TEATRO MIELA
TASSELLI DI MEMORIA
Il Giorno della memoria, dedicato alle vittime dell’Olocausto, è un’occasione per ricordare e riflettere su un tragico passato. La data del 27 gennaio ricorda il giorno in cui, nel 1945, fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz dall’avanzata dell’Armata Rossa ed è stata scelta, prima da diversi Paesi tra cui l’Italia e poi a livello globale su iniziativa dell’Onu nel 2005, per ricordare i milioni di morti della Shoah e rendere onore a chi a quella tragedia si è opposto. Mentre vanno scomparendo i testimoni diretti, anche il teatro ha il compito di impegnarsi nel difficile compito di ricordare affinché nel presente e nel futuro quegli orrori non si ripresentino. Il Teatro Miela si unisce alle altre iniziative che in gennaio ripercorreranno i temi della Shoah con la sua rassegna “Tasselli di memoria”.
Ad aprire la rassegna l’11 e il 12 gennaio sarà il pluripremiato spettacolo di e con Paola Bigatto “La Banalita del Male”. Nel 1963 Hannah Arendt dà alle stampe “Eichmann in Jerusalem”, più noto in Italia con il suo sottotitolo, appunto, la banalità del male. Si tratta di un saggio in cui la filosofa raccoglie gli articoli scritti per il “The New Yorker” sul processo al tenente colonnello delle SS Adolf Eichmann, tenutosi a Gerusalemme nel 1961. Eichmann, con il suo grigiore, il suo linguaggio burocratico, le sue frasi fatte, incarna, nello sguardo acuto dell’autrice, l’uomo senza idee e senso morale, più pericoloso dell’uomo malvagio. Il nuovo concetto di banalità del male rivoluziona le consuete categorie morali, ponendo Hannah Arendt al centro
di una polemica filosofica, etica e politica.
Lunedì 15 e martedì 16 gennaio sarà sul palco del Miela lo spettacolo “Perlasca. Il coraggio di dire no”, di e con Alessandro Albertin, per la regia di Michela Ottolini.
Un racconto commovente, travolgente e sincero della storia di Giorgio Perlasca. un “giusto tra le nazioni”. Un uomo semplice e ‘normale’, che nella Budapest del 1944 si affronta ogni giorno la morte, si trova faccia a faccia con Adolf Eichmann, si spaccia per Console spagnolo, solo e unicamente perché sceglie di salvare la vita a molte person. Alla fine saranno 5.200. Ebrei, ma non solo. Perlasca vive nell’ombra per più di 40 anni, non raccontando la sua storia a nessuno, nemmeno ai familiari. Nel 1988, infine, viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita. I giornalisti gli chiesero le motivazioni delle sue azioni, lui semplicemente rispose: “Lei cosa avrebbe fatto al mio posto?”.
recensione@Laura Poretti Rizman, LINK
A chiudere la rassegna il 30 e il 31 gennaio “Il silenzio dei campi in fiore – Pensieri dall’oblio di Zoran Mušič “. Una drammaturgia del compianto Marko Sosič interpretata da Marco Puntin e con la messa in scena di Massimo Navone.
Un frammento teatrale di grande intensità in omaggio a un artista difficilmente collocabile sia al modernismo che al primo postmodernismo e per il quale l’impatto
con il paesaggio, da prima quello carsico in seguito quello dalmata, castigliano, svizzero e italiano, infine quello di Dachau, ha avuto una significativa influenza sull’esperienza artistica e quella della sua vita personale, nel cercare di comprendere, nell’ombra della propria vecchiaia, il valore dell’uomo e il senso della vita.
Tutti gli spettacoli avranno una data al mattino dedicata alle scuole.
Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.com