Slovensko stalno gledališče – Teatro Stabile Sloveno
Tomislav Zajec
SCROFE
regia: Primož Ekart
dal 6 al 29 dicembre al TSS
Un testo insolito su una storia tanto assurda e grottesca quanto realistica andrà in scena dal 6 dicembre al Ridotto del Teatro Stabile Sloveno in una nuova produzione che esplora con un linguaggio al confine del cabarettistico il tema della solitudine degli invisibili.
Il titolo dello spettacolo, dal fuorviante tono provocatorio, è Scrofe: l’autore, l’affermato drammaturgo croato Tomislav Zajec, ha infatti ambientato la vicenda in un allevamento di suini gestito da due sorelle, prigioniere del proprio traumatico passato familiare. La nuova produzione del teatro triestino è firmata dal regista Primož Ekart. Le protagoniste dello spettacolo, che prevede anche numeri di canto e coreografie, sono le attrici Tina Gunzek e Nikla Petruška Panizon.
Drammi irrisolti del passato orientano le azioni delle due protagoniste, ma le ragioni del loro malessere rimangono nonostante tutto lo sfondo della vicenda, dato che le due sorelle li hanno esorcizzati costruendosi un mondo parallelo, nel quale tentano di elaborare i traumi sublimandoli in una bizzarra forma d’arte. Ibru e Piccola Ibru recitano ogni giorno diversi ruoli di una vita familiare passata per sopportare il disagio presente. Il loro teatrino domestico apre il capitolo dell’isolamento scelto da molte persone, costrette da difficoltà esistenziali e dalla mancanza di aiuto esterno a cercare il riparo di abitudini ossessive.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare un thriller familiare, diventa così specchio di un interrogativo sociale, che Zajec tratta con una buona dose di ironia, dato che l’impossibile confessione aperta dei personaggi viene sublimata in scene grottesche e in numeri di canto e danza con le musiche originali di Davor Herceg. Il paroliere di queste canzoni in stile Broadway è il regista Ekart.
Il motivo ricorrente delle scene recitate dalle due sorelle sono i professori che in diversi ambiti artistici hanno dimostrato poca comprensione nei confronti del talento della Piccola Ibru. La sorella maggiore, »scelta« per la gestione dell’allevamento di suini e meno incline all’arte, trova quindi ogni volta nei loro riguardi una soluzione »definitiva« per proteggere le illusioni della sorella minore. Come ha scritto la dramaturg Helena Šukljan: »Le sorelle vivono insieme da anni e possono contare solo l’una sull’altra. Infatti l’una per l’altra rappresentano una famiglia, un luogo sicuro, una madre, un padre, un’amica, un’insegnante, una sconosciuta e l’unica possibilità di interazione sociale. Si sono arenate nella propria solitudine, nascondendosi davanti al mondo. Continuando a ripetere all’infinito le scene nel porcile e con gli insegnanti, plasmano la propria realtà e danno un senso alla propria vita.«
Tra le varie possibilità di mettere in scena l’assurdo e il grottesco presenti nel testo, l’équipe artistica ha scelto la strada di una maggiore aderenza alla realtà e a situazioni che ciascuno può conoscere personalmente. Sul concetto dell’allestimento il regista Ekart ha detto: »Abbiamo deciso di raccontare una storia che parla di solitudine. La solitudine è un sentimento che possiamo provare in mezzo a una moltitudine di persone frettolose in una trafficata via cittadina. La solitudine è una situazione comune a molte delle persone che incontriamo. A volte le sorprendiamo mentre osservano la vita scorrere davanti ai loro occhi sul davanzale della finestra. La loro solitudine non ci è nuova, la ritroviamo dentro di noi.«
Le scene dello spettacolo sono state realizzate nei laboratori del TSS da Sara Slivnik, i costumi sono stati scelti da Tina Kolenik. Le coreografie sono di Rosana Hribar, le luci di Andrej Hajdinjak.
Le repliche dello spettacolo al Ridotto del TSS proseguiranno fino al 29 dicembre e saranno sovratitolate in italiano. Le prime due repliche della domenica pomeriggio offrirano agli spettatori dalla provincia di Trieste la possibilità di una navetta bus. La replica per il pubblico di Gorizia seguirà nel mese di gennaio.
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In occasione del debutto dello spettacolo, il 6 dicembre alle ore 19.15 è prevista l’apertura di una nuova mostra, che celebra i 60 anni dall’inaugurazione del Kulturni dom di Trieste, sede del Teatro Stabile Sloveno. Il teatro, in collaborazione con il Museo provinciale di Celje, ha allestito la mostra dal titolo Vasaio. Fumista. Artista. Franjo Felicijan a Trieste, con la quale l’autrice Barbara Trnovec valorizza il lavoro dell’autore delle 12.000 mattonelle artistiche in ceramica, pezzi unici che caratterizzano l’interno del Kulturni dom.
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Tomislav Zajec
SCROFE
traduzione: Tina Perić
regia: Primož Ekart
dramaturg: Helena Šukljan
scene: Sara Slivnik
costumi: Tina Kolenik
musiche: Davor Herceg
paroliere: Primož Ekart
coreografie: Rosana Hribar
light design: Andrej Hajdinjak
fonico: Borut Šelih
consulenza linguistica: Martin Vrtačnik
CON
Nikla Petruška Panizon
Tina Gunzek
DEBUTTO E REPLICHE
venerdì 6 dicembre, ore 20.00 – turno A1
sabato, 7 dicembre, ore 20.00 – turno B1
venerdì 13 dicembre, ore 20.00 – turno A2
sabato 14 dicembre, ore 20.00 – turno B2
domenica 15 dicembre, ore 16.00 – turno C1
venerdì 20 dicembre, ore 20.00 – turno A3
sabato 21 dicembre, ore 20.00 – turno B3
domenica 22 dicembre, ore 16.00 – turno C2
domenica 29 dicembre, ore 16.00 – turno C3
Ridotto TSS
con sovratitoli in italiano
lunedì 20 gennaio, ore 20.00
Kulturni center Lojze Bratuž
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MOSTRA
Museo provinciale di Celje
Slovensko stalno gledališče Trst – Teatro Stabile Sloveno
Vasaio. Fumista. Artista.
Franjo Felicijan a Trieste
autrice della mostra: Barbara Trnovec
6.12.2024-16.02.2025
martedì-venerdì 10.00-14.00
e negli orari degli spettacoli
Il nome di Franjo Felicijan (1913-1994) nasconde una storia sorprendente. Collaboratore dell’architetto Jože Plečnik, di Edo Mihevc e di molti altri artisti e personalità di spicco del suo tempo, ha realizzato per il Kulturni dom di Trieste il suo lavoro più monumentale, le 12.000 mattonelle di ceramica con le quali sono ricoperte le pareti dell’edificio.
Con la mostra Vasaio. Fumista. Artista. Franjo Felicijan a Trieste il Museo provinciale di Celje e il Teatro Stabile Sloveno celebrano i 60 anni dall’inaugurazione del Kulturni dom. Autrice della mostra è l’antropologa Barbara Trnovec, curatrice e consulente del Museo provinciale di Celje.
Felicijan era considerato un ottimo artigiano, vasaio e fumista; nonostante gli venisse riconosciuto un certo estro creativo, come artista rimase trascurato e Barbara Trnovec ha avuto un ruolo fondamentale nella sua riscoperta. Nei 110 anni dalla sua nascita (2023) ha promosso la costruzione di un monumento celebrativo nella città di Vojnik, è stata la curatrice della prima mostra sul tema e della prima monografia. Questa è la seconda mostra dedicata a Felicijan. Nell’atrio del Kulturni dom sarà visitabile dal 6 dicembre al 16 febbraio negli orari della biglietteria e degli spettacoli.
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