LUNEDì 8 APRILE “LA SIGNORINA JULIE” DI AUGUST STRINDBERGTEATRO ORAZIO BOBBIO ORE 17.30
La Stagione di Teatro a Leggio organizzata dagli Amici della Contrada si chiude lunedì 8 aprile, alle 17.30, al Teatro Bobbio con il celeberrimo testo di August Strindberg “La signorina Julie”, interpretato da Enza De Rose, Gianmaria Martini e Paola Saitta per la regia di Daniela Gattorno.Strindberg stesso definisce questa sua opera una tragedia naturalistica dando così un’indicazione precisa per la messa in scena del testo. Nessun artificio scenografico e gestuale ma un’intensa e drammatica evoluzione di un impossibile rapporto fra generi e classi diverse. In un’apparente festosa notte di mezza estate, lontanissima da quella magica di shakespeariana memoria, la contessina Julie si diverte ballando e stuzzicando il cinico, prestante servitore Jean, mentre la sua fidanzata Kristin assiste indifferente alle prime battute della schermaglia chiarendo da subito la posizione ferma e sicura di chi sa che “certe cose” tra persone di lignaggio diverso sono non solo proibite ma semplicemente inconcepibili e quindi non degne di nota. I due protagonisti, invece, si lasciano trasportare da forti tensioni opposte: Jean aspira a smettere gli abiti del servo e Julie che vorrebbe vivere la sua condizione di donna, libera da schemi precostituiti. La notte accompagna questo scontro psicologico serrato e complesso, che rivela le molteplici sfumature presenti in entrambi i protagonisti, fino ad arrivare ad un’alba che non schiarisce ma che trova Julie annichilita e sconfitta. Purtroppo le caselle a cui appartengono sono fissate ad uno schema così rigido, che la rappresentazione stessa della pièce fu osteggiata dai contemporanei dell’epoca, tanta fu l’indignazione per i temi affrontati. Sorprende infatti che l’opera sia stata scritta nel 1888, con largo anticipo rispetto alla trattazione di temi simili in Italia, soprattutto quelli inerenti alla differenza di genere. «Anch’io, durante il lavoro – spiega la regista – sono stata in bilico tra due opposte tensioni: la gioia ma nello stesso tempo la paura di affrontare una pietra miliare del teatro europeo. Sono stata aiutata e supportata da un gruppo di lavoro che stimo e apprezzo: con Enza De Rose e Paola Saitta abbiamo condiviso molti progetti artistici e stabilito da tempo un rapporto di affetto e fiducia reciproca. Gianmaria Martini lo ricordavo da quando, nel 2010, aveva interpretato Tiberio Mitri in “Fuori i secondi” per la regia di Francesco Macedonio. Non ho mai dimenticato quella sua performance, così convincente e vera. Quando abbiamo deciso di presentare questo testo di Strindberg, ho subito pensato a lui per il protagonista maschile, e ho avuto la fortuna, che nonostante i numerosi impegni di lavoro che lo legano a produzioni teatrali di tutta Italia, abbia trovato il tempo e il piacere di partecipare a questo nostro progetto».