“Presentata la Stagione 2025-2026 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: straordinaria, grande drammaturgia – dal classico all’oggi, da Shakespeare e Checov, a Davide Enia e Stefano Massini – con grandi regie (Peter Stein, Davide Livermore, Leonardo Lidi, Serena Sinigaglia…) ed eccellenti attori: Luca Marinelli, Stefano Accorsi, Maddalena Crippa, Elisabetta Pozzi, Tommaso Ragno, Ariella Reggio, Alessandro Haber, Edoardo Siravo… Elevata qualità artistica e ampio respiro, dunque, che connotano anche la ricca attività di produzione che inaugura e chiude la Stagione con due regie di Paolo Valerio: a ottobre l’omaggio al territorio con “Trieste 1954” di e con Simone Cristicchi e a maggio “Romeo e Giulietta” declinato sia in prosa che in lirica, ponendo l’accento sull’educazione al sentimento. Entrambe le operazioni sono in sinergia con il Teatro lirico G.Verdi. Per il Musical, alcune anticipazioni di spessore internazionale, con il ritorno della versione originale inglese di “Cats”, capolavoro di Webber, e di “The Rocky Horror Show”. Per la Danza, i Momix con l’inedito “Bothanica Season 2”: incanto e responsabilità green”.

Grande drammaturgia, grandi regie, grandi attori: sono questi gli elementi fondamentali del fare teatro, e nella Stagione 2025-2026 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ci sono tutti.
Reduce da una stagione significativa – che ha celebrato attraverso una notevole rosa d’iniziative il Settantennale dalla fondazione del Teatro, in concomitanza con il 70° del ricongiungimento di Trieste all’Italia, e che sta per chiudersi nel “gran finale” estivo con il Cirque du Soleil e la tradizionale attività a Miramare – lo Stabile del Friuli Venezia Giulia può guardare con soddisfazione agli esiti dei mesi passati. Affronta l’attività di produzione e programmazione futura forte di una visione culturale limpida e di ampio respiro, di dinamismo progettuale e di idee, di una qualità artistica d’alto livello, e soprattutto dell’ottimo rapporto con il pubblico, fidelizzato, competente, ma anche trasversale e richiamato da un’area vasta.
Mercoledì 4 giugno dunque, in una conferenza stampa allestita al Politeama Rossetti – alla presenza di Serena Tonel, Vicesindaco e Assessore ai Teatri del Comune di Trieste e salutata da un messaggio di Mario Anzil Vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia e Assessore alla cultura e allo sport – è stata presentata la Stagione 2025-2026 del Teatro Stabile regionale.
Ai saluti istituzionali è seguita l’introduzione del Presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Francesco Granbassi che, nell’occasione, ha dato con soddisfazione la notizia della conferma di Paolo Valerio nel ruolo di direttore, fino alla conclusione regolare del mandato.
È stato dunque il direttore a illustrare nel dettaglio la programmazione della Stagione da lui concepita, partendo dall’articolato, notevole progetto di produzione del Teatro.
La parola è passata poi al direttore organizzativo Stefano Curti per l’annuncio di alcune anticipazioni nella programmazione di Musical e Danza.
Come è tradizione il prossimo 7 ottobre sarà una produzione ad inaugurare la nuova Stagione ed è sembrato naturale scegliere un evento che – offerto alla città, lo scorso anno unicamente nella data del ricongiungimento di Trieste all’Italia – ha suscitato un successo notevolissimo: si tratta di “Trieste 1954” scritto da Simone Cristicchi – che ne è anche l’interprete – con Simona Orlando e diretto da Paolo Valerio.
Lo spettacolo, arricchito ora da alcuni momenti inediti, racconta Trieste e la sua unicità e fa omaggio ad un territorio che la Storia ha attraversato spesso in modo lacerante, trovando un equilibrio fra memoria e leggerezza, e fra parola e musica grazie alla collaborazione dell’orchestra del Teatro lirico G.Verdi di Trieste diretta dal Maestro Valter Sivilotti e del Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano Dall’Oste. “Trieste 1954” fa scoprire quei 9 anni di Trieste – città “sospesa” dalla fine della seconda guerra mondiale – anche attraverso i documenti video messi a disposizione dalla Rai del Friuli Venezia Giulia e le testimonianze raccolte da Il Piccolo.
Anche “26 ottobre. Un mare di ombrelli” di Gianni Gori, sarà nuovamente in scena alla Sala Bartoli dopo i “tutto esaurito” dello scorso anno: interessano l’argomento e l’insolita sperimentazione scenica che lo spettacolo crea. Nella scrittura è infatti un radiodramma (ed è stato trasmesso dalla Rai del Friuli Venezia Giulia grazie alla preziosa disponibilità del direttore Guido Corso), ma a teatro viene messo in scena “nel suo farsi” con la regia radiofonica di Mario Mirasola e la cura teatrale di Valerio: il pubblico si trova in uno studio radiofonico e ne scopre i segreti. In scena (e in voce) maestri come Fulvio Falzarano e Mariella Terragni e giovani talenti come Ottavia Castellacci ed Edoardo Pahor, formatisi alla Scuola StarTs Lab.
Il territorio, nella sua dimensione storica e culturale, nella sua arte, letteratura e nella sua bellezza è da sempre d’ispirazione per la direzione e viene percorso attraverso molti altri progetti produttivi.
Come ad esempio “Argo” che guarda alla Storia in modo particolare e toccante e che avrà il suo esordio al Mittelfest 2025. Il testo è scritto da Letizia Russo, liberamente ispirato al romanzo “Storia di Argo” di Maria Grazia Ciani che vi narra la sua fuga dall’Istria dopo la seconda guerra mondiale, procedendo per paesaggi interiori e ricordi di bambina. L’assieme creativo è tutto al femminile, e non è un caso: un intreccio di percettività e talenti che attraversa la memoria con poesia: dirette da Serena Sinigaglia recitano la grande Ariella Reggio, Maria Ariis e Lucia Limonta. Alla Sala Bartoli per il cartellone di Prosa.
Si lega invece alla riflessione sulle imponenti figure letterarie della Trieste del Novecento l’inedito “SvevoJoyce#ZenoBloom” con cui si apre la stagione di Scena Contemporanea alla Sala Bartoli: la drammaturgia è stata affidata a Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo, accademici dell’Università di Trieste con cui lo Stabile si pregia di collaborare continuativamente. La pièce nasce dall’idea di indagare il rapporto fra Svevo e Joyce partendo dal loro incontro, per spingersi oltre, verso una dimensione d’immaginazione e teatro in cui il dialogo è fra i due autori ma anche fra le loro creature letterarie più note, Zeno Cosini e Leopold Bloom. Diretti da Davide Calabrese ne saranno protagonisti Fulvio Falzarano e Francesco Godina, artisti radicati nella città, sensibili alle sue voci e alle sue ricchezze culturali.
Sarà un’altra significativa tappa nella ricerca costruita, nelle recenti stagioni, attorno alla grande letteratura del territorio e in particolare a Italo Svevo, che si conferma un riferimento importante.
Da un lato infatti lo Stabile continua a ricevere il plauso dei teatri italiani per “La coscienza di Zeno” creata nel 2023 per il centenario della pubblicazione del romanzo, e in tournée per la terza stagione consecutiva: lo spettacolo firmato da Valerio conta su un cast di alto livello capitanato da un ispirato Alessandro Haber. D’altra parte è in preparazione un nuovo importante allestimento sveviano: questa volta si punta su un testo teatrale, la commedia “La rigenerazione” che con ironia e incredibile preveggenza dipinge l’incapacità di accettare, da parte del protagonista, il decadimento fisico dovuto al passare del tempo. Lo Stabile si pone al fianco del Teatro Biondo di Palermo per l’operazione che conta su un attore carismatico come Nello Mascia e la regia di Valerio Santoro.
Ma i grandi autori sono anche quelli di oggi, quelli che – come Claudio Magris – rappresentano un faro da seguire: “Il vetro della clessidra” con Alessio Boni diretto da Paolo Valerio è un raffinato spettacolo che attraversa più scritti di Magris sul tema del tempo e della maturità. Dopo gli applausi riscossi lo scorso anno a Trieste e a Francoforte in occasione della Buchmesse, lo spettacolo è in tournée a partire da Milano.
E Milano ospiterà anche un’altra delle produzioni nate a Trieste e ora richieste sul piano nazionale: aprirà il tour al Piccolo Teatro di Milano, “Sior Todero Brontolon” di Carlo Goldoni, con Franco Branciaroli nel ruolo del titolo e Stefania Felicioli, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Valentina Violo, Emanuele Fortunati, Federica Di Cesare. Un assieme impeccabile, divertente, che il regista ha avuto l’intuizione di attorniare con i Piccoli di Podrecca. In scena diventano un’estensione dei personaggi e del loro sentire. Saranno nel teatro di Giorgio Strehler, a coronamento di un 2025 straordinario che li ha portati a raccogliere successi a Madrid – invitati dal prestigioso Museo Nazionale Reina Sofia – e all’Expo di Osaka, dove erano ospiti della Regione Friuli Venezia Giulia nel Padiglione Italia.
E non si fermeranno qui le scatenate marionette, che quest’estate proseguono il loro viaggio con “Podrecca on the Road” e che ritroveremo nella programmazione per l’infanzia.
L’attività di produzione sostanzia ed esprime molte altre utopie e istanze creative dello Stabile del Friuli Venezia Giulia, che ne compongono l’identità.
A sottolineare l’attenzione verso l’autore contemporaneo viene riproposto alla Sala Bartoli per qualche giorno e in tournée “Sissi l’imperatrice” scritto e diretto da Roberto Cavosi con protagonista Federica Luna Vincenti.
La contaminazione dei linguaggi del palcoscenico, l’interdisciplinarietà amplificano le potenzialità artistiche e lo Stabile le esplica a diversi livelli: avviando progetti come l’inedito “Volevo essere Marlon Brando” in cui un artista libero dai cliché come Alessandro Haber, accompagnato da attori e musicisti e diretto da Giancarlo Nicoletti, si racconta intrecciando autobiografia e musica, teatro e verità in una serata che è un inno d’amore per il palcoscenico.
Si intersecano teatro e fumetto in “Poema a fumetti” in cui Paolo Valerio ripercorre l’omonimo capolavoro di Dino Buzzati (solo in tournée), e palcoscenico e sport – il tennis – con la riproposta della sfida giocata ne “Il muro trasparente”, non solo sul campo ma anche sul piano dei sentimenti.
La valorizzazione dei nuovi artisti ed in particolare della creatività Under 35 e della ricerca passa sicuramente per il sostegno all’interessante progetto del Collettivo l’Amalgama diretto da Andrea Collavino, “Lost in Macondo” (che con la sua formula di teatro partecipato “invaderà” due nuovi centri del Friuli Venezia Giulia, San Leonardo e Sauris) e al Teatro dei Gordi che con la sua espressività fisica e corale si concentra sul tema del confine, rispondendo agli stimoli di GO!2025. Nasce così “Breve enciclopedia delle porte” coprodotto da A.Artisti associati e dallo Stabile regionale.
Una partnership storica e premiata dal pubblico e dalla stampa, che parla di un singolare modello di ricerca teatrale, di formazione, di inclusione, è quella attiva fra lo Stabile e l’Accademia della Follia, di cui viene riproposto “Quelli di Basaglia… A 180°”.
Il Teatro Stabile continua a sperimentare diverse modulazioni di spettacoli site-specific: è in programma a luglio un nuovo capitolo de “Il Rossetti a Miramare” in collaborazione con il Museo del Parco e del Castello di Miramare, proseguono applaudite le repliche della visita teatralizzata al Politeama, “Rossetti Open”, ed è allo studio un nuovo itinerario di “narraturismo” in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo di Trieste.
Inoltre merita evidenziare l’attività di produzione per l’infanzia che nelle stagioni recenti è molto cresciuta anche sull’onda della rinascita dei Piccoli di Podrecca: prosegue il sostegno alla Scuola StarTs Lab diretta da Luciano Pasini che propone una commedia da Gogol’, “Il Funzionario” interpretata dagli allievi attori. Anche il progetto curato da Giampiero Lapilli di teatro itinerante nelle scuole d’infanzia prosegue con le sue favole tramutate in teatro di figura (“Non aver paura del buio”), e menzioniamo “Gora” legato a GO!2025 che nasce dalla sinergia con il Teatro delle Marionette di Lubiana ed è creato da artisti delle due nazioni. Il progetto ha vinto un bando Interreg Italia-Slovenia e sfocia in uno spettacolo di teatro di figura per la regia di Giulio Settimo.
La stagione culminerà in una nuova grande produzione, concepita in modo molto particolare: “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, la più triste e bella storia d’amore di tutti i tempi raccontata da innumerevoli artisti, attraverso il cinema, la danza, la pittura… Paolo Valerio la metterà in scena parallelamente sia in prosa, che in lirica sulla partitura di Gounod: linguaggi che si compenetrano, pubblici che si confrontano in una sperimentazione che vede collaborare strettamente lo Stabile regionale e la Fondazione del Teatro lirico G.Verdi di Trieste, sul cui palcoscenico, e con il medesimo allestimento si svolgeranno, alternandosi di giorno in giorno, entrambe le edizioni. Una scelta meditata quella di puntare su una storia di adolescenza e passione, di amori travolgenti e muri da abbattere, incomprensioni e violenze e soprattutto di poesia e musica: la accompagneremo nell’arco dell’anno attraverso incontri, laboratori, approfondimenti e dialoghi ponendo in luce il tema sempre più necessario e attuale dell’educazione al sentimento.
Un’attività di creazione in sede così articolata e ricca non sarebbe possibile senza l’apporto fondamentale dell’ensemble di artisti, autori, attori e collaboratori a cui lo Stabile fa riferimento: professionisti di eccellente profilo, appassionati e generosi.
Altrettanto essenziale la rete di collaborazioni con istituzioni e realtà culturali, artistiche del territorio fra cui ricordiamo il Museo del Parco e del Castello di Miramare, il Teatro lirico G.Verdi di Trieste, l’Università degli Studi di Trieste, i Musei Civici, la Lega Nazionale, la Compagnia Arearea, l’ERT FVG, la British School FVG, il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste.
Coerentemente alle linee fin qui esplicitate, si snoda la programmazione ospite: un assieme di drammaturgie interessanti, intense prove d’attore, avvincenti letture registiche. Tutto quanto serve per – come richiama il claim della Stagione – INTRATTENERSI in modo vivo, partecipe, con lo spirito critico acceso e tanta voglia di emozionarsi: ecco l’invito rivolto al pubblico dello Stabile.
Dopo l’inaugurazione con “Trieste 1954” di e con Simone Cristicchi, il cartellone di Prosa proporrà subito una delle sue punte di diamante: “Crisi di nervi” un divertentissimo trittico di atti unici di Cechov. Uno dei massimi maestri della regia europea, Peter Stein, li inscena con la leggerezza e l’acume di cui solo i grandi sono capaci, orchestrando alla perfezione una compagnia tutta da applausi, capitanata da Maddalena Crippa.
Sarà poi la volta di due già citate produzioni: “Argo” con Ariella Reggio, Maria Ariis e Lucia Limonta che avrà una lunga tenitura alla Sala Bartoli mentre si tornerà in Sala Assicurazioni Generali per “Volevo essere Marlon Brando” con Alessandro Haber.
Con “Il birraio di Preston” la sottile e ironica drammaturgia di Andrea Camilleri (che ha curato assieme al regista Giuseppe Dipasquale la riduzione del romanzo) intreccia le trame del giallo e della commedia nell’ambientazione siciliana ben nota per la saga di Montalbano. Il testo conta su una numerosa compagnia e un protagonista esperto, Edoardo Siravo.
Dalla contemporaneità si passa alla scrittura teatrale del Premio Pulitzer Tennessee Williams, con “La gatta sul tetto che scotta” dello Stabile di Torino. Leonardo Lidi, uno dei registi di punta della giovane generazione, legge questo classico proiettandone potentemente il messaggio nel presente. Williams secondo il regista è l’autore più utile a comprendere l’importanza dell’analisi della società attraverso la lente familiare.
Dopo “La rigenerazione” di Svevo diretta da Valerio Santoro per lo Stabile regionale e il Teatro Biondo di Palermo, si arriverà al primo Shakespeare in cartellone che passata qualche stagione di assenza ,ritorna con un messaggio universale, volto all’educazione al sentimento. Lo sarà per il “Romeo e Giulietta” come per “Otello” che Giorgio Pasotti dirige nella traduzione di Dacia Maraini affidando a Giacomo Giorgio (volto noto di “Mare Fuori”) il ruolo del titolo. Pasotti stesso sarà Jago in una messinscena che porta in primo piano l’amore violento, l’insicurezza, il tema delle vite non rispettate nel cerchio dei sentimenti.
Davide Livermore, straordinario e versatile regista alla guida dello Stabile di Genova, presenta subito dopo “Il lutto si addice ad Elettra” di Eugene O’Neill, riscrittura del 1930 dell’Orestea eschilea: impeccabile il cast con protagonisti Tommaso Ragno ed Elisabetta Pozzi.
Stefano Accorsi incarnerà Ulisse nella rilettura teatrale dell’“Odissea” che sarà uno degli spettacoli più attesi del prossimo anno.
Con “Amadeus” di Peter Shaffer approda sul palcoscenico un vero classico contemporaneo: una scrittura che affascina al cinema e a teatro, che tratteggia il profilo di Mozart da un punto di vista originale e che si avvarrà della regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e dell’affiatato ensemble attoriale del Teatro dell’Elfo.
Luca Marinelli – fra gli attori più quotati del momento (da “Diabolik” alla serie “M-il figlio del secolo” fra i suoi impegni recenti) – affronta Italo Calvino da protagonista e regista ne “La cosmicomica vita di Q” attraversando racconti che si snodano fra scienza e fantasia.
Reduce dal successo di “Parenti Terribili” Filippo Dini dirige e interpreta al fianco di Giuliana De Sio un nuovo “ritratto di famiglia” questa volta tratteggiato da Anton Cechov ne “Il gabbiano”: una riflessione sull’assurdo destino che annichilisce sogni e amori.
Premio Nobel per la letteratura, Annie Ernaux è fra le scrittrici più amate da Michela Cescon, che porta in scena “Guarda le luci amore mio”: uno sguardo contemporaneo interpretato da Valeria Solarino e Silvia Gallerano.
Drammaturgia contemporanea di pregio è quella di Mattia Torre in “4 5 6” un’analisi del rapporto famiglia/società nella regia originale e incisiva dell’autore prematuramente scomparso.
L’eclettico Neri Marcoré sarà protagonista in questa stagione ben due volte: lo ritroveremo nel cartellone Musical ma con il “teatro canzone” ha a che fare già in “Gaber. Mi fa male il mondo” che affronta nella drammaturgia e regia di Giorgio Gallione.
Ricorrono nel 2026 gli 800 anni dalla morte di San Francesco, patrono d’Italia, Santo di tutti: ricostruiscono la sua storia in una dimensione teatrale giocando fra poesia, musica e divulgazione culturale, il giornalista Aldo Cazzullo e Angelo Branduardi.
È stata trionfale l’accoglienza riservata lo scorso aprile a Stefano Massini per “Mein Kampf”: non poteva mancare il suo ritorno con un nuovo monologo dedicato al personaggio forse più discusso del nostro tempo “Donald. Storia molto più leggendaria di un Golden Man”.
A concludere nel segno dell’amore e dei travolgenti turbamenti dell’adolescenza sarà il nostro “Romeo e Giulietta”.
Il cartellone Scena contemporanea completa e amplifica l’offerta di prosa con una serie di proposte volte alla drammaturgia dei viventi e a indagare le più affascinanti evoluzioni dei linguaggi teatrali e dei giovani astri nascenti del teatro: un cartellone che si specchia nell’attualità per temi, espressività e induzioni, un mix felice di talenti emergenti e di nomi accreditati che sempre più amano mettersi alla prova nel raccolto atelier della Sala Bartoli.
Dopo “SvevoJoyce#ZenoBloom” di Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo e “Quelli di Basaglia… a 180°”, prime due produzioni in cartellone, la Sala Bartoli ospiterà – grazie alla consolidata e crescente collaborazione con FESTIL – tre vette del panorama nazionale, in ambito di linguaggi teatrali innovativi. Si inizia con Babilonia Teatri, gruppo fondato da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, che ha meritato il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia: presentano “Mulinobianco” per interrogarsi, attraverso la voce di due bambini (il nostro futuro), sulla nostra responsabilità verso il pianeta. Il secondo appuntamento porta a Trieste per la prima volta uno degli artisti più coraggiosi, originali, magnetici del teatro attuale: Davide Enia. Palermitano, esprimendosi fra cunto e parole, corpo e dialetto, in “Autoritratto” analizza il rapporto con Cosa Nostra. Il trittico si chiude con “Apocalisse tascabile” in cui Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri narrano la rabbia degli Under 30, “generazione esclusa, così giovane e già così defunta”.
Due geni della letteratura come Raymond Queneau e – per la traduzione – Umberto Eco, sono alla base delle variazioni teatrali di “Esercizi di stile” diretto da Emanuele Pistone, pièce che ha ottenuto il premio “Le Maschere del Teatro italiano”. La compagnia Arearea, con cui lo Stabile vanta una lunga collaborazione, proporrà una nuova scrittura coreografica dello “Schiaccianoci”. Lo stalking diviene oggetto di teatro con Francesco Mandelli – attore, regista, conduttore televisivo – che si mette in gioco in “Baby Reindeer” ispirato all’omonima miniserie di Richard Gadd.
Se “26 ottobre. Un mare di ombrelli” di Gianni Gori riporta l’attenzione sulla storia recente, il successivo titolo – “Stand up for Giuda” – scritto e diretto da Leonardo Petrillo e interpretato da Ettore Bassi guarda ai Vangeli, rileggendo sotto una luce diversa le scelte di Giuda Iscariota.
Dopo il ritorno de “Il muro trasparente” e “Sissi l’imperatrice” che riprendono le loro tournée, sarà la volta di discutere di intelligenza artificiale in “AlgoRitmo” attraverso una fusione di musica, tip tap, poesia, fantasia… gli strumenti del regista Marco Rampoldi e dei protagonisti Raffaello Tullo (anche coautore) e Martina Salvatore.
Giornalista, scrittore, autore televisivo, Curzio Malaparte e la sua penna, che ha svelato una lunga parentesi di storia italiana, sono materia di “Azzurro” nella drammaturgia di Paola Ponti con Antonio Catania accompagnato in scena da un pianista. È invece una certa mortificante Italia di oggi, a far indignare Pietro Giannini e le platee de “La traiettoria calante”: giovanissimo ed eccezionale autore e interprete, Giannini intreccia teatro d’inchiesta, civile e d’emozione parlando del disastro del ponte Morandi.
Seguiranno la produzione “Breve enciclopedia delle porte” e il capolavoro di Dario Fo e Franca Rame “Mistero Buffo” reinterpretato da Ugo Dighero.
“Causa di beatificazione” riporta alla Sala Bartoli due beniamini di Scena contemporanea – Elena Strada diretta da Rajeev Badhan della compagnia Slowmachine – che con il loro linguaggio multidisciplinare attraversano il tema del conflitto spirituale, fisico e politico nel mondo femminile. Si passa poi alla figura paterna, in uno spettacolo che ribalta completamente la visione tradizionale di Pinocchio: “Pinocchio ovvero lo spettacolo della paternità” con Eugenio Bernardi e Luciano Saltarelli.
In “Lettere a Bernini” Marco Martinelli ed Ermanna Montanari affidano a Marco Cacciola il ruolo del genio del barocco. S’ispira a Joyce e alle dive del cinema del Novecento, invece, il nuovo lavoro di Giorgia Cerruti per Piccola Compagnia della Magnolia, “Ape Regina”, mentre il cartellone si conclude nel segno di T. S. Eliot e del suo capolavoro “The Waste Land” nell’intensa interpretazione di Giuseppe Bevilacqua e Francesco Sferrazza Papa: due attori, due età che si specchiano l’uno nell’altro.
La programmazione di prosa prevede anche alcuni “fuori abbonamento” fra cui una seconda regia di Davide Livermore – “Fantozzi” – la pièce “Contrazioni pericolose” di Gabriele Pignotta con Giorgio Lupano e Rocio Munoz Morales e “Condominio Mon Amour” di e con Daniela Cristofori e Giacomo Poretti, tutte commedie molto gradevoli.
Solo alcune anticipazioni sono state fornite dal direttore organizzativo Stefano Curti in merito alla programmazione di Musical e Danza: la totalità degli appuntamenti, in parte ancora in via di definizione, sarà ufficializzata a settembre.
Ma è chiara fin dai primi titoli in programma la vocazione di Trieste a presentare – spesso in prima italiana – i grandi musical internazionali, le produzioni accuratissime del West End sul palcoscenico del Rossetti, che si rende così catalizzatore di pubblico appassionato, di spettatori interessati e coinvolti anche dall’estero. D’altra parte è meticolosa la ricerca anche di produzioni italiane di qualità, cui la stagione offre ampia visibilità.
Nel cartellone Musical brilla dunque il titolo-icona “Cats” e si festeggia il ritorno dell’edizione originale inglese di questo capolavoro di Andrew Lloyd Webber su testi di T. S. Eliot.
La regia è quella irraggiungibile di Trevor Nunn, la produzione di Cameron Mackintosh and The Really Useful Group arriva in tour a cura di David Ian Productions, prima al Politeama Rossetti di Trieste, poi all’Opera di Montecarlo (com’era stato per “The Phantom of the Opera”) e poi sarà al Teatro Arcimboldi di Milano. Colonna sonora indimenticabile, come i costumi, le coreografie, gli effetti… “Cats” è una pietra miliare nella storia dello spettacolo musicale.
Il secondo titolo annunciato è anch’esso un cult: “The Rocky Horror Show” di Richard O’Brien che arriva in Italia – dopo aver festeggiato i propri 50 anni – nella messinscena accurata e divertente firmata da Christopher Luscombe, con una trama in equilibrio fra horror e humour e una colonna sonora davvero dirompente.
Ma nella programmazione si pongono in luce anche molte produzioni italiane di rilievo, a iniziare da “Cantando sotto la pioggia” un titolo classico e amato che sarà in scena nella regia e con le vorticose coreografie di Luciano Cannito, interpretato da Flora Canto e Lorenzo Grilli e da una guest star-rivelazione: Martina Stella.
Appartiene alla storia dello spettacolo musicale italiano “Aggiungi un posto a tavola” di Garinei e Giovannini: una storia dall’appeal intramontabile con protagonista Giovanni Scifoni e con Lorella Cuccarini nel ruolo di Consolazione. “We Will Rock You” sulle trascinanti musiche dei Queen assicurerà al pubblico del Rossetti un “capodanno rock” con band dal vivo, canzoni in lingua originale, cast di talenti ben selezionati, una produzione che si distingue per il suo impatto visivo e sonoro diretta da Michela Berlini.
Con “Sherlock Holmes – The Musical” si incontrerà in una nuova veste Neri Marcoré nei panni del celebre investigatore, diretto da Andrea Cecchi, mentre un’altra novità italiana è “I Tre Moschettieri. Opera pop” con gli acclamati Giò Di Tonno, autore anche delle musiche, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone. Sul palco come moschettieri, e nella vita, celebrano un’amicizia leale ed inscalfibile iniziata durante “Notre Dame de Paris”.
Infine la nuova produzione della Compagnia della Rancia: “La febbre del sabato sera” una storia di riscatto e ballo interpretata da Simone Sassudelli e Gaia Soprano sulle note dei Bee Gees.
Evento del cartellone Danza è il ritorno dei Momix: l’acclamata compagnia statunitense fondata da Moses Pendleton presenterà il nuovo spettacolo “Bothanica Season 2” che – come è nella cifra del coreografo – prende ispirazione dalla natura e dalle sue bellezze e fragilità, per immergere la platea in un mondo immaginifico e condividere una riflessione sulla tutela del pianeta.
Annunciati anche “Sukhishvili”, il Balletto Nazionale Georgiano con musiche tradizionali dal vivo, eteree danze femminili e acrobatiche evoluzioni dei ballerini. A completare la programmazione classica sarà il Balletto Classico Ucraino con “Lo Schiaccianoci”: a settembre ulteriori titoli declinati su linguaggi più contemporanei.
Come da tradizione alla programmazione istituzionale dello Stabile si aggiungono nel corso della stagione – ed in parte sono già noti – altri recital, concerti ed eventi fuori abbonamento.
Una parentesi raffinata nella Stagione 2025-2026 è rappresentata dalla seconda edizione del Festival “Primavera da Vienna” dei Wiener Symphoniker diretti dal Maestro Peter Popelka. Il programma – che si snoderà in tre concerti fra il 27 e il 29 marzo – è già annunciato e prevede programmi e solisti di caratura internazionale.
Parallelamente alla Stagione 2025-2026, com’è tradizione, lo Stabile organizzerà un articolato corollario di proposte di approfondimento, formazione, divulgazione culturale.
Un’attività che offre strumenti per leggere meglio gli spettacoli, opera nella linea della creazione di un pubblico consapevole e appassionato: un’attività importante in cui lo Stabile trova partner fondamentali ne l’Università degli Studi di Trieste, i Civici Musei di Storia e Arte, il Circolo della Cultura e delle Arti per i dialoghi con gli attori condotti da Paolo Quazzolo e la British School del Friuli Venezia Giulia per il ciclo “Peter Brown presents”.
Si accede direttamente all’acquisto e alla prenotazione dal sito del Teatro Stabile www.ilrossetti.it che a partire da oggi pubblicherà le informazioni su spettacoli, prezzi, formule di abbonamento relative alla Stagione 2025-2026. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
La campagna abbonamenti parte martedì 10 giugno e la Biglietteria del Rossetti assicurerà informazioni, assistenza per gli acquisti e le prenotazioni, come tutti i punti vendita dello Stabile regionale. Le riconferme dei turni fissi avranno come scadenza il 29 agosto.
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ringrazia la Fondazione CRTrieste e Generali.
Un grazie a tutti i Soci, in particolare al Comune di Trieste e alla Regione Friuli Venezia Giulia.
Grazie a tutti gli altri sponsor per la sensibilità a sostegno dell’attività – tesa ad offrire al pubblico arte, cultura, pensiero, divertimento di qualità – in cui quotidianamente lo Stabile s’impegna.