Giovanna e il funambolico Alfredo

 Dissacrante. Fa a pezzi il mito di Giovanna d’Arco e di tutti i santi che si ritrovano per un momento nel dubbio d’esser schizofrenici e debitori d’aiuto. Un testo che fa sorridere, irretisce, impietosisce, ti porta a sentirti in colpa neanche fossi quel fratello che scappa dai suoi compiti d’assistenza e d’amore.
Vivere vicino ad una persona con difficoltà psichiche non è da tutti ed anche i più forti spesso cedono di fronte al logorio della pesante quotidianità fatta di pressanti sollecitazioni che mettono a dura prova ogni sistema nervoso.
Eppure in quel grande e grosso Alfredo, noi rivediamo qualcuno di nostra conoscenza; qualcuno a cui abbiamo voltato le spalle per comodità, oppure qualcuno che non riusciamo a supportare.
Siamo tutti Alfredo in fondo, e forse, anzi sicuramente, siamo tutti peggio di lui.
Il mostro che ci portiamo dentro è la nostra grande presunzione d’essere migliori, di meritarci solo le cose belle. Siamo mostri che non si riconoscono per potersi sconfiggere.
Un grande testo, che fa discutere e che Magali, nella dolcezza e nell’ironia della grande Ariella Reggio, ha visto una madre, una nonna, una santa e una blasfema, allo stesso tempo. Una guerriera che non risparmia e che forse proprio per questo, la sente vicina, specchiandovisi.
Uno spettacolo da vedere per il testo che porta ma anche o soprattutto, per rendere omaggio al grande autore che oltre ad aver scritto questo pezzo, recita insieme alla sua musa, la nostra amata Ariella Reggio.
In scena fino a domani al Teatro Orazio Bobbio di Trieste.
Nota di merito all’originalità delle scene di Andrea Stanisci, che attraverso pochi elementi riescono a mutare la scena, componendo situazioni diverse. Un applauso anche ad Enza de Rose in veste di assistente alla regia.
Laura Poretti Rizman
Giovanna e il funambolico Alfredo, foto fornita da La Contrada

“GIOVANNA E IL FUNAMBOLICO ALFREDO”

di e con Francesco Magali, con ARIELLA REGGIO

regia di Marco Mattolini

al Teatro Bobbio da Martedì 9 gennaio 2018.

 

Dopo il successo al Cometa Off di Roma arriva al Teatro Bobbio di Trieste lo spettacolo prodotto dalla Contrada “Giovanna e il funambolico Alfredo”. Dal 9 gennaio tre repliche con Ariella Reggio e Francesco Magali, gli attori protagonisti che portano in scena il brillante testo, novità italiana al debutto, dello stesso Magali con la regia di Marco Mattolini.

Francesco Magali mette in scena, con poesia e ironia, la ricerca di un uomo che sfiora la follia nel voler dare un senso alla sua esistenza e scrive, per un’attrice d’eccezione come Ariella Reggio, il personaggio di una Giovanna d’Arco anziana che, ripercorrendo con fedeltà storica la sua vicenda, aiuta Alfredo ad affrontare i suoi fantasmi.

 

«Il funambolico Alfredo ha un sogno – racconta l’autore – attraversare il cortile del palazzo dove vive, camminando su un filo sospeso nel vuoto. Peccato soffra di vertigini! Poi, c’è anche la questione delle pillole, che dovrebbero assicurargli il giusto equilibrio, e l’equilibrio per un funambolo ha una certa importanza, ma non sempre funzionano, allora bisogna cambiare i dosaggi. Sì, perché il problema più grande di Alfredo si chiama sindrome schizoide bipolare grave e non suona be­­­­­­ne. La situazione si complica maggiormente la notte in cui, risvegliandosi da un sonno agitato, Alfredo si ritrova davanti un’anziana signora, che gli ricorda sua nonna, quando era bambino, ma che si presenta come Giovanna D’Arco, un mito per Alfredo, perché come lui, sentiva le voci. »

Durante la rappresentazione, nel suo confrontarsi, e scontrarsi, con Giovanna, Alfredo rivendica il suo diritto all’esistenza piena, a non sentirsi oggetto di tutela, nella sua, pur scombinata, pratica di vita quotidiana.

Gli entusiasmi, le battaglie, il processo e la morte sul rogo dell’eroina diventano metafora emblematica, e, a tratti, grottesca, della sua stessa esperienza di vita, dai primi disordini, alla diagnosi, al tentato suicidio. Giovanna non si salverà dal rogo, ma Alfredo vuole farcela, eccome!

Alfredo, con l’aiuto di Giovanna, continua caparbiamente a cercare un modo per camminare diritto sul filo della vita, nonostante le pillole, le voci, le paure. Quel filo per lui è necessario, indispensabile, indica una direzione certa, impedendogli di smarrirsi, e un giorno, alla sua maniera strana, personale, assurda, su quel filo, tra la folla che lo acclama, con l’aiuto di Santa Giovanna, finirà per  camminarci davvero, o quasi…

“Giovanna e il funambolico Alfredo” racconta il tentativo, disperato, commovente, divertente, a tratti esilarante di trovare un modo per stare al mondo, ma non è quello che facciamo tutti alla fine, schizoidi e no?

Francesco Magali comincia il suo percorso artistico in radio. Si accosta al teatro grazie alla frequentazione di alcuni corsi, tra i quali quelli diretti da Judith Malina e Geraldine Baron, intraprendendo quindi la carriera teatrale che lo porterà negli anni a collaborare, tra gli altri, con: Luca De Filippo, Armando Pugliese, Marco Mattolini, Ugo Gregoretti, Giorgio Pressburger, Maurizio Panici, Flavio Bucci. Autore teatrale e sceneggiatore televisivo, tra le fiction ha collaborato a “Carabinieri”, “Vivere”, “Incantesimo”, “Centovetrine”, “I Cesaroni”, e altre ancora. È stato anche autore, insieme a Marco Mattolini, di un evento televisivo sulla lirica dall’arena di Verona.

Completano lo spettacolo le scene e i costumi di Andrea Stanisci, le musiche di Lucio Gregoretti e le luci di Bruno Guastini.

 

 

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