VENERDI’ 11 dicembre 2015 alle ore 18
da ZENZERO e CANNELLA (Campo San Giacomo)
Trieste
Cosa significa narrarsi a Trieste?
Narrare significa permettere a ciò che sta dentro di noi di fluire all’esterno, affinché l’interiorità si esterni.
Ciò che è informe e morbido si struttura, si organizza, diventa comprensibile. E ciò che è intrecciato diventare successione, traccia.
La narrazione è il pensiero mobile, intessuto con i sentimenti e le sensazioni, intuizioni e immagini; sono i ricordi, un riso sfrenato, i colori, il piacere e il dolore del corpo che si sviluppano alimentandosi da sé.
La narrazione è sempre per qualcuno a cui la trasmetto, non accade solo nel chiuso della mia interiorità, ma ha bisogno di qualcuno disposto ad ascoltarla.
Ascoltare la narrazione significa accoglierla in un teso e attento silenzio.
La narrazione è il punto d’unione tra l’individuo e il gruppo, tra l’uno e i molti, tra il conosciuto e lo sconosciuto, perciò collega e unisce.
Narrarsi significa che la narrazione è tale in quanto parte da un’ individualità.
Con i ricordi, i sentimenti, i colori, le sensazioni, le forme e i pensieri impasto la mia narrazione.
Narrasi a Trieste: nel nostro caso la narrazione non è fantastica e distaccata, ma collocata nel qui ed ora, nel tempo e nello spazio, è quindi determinata storicamente. Avviene a Trieste.
La narrazione è quindi saldamente ancorata, limitata, inclusa ed intessuta, imbevuta di attualità e di passato.
Che cosa significa dunque narrarsi a Trieste?
Significa promuovere e mantenere il movimento di pensieri e sentimenti, significa collegare l’individuo con la società, riempire gli abissi tra ciò che ci è vicino e ciò che è lontano.
La narrazione per sua natura appartiene a tutti, perciò nessuno, individuo o gruppo può appropriarsene e farne La narrazione.
Ma nella storia non è stato sempre cosi’. Non hanno narrato i bambini, le donne e chi in generale chi non contava molto.
La narrazione può inoltre degenerare, se essa dimentica l’ascolto. Ascoltare vuol dire essere disposti a ridurre il proprio spazio e il tempo per l’altro, rinunciare per un po’ alla propria narrazione.
La narrazione e l’ascolto sono perciò indissolubilmente collegati e da quest’interazione si sviluppa il dialogo.
Narrarsi a Trieste in fondo vuol dire anche narrare ogni giorno di nuovo, collegare, ascoltare, promuovere e mantenere il dialogo.
Makri Milič 11.11. 2011