Piccoli crimini coniugali

Spesso mi chiedo il perchè della scelta da parte della regia di microfonare delle voci così ben impostate e potenti, quando in realtà non ci sono effetti musicali da controbilanciare. Potrebbe essere una scelta per rendere l’effetto maggiore, o per permettere a quelli in fondo alla sala di sentire meglio, certo che la buona recitazione presentata per questo spettacolo da Elena Giusti e Paolo Valerio  non ne aveva, a mio avviso, la necessità. Attendevo anche con ansia l’ascolto della musica di Germano Mazzocchetti, compositore ben noto al pubblico teatrale, soprattutto del Politeama Rossetti, ma non solo, infatti questo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Verona, in coproduzione con la Fondazione Atlantide.

Un testo impegnativo e pessimista, o forse semplicemente realista, quello che scrive  Eric Emmanuel Schmitt nel suo libro, non pensando forse che potrebbe divenire un’ottima basa per una rappresentazione teatrale. Un testo nel quale non si riconosce la beltà e la purezza dell’amore, ma che nel nome di quest’ultimo si continua a soffrire pur di non rimanere soli. Ma in fondo soli i protagonisti, lo sono già. Soli di fronte ad un dolore continuo che li indebolisce ogni giorno di quella dignità personale scambiata per forza di coppia. Una coppia che dice di amarsi.

Una vita di dolore e di ferite procurate continuamente, quella che attraversano i due protagonisti, ma anche una vita legata da catene così forti per le quali nessun amore potrebbe permetter loro  di spezzarle.

Ti amo e allora muoio”, con questa scritta su di un cartellone, finisce la storia di un amore che non prevede nessun rispetto per se stessi.

Laura Poretti Rizman

foto LA CONTRADA

“Piccoli crimini coniugali” di Schmitt debutta al Teatro Bobbio.


Venerdì 2 marzo alle 20.30 debutta al Teatro Orazio Bobbio il nono spettacolo in abbonamento del cartellone di prosa della Contrada: “Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt.
Inquietante e feroce “gioco a due”, lo spettacolo si apre con una moglie premurosa, Lisa, che riporta a casa dall’ospedale il marito Gilles, reduce da un brutto incidente domestico. L’uomo soffre di amnesia, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. Come mai Lisa mente? E perché non vuole darsi fisicamente a Gilles, che pure è fortemente attratto da lei? Per quale motivo Gilles – che afferma di essere completamente privo di memoria – si ricorda di certi particolari del viaggio di nozze?
Sono solo alcuni dei misteri di questo giallo coniugale in cui la verità non è mai ciò che sembra, dove la memoria (e la sua supposta mancanza), la menzogna e la violenza vengono completamente riviste per assumere significati nuovi, inaspettatamente vivificanti. E proprio svelando questi misteri si arriverà ad una realtà ben diversa dal rassicurante quadretto familiare intravisto all’inizio: le continue punzecchiature, le battute taglienti, le frasi non dette, i rancori e le gelosie lasciano trasparire che il mènage si era da tempo trasformato in un vero inferno.
“Piccoli crimini coniugali” è una macchina narrativa pressoché perfetta che svela impietosamente i meccanismi della coppia e i più intimi recessi dell’animo umano: una pièce teatrale molto intensa, che porta il pubblico a non essere semplice spettatore ma lo costringe a riflettere sul vero senso della vita di coppia e su quel sentimento tanto complesso che è l’amore.
Eric-Emmanuel Schmitt (classe 1960) è diventato negli ultimi anni uno degli autori francofoni più letti e rappresentati nel mondo. Laureato alla prestigiosa Scuola Normale Superiore di Parigi, con un Dottorato in Filosofia, Schmitt si è fatto conoscere a teatro con Il visitatore (che racconta di un ipotetico incontro tra Freud e, forse, Dio), divenuto rapidamente un classico del repertorio internazionale. Sono quindi seguiti altri grandi successi come Variazioni enigmatiche, Il Libertino, L’Hotel dei due mondi, Piccoli crimini coniugali, I miei vangeli, La tettonica dei sentimenti, Kiki Van Beethoven. Osannato sia dalla critica che dal pubblico, i suoi lavori sono stati tradotti e rappresentati in più di 50 paesi.
Molto prolifico anche come scrittore, i suoi libri (fra gli altri, “La setta degli egoisti”, “Il Vangelo secondo Pilato”, “Milarepa”, “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, “Oscar e la signora in rosa” “Odette Toulemonde e altre storie”) hanno riscosso un enorme successo sia nelle librerie che nelle versioni teatrali o cinematografiche che ne sono state tratte.
In tutte le sue opere, e segnatamente nei “Piccoli crimini coniugali”, Schmitt cerca di sondare le pieghe più profonde dell’animo umano e, soprattutto, di capirle all’interno delle relazioni sentimentali. Qui la scrittura è gestita con grazia e freschezza, giocando briosamente tanto col meta-teatro quanto con concetti difficili quali “la verità”, “la colpa” e, soprattutto, “l’amore”, dove emerge
una forte indagine introspettiva.
Lo spettacolo è interpretato in maniera brillante da Elena Giusti e Paolo Valerio, che il regista Alessandro Maggi “spersonalizza” trasformandoli da Lisa e Gilles in “Lei” e “Lui”: in questo modo il processo di identificazione da parte del pubblico diventa ancora più forte e ogni singolo spettatore può provare a ritrovare nei due personaggi, mai veramente solo vittime o carnefici, un’attinenza con la reale quotidianità di un matrimonio che dura da quindici anni. Il necessario inabissamento all’inferno di Lisa e Gilles conduce alla fine al tentativo – un po’ comico, un po’ drammatico, sicuramente reale – di ritrovare una serenità e un equilibrio come coppia.
Lo spettacolo è scandito dalle musiche di Germano Mazzocchetti e dalle luci di Enrico Berardi, mentre i costumi e la scenografia (tutta in bianco e nero, come una scacchiera su cui si sta giocando una partita) sono di Marta Crisolini Malatesta.
Prodotto dal Teatro Stabile di Verona, “Piccoli crimini coniugali” è il terzo dei tre titoli “arancio” a cinque repliche, in scena al Teatro Orazio Bobbio da venerdì 2 a martedì 6 marzo (venerdì, sabato e lunedì ore 20.30, domenica e martedì 16.30). Parcheggio gratuito all’interno della Fiera di Trieste (ingresso principale in P.le De Gasperi) per tutte le recite.
Per questo spettacolo, gli abbonati della Contrada (qualora non abbiano già modificato la loro prenotazione) mantengono le stesse giornate e gli stessi posti degli spettacoli “Stanno suonando la nostra canzone” e “L’astice al veleno”.
Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 – orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 – orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it).
Informazioni: 040.390613; contrada@contrada.it; www.contrada.it.

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