da Serena Dandini in collaborazione con Maura Misiti, è in tour nazionale. Fra le prime tappe figura il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che per una sola sera, il 31 ottobre ospiterà alla Sala Assicurazioni Generali lo spettacolo.

Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia attraverso il linguaggio della drammaturgia, giocato, a contrasto, su toni ironici e grotteschi.La scena teatrale è sobria: un grande schermo rimanda filmati ed immagini evocative, la musica accompagna le donne a raccontare la loro storia assieme agli oggetti che hanno caratterizzato la loro tragica avventura.

Sul palco, ad interpretare le vittime, quattro attrici che si alternano a dare voce a queste storie: Lella Costa, celeberrima protagonista dei palcoscenici italiani e icona del teatro civile, Orsetta de’ Rossi, volto noto del cinema e della televisione, Giorgia Cardaci, attrice attiva tra grande e piccolo schermo, e Rita Pelusio, fuoriclasse del teatro comico nostrano. A loro di volta in volta si uniranno alcune donne in rappresentanza della società civile nel territorio.Ferite a morte si avvale del patrocinio del Ministero degli Esteri italiano ed ha come partner Eni, che dopo aver sostenuto il progetto dalle sue prime repliche, conferma il suo appoggio per la tournée.

La messinscena dello spettacolo è a cura di Serena Dandini, coadiuvata dall’aiuto regista Francesco Brandi.

Ferite a morte è una co-produzione Mismaonda srl – La Contemporanea srled è anche un libro (edito da Rizzoli) e un sito www.feriteamorte.it che raccoglie informazioni, petizioni, notizie sul tema della violenza di genere. Anche su Facebook e Twitter.

«È ormai più di un anno che è partita l’avventura di Ferite a morte – dichiara Serena Dandini – e non mi sarei mai aspettata questa forte risposta del pubblico quando ho iniziato insieme a  Maura Misiti, amica e ricercatrice del CNR, ad analizzare quei terribili dati sulla violenza alle donne in tutto il mondo. Una vera e propria strage, che passava spesso sotto silenzio, quasi come un destino ineluttabile riservato al genere femminile.  Questi monologhi teatrali nascono proprio dal desiderio di dare luce e visibilità a storie spesso ridotte dalla cronaca nera solo a morbosi delitti passionali. Ho pensato che il teatro  con il suo linguaggio diretto potesse arrivare al cuore e alla coscienza del pubblico più di tanti discorsi seri a cui spesso siamo assuefatti. E così miracolosamente è stato. Ho riscritto in totale libertà e fantasia storie ispirate alla realtà quotidiana di milioni di donne e bambine vittime di violenza in tutto il mondo, dando la parola a chi non ha potuto parlare da viva o non ha avuto la forza necessaria per farlo. Finalmente da un paradiso tutto al femminile, le donne di Ferite a Morte raccontano la loro versione dei fatti, e la loro vita, creando un cortocircuito tra dramma e ironia  in una nuova Spoon River   internazionale. Sono particolarmente orgogliosa che attrici straordinarie come Lella Costa si siano innamorate del progetto e abbiano deciso di portarlo in tour per l’Italia, continuando a dare voce e visibilità a questo dramma infinito».

Accanto a loro saranno in scena anche tre ospiti d’onore, selezionate in ogni città: a Trieste ascolteremo le giornaliste Alessandra Zigaina e Rossana Bettini e l’imprenditrice Michela Cattaruzza.

Inserito nell’abbonamento altripercorsi del Teatro Stabile regionale, Ferite a morte va in scena per una sola sera alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti, giovedì 31 ottobre alle 20.30.

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