Il Vajont di tutti, riflessi di speranza 🗓

IL VAJONT DI TUTTI
Riflessi di speranza

personaggi e interpreti
Narratore ​​​Andrea Ortis
Ing. Carlo Semenza ​​Michele Renzullo
Tina Merlin ​​​Selene Demaria
Famiglia di montagna ​Elisa Dal Corso, Mariacarmen Lafigliola, Jacopo Siccardi
testo e regia ​​​Andrea Ortis
scene ​​​​Gabriele Moreschi
luci ​​​​Virginio Levrio
video ​​​​Mariano Soria
suono ​​​​Francesca Iannotta
arrangiamento musicale ​Francesco Cipullo
produzione ​​​Mic International Company
in coproduzione con ​​Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

 

Il Vajont di tutti, riflessi di speranza, foto fornita dal Teatro Stabile del FVG

 

 

Prudenza non deve voler dire far finta di non vedere.

Edoardo Semenza

 

 

Non so voi, ma in questo difficile vivere, attorniati da problematiche personali e di società, il pensiero di andare a teatro per rispolverare un pezzo di storia difficile, non è mai una prospettiva allettante.

Si va comunque per un bisogno di sapere qualcosa di più, per approfondire ma anche e soprattutto per rendere omaggio ai caduti, ricordando la loro e la nostra storia.

In questo caso parliamo del disastro annunciato della diga del Vajont, località che si trova nella nostra regione: il Friuli Venezia Giulia.

Proprio nel periodo del ricordo di questa grande catastrofe e reduci dall’adesione da parte di più teatri triestini al grande evento di Paolini che ha visto un coinvolgemto teatrale nazionale a memoria di quel giorno, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in cooproduzione con Mic International Company, ha portato in scena “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”  di Andrea Ortis che veste anche i ruoli di regista e di attore.

Ma chi è Andrea Ortis? E’ un personaggio eclettico, un uomo che ha vestito moltissimi ruoli nell’arte dello spettacolo sia teatrale che cinematografico. Ha recitato in ruoli di prosa classica ma anche in quella musicale. Leggendo il suo percorso artistico, volto anche alla scrittura ed al componimento, si evidenzia soprattutto la sua tenacia nella preparazione di quanto va ad affrontare. Andrea Ortis dunque, in questo spettacolo, si presenta come narratore, abbattendo i muri, le dighe, e cercando un dialogo ipotetico anche con il pubblico.

Nello spettacolo vuole creare moltissimi livelli: c’è un coro, orchestrato e posizionato in maniera sbalorditiva, ci sono le scenografie fisiche e in movimento, i video, le creazioni artistiche, i doppi scenari, gli attori e cantanti: tutto il cast e gli operatori di una professionalità eccellente al punto da colpire anche chi è avezzo alla frequentazione teatrale. C’è la narrazione del fatto che collocandosi in ricordi vicini crea commozione,  ma soprattutto c’è un elemento che unisce il tutto: la poesia.

La poesia narrativa di un fatto così tragico riesce a rendere il ricordo meno doloroso ma più efficace come messaggio, ed il messaggio collega i fatti in ogni parte del nostro Paese, dove c’è un interesse economico maggiore di quello della salvaguardia dell’essere simile, quello umano.

Uno spettacolo imperdibile, in scena ancora stasera al Politeama Rossetti e da domani in regione sul circuito ERT.

 

Laura Poretti Rizman

 

 

 

 

 

 

“Il ricordo del dramma del Vajont e un monito a porre attenzione – oggi – al rapporto fra uomo e ambiente: Andrea Ortis autore, attore e regista friulano racchiude tutto ciò ne “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza” coprodotto da Mic International Company e dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che conta su un ottimo cast in cui spiccano lo stesso Ortis e Michele Renzullo. Partecipa allo spettacolo il coro “La voce della valle” – CAI di Cividale”.

«Dissesto idrogeologico, domanda di energia e abusi edilizi sono temi della contemporaneità, intrecciati ad un passato dalle cui dinamiche, che continuano a scuoterci riproponendosi nel presente, non possiamo distogliere lo sguardo» scrive Andrea Ortis autore e regista oltre che interprete di “Il Vajont di tutti”, e prosegue «Ognuno ha il “suo” dolore ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti, un monito attualissimo che parla alle nostre coscienze, richiamandoci al ruolo di ospiti in questo pianeta, non di padroni».

Ecco riassunto in poche righe il senso profondo dello spettacolo e le ragioni per cui essere in platea il 12 e il 13 ottobre al Politeama Rossetti per “Il Vajont di tutti”.
Lo spettacolo parte dai nostri giorni: il narratore interpretato da Ortis – artista friulano e per questo ancor più partecipe della vicenda – con il supporto di proiezioni documentali, filmati, immagini storiche e musiche, presenta la vicenda del Vajont e segue un percorso a ritroso nel tempo, dettagliando i retroscena del disastro, avvenuto il 9 ottobre 1963, e le cause che lo determinarono.

A questa linea s’intreccia la presenza in scena di due personaggi del passato: l’ingegnere Carlo Semenza, responsabile della S.A.D.E. e progettista della diga del Vajont e Tina Merlin, unica giornalista che all’epoca si batté per i diritti delle popolazioni montane interessate. Si rende così presente da diversi punti di vista un evento di trent’anni fa: ma giungeranno alla mente degli spettatori gli echi di Sarno, della Val di Stava, di Rigopiano e Genova, fino ai disastri recentissimi dell’Emilia Romagna, tutti uniti dal comune denominatore dell’ottusità e dell’ingordigia dell’uomo nel rapporto con l’ambiente.

Lo spettacolo dunque si snoda su due binari narrativi paralleli, i quali talvolta si sovrappongono, pur mantenendo connotati identitari riconoscibili: da una parte si assiste ad un dettagliato racconto dello scenario storico del secondo dopoguerra, che va dagli anni ‘20 agli anni ‘60 del Novecento italiano, attraverso un viaggio nelle tradizioni secolari delle comunità montane e lungo il tracciato delle radici dialettali e popolari del nostro paese; dall’altra si ripercorrono minuziosamente gli eventi e le dinamiche umane che, nella loro concatenazione minata da superficialità e negligenze culminarono nel disastro.
“Il Vajont di tutti, riflessi di. speranza” è l’Italia che vuole rialzarsi dopo lo sfacelo delle guerre mondiali, l’Italia che inventa, scopre e sperimenta; il paese delle grandi opere civili che, in meno di vent’anni, ricostruisce sé stesso e parte del proprio futuro. Lo spettacolo rende presente un accadimento che pur parte di un recente passato, dichiara tutta la sua drammatica attualità nel complesso rapporto fra uomo e natura.

Nelle date di Trieste agli interpreti si affianca il coro “La voce della valle” – CAI di Cividale.

Lo spettacolo replica giovedì 12 e venerdì 13 ottobre alle ore 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti.
I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Politeama Rossetti, in tutti gli altri punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e anche online tramite sito del Teatro Stabile www.ilrossetti.it. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

Il Vajont di tutti andrà in scena domenica 15 ottobre alle ore 21 Teatro Ristori di Cividale, lunedì 16 ottobre alle ore 20.45 al Teatro Verdi di Maniago, martedì 17 ottobre alle 20.45 al Teatro Lavaroni di Artegna e domenica 22 ottobre alle 21 al Teatro Zancanaro di Sacile.

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Scheduled Arte e spettacolo Trieste

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